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«In viro veritas?» Scarica i capitoli de La Q di Qomplotto dedicati a pandemia, vaccini e complotti

La Q di Qomplotto - copertina

Clicca per scaricare i capitoli «In viro veritas?».

Abbiamo deciso di rendere disponibili in pdf quattro capitoli di La Q di Qomplotto. È una sorta di “miniserie” nel flusso del libro di Wu Ming 1, intitolata «In viro veritas?»* e dedicata alla pandemia di Covid-19, alla critica di com’è stata gestita l’emergenza pandemica e alle fantasie di complotto su Sars-Cov-2 e vaccini.

In linea con l’approccio sviluppato nell’intero libro, tali fantasie di complotto non ci si limita a “smontarle”, ma si cerca di riconoscerne ed evidenziarne – sotto i velami e i panneggi di narrazioni diversive – i nuclei di verità.

Si tratta di una sessantina di pagine. Funzionano come vademecum e sintesi proiettata in avanti del lavoro fatto su Giap dall’inizio della pandemia.

È vero che alcuni ragionamenti, alcuni nodi concettuali sono comprensibili al meglio solo avendo letto i capitoli precedenti, ma pensiamo siano comprensibili in linea di massima anche senza quel prerequisito. E in ogni caso si tratta di pochi passaggi.

Per noi è uno strumento rivolto a tutte e tutti: a chi ha seguito il nostro lavoro e a chi non lo ha seguito e vuole farsene un’idea scavalcando a pie’ pari dicerie e “riassuntini” capziosi. Prosegui la lettura ›

Speciale estivo su «La Q di Qomplotto»: novità, aggiornamenti, una riflessione

Cory Doctorow. Clicca per leggere le sue riflessioni sui concetti messi in campo da WM1 in La Q di Qomplotto

La fase di «comunismo di guerra» che il collettivo Wu Ming sta attraversando è destinata a protrarsi più a lungo del previsto. Il nuovo romanzo collettivo, al contrario di quanto annunciato fino a poco tempo fa, non vedrà la luce nel 2021. Il lavoro per terminarlo durerà almeno un altro anno, lo sforzo sarà considerevole e dovremo tenere gli altri motori al minimo… compreso il motore di Giap. Che comunque non si ferma. Tuttalpiù rallenta, soprattutto ora, nel pieno dell’estate.

Non si ferma nemmeno la marcia de La Q di Qomplotto di Wu Ming 1, che ha avuto tre edizioni nei primi tre mesi di presenza in libreria e plausibilmente ne avrà un’altra subito dopo l’estate. Ecco alcuni aggiornamenti, nuove recensioni e una riflessione su cosa potrebbe (non) succedere in autunno.

■ Lo scrittore, blogger e attivista anglo-canadese Cory Doctorow riflette sul cospirazionismo e la sua funzione sistemica a partire da La Q di Qomplotto. Per la precisione, a partire da una lunga intervista in inglese in cui WM1 ha esposto alcune delle tesi del libro. Prosegui la lettura ›

«Le conseguenze del ritorno», di Luca Giunti. Il lupo è di nuovo qui, cosa significa per noi? Un nuovo incontro ravvicinato del Quinto Tipo.

Le conseguenze del ritorno

Clicca per aprire la copertina completa di Le conseguenze del ritorno (con quarta e bandelle).

Ritornano. Scendono dai monti, si spostano col buio, appaiono inattesi al limite dei campi e negli hinterland delle grandi città.

È un eufemismo dire che i lupi si erano «quasi estinti». Li avevamo sterminati. A fucilate, con le tagliole, coi bocconi avvelenati. È accaduto più o meno cent’anni fa. All’epoca le nostre “aree interne”, sull’arco alpino e lungo la dorsale appenninica, erano ancora abitate. Nella seconda metà del Novecento si sono gradualmente spopolate. A partire dagli anni Ottanta, dalle minuscole e inaccessibili enclave dove si erano rintanati, i pochi lupi superstiti hanno ricominciato a guardarsi intorno. E a camminare. E a macinare chilometri. Sempre più chilometri. Decine di chilometri nel corso di una sola notte.

È stato così che il lupo ha ripopolato le nostre montagne, ed è ormai avvistato anche in pianura. Durante il «lockdown» del 2020 ha colto l’occasione per spingersi dove non avremmo mai immaginato, poco fuori le nostre città e a volte addirittura dentro.

Come stiamo rispondendo a questa riapparizione, a quest’antica e rinnovata presenza? Prosegui la lettura ›

Nuovo speciale «La Q di Qomplotto»: podqast con Gad Lerner, recensione di De Cataldo, musica, street art e un ritorno

Clicca per ascoltare la conversazione su La Q di Qomplotto tra Wu Ming 1 e Gad Lerner.

Avrete notato quanto, a partire dalla primavera, il flusso di articoli su Giap sia rallentato, fino a fermarsi negli ultimi venti giorni. Abbiamo pochissimo tempo ed energie da dedicare al blog, principalmente perché siamo immersi nella stesura del romanzo collettivo, La grande ondata del ’78. Dopo anni di lavoro siamo alla fase finale e il collettivo è in pieno “comunismo di guerra”. L’obiettivo è consegnare il testo alla casa editrice – Einaudi – nella prima metà di settembre, per uscire a novembre.

Se aggiungiamo che ciascuno di noi ha anche altri impegni a cui tener fede nel tempo che resta, dalla promozione de La Q di Qomplotto e Il sentiero degli dei a laboratori di scrittura a semplici (che semplici non sono mai) questioni di famiglia, si capirà perché il blog temporaneamente langue. Ma un calendario c’è, da qui a metà luglio almeno cinque post li dovremmo poter garantire.

Intanto doverosi aggiornamenti su La Q di Qomplotto. Che Alegre ha di nuovo ristampato. Siamo alla terza edizione in tre mesi, grazie a tutte e a tutti per il sostegno, l’apprezzamento e il passaparola.

Del libro è da poco tornato a occuparsi – dopo la lunga recensione con cui lo aveva accolto all’uscita – Gad Lerner. Non solo: ne ha scritto il collega Giancarlo De Cataldo, autore di Romanzo criminale e di molte altre opere. Non solo: sono uscite altre recensioni, pare proprio che il libro abbia ispirato un’opera di street art, e un’intervista rilasciata ad hoc da Wu Ming 1 è diventata un mixtape (un «Reyetto Tape») trasmesso su Radio Raheem. Procediamo con ordine. Prosegui la lettura ›

«Glosse a La Q di Qomplotto», di Giuliano Santoro (più recensioni, interviste e calendario aggiornato delle presentazioni)

Poster La Q di Qomplotto

Come aveva già fatto con diversi nostri libri a partire da L’Armata dei Sonnambuli, il nostro collaboratore di lungo corso Claudio Madella, riscopritore dell’arte tipografica tradizionale, ha realizzato un poster ispirato a La Q di Qomplotto. Tiratura limitata (cinquanta copie numerate), stampato a caratteri mobili in legno (Grotesk fronte e retro) e piombo (Futura bold, quelli nella foto qui sopra), formato trenta centimetri per quaranta, rosso fluo + nero. Si può vedere qui. Sarà in vendita soltanto alle presentazioni di LQdQ, a partire da quella di domani, 4 giugno, a Siena. Il calendario aggiornato è in fondo al post

[Questo nuovo speciale su La Q di Qomplotto è imperniato su un testo di Giuliano Santoro ricavato dai suoi appunti di lettura. Riflessioni che non potevano trovare spazio nella recensione poi uscita sul manifesto.
A seguire segnaliamo nuove recensioni, tutte molto angolate e idiosincratiche.
Segnaliamo anche un’intervista rilasciata da WM1 in inglese, nell’ambito di un interessante progetto di ricerca anglo-nordamericano su cospirazionismo e gamification.
Infine, il calendario aggiornato delle presentazioni del libro.
A proposito, Claudio Madella ci ha regalato un nuovo poster, vedi didascalia dell’immagine di testa.
Per quanto riguarda l’audioserie La Q di Podqast, invece, ci siamo presi una pausa necessaria a preparare le ultime puntate, una delle quali sarà (forse) registrata dal vivo di fronte a un pubblico. Le prime sette puntate sono qui.
Buone letture e buoni ascolti. WM]

di Giuliano Santoro *

Mentre leggevo La Q di Qomplotto annotavo a margine le cose che si intersecavano coi macrotemi di cui mi sono occupato in questi anni: la reazione che assume alcuni dei tratti della rivoluzione; il modo in cui le destre utilizzano la cultura nazionalpopolare per rafforzare la loro egemonia, soprattutto in relazione alla mutazione digitale e all’esplosione del lavoro nell’arco dell’intera esistenza…

Più che di un testo organico si tratta di un file zippato di idee, link e ipotesi di lavoro. Forse soltanto la discussione e la sperimentazione collettiva sono in grado di capire se vale la pena decomprimerlo, di isolare e sviluppare alcune tracce.

Prima abbiamo imparato che far saltare la disciplina della grande fabbrica non è stato sufficiente per liberarci dallo sfruttamento (anni Settanta).

Poi abbiamo dovuto prendere atto che la pur imprescindibile disseminazione capillare di esperienze di autogoverno, autoproduzione e comunicazione indipendente non ha prodotto automaticamente organizzazione politica (anni Novanta).

Adesso si tratta di ragionare attorno al fatto che il potenziale accesso alle informazioni e alla comunicazione orizzontale telematica della stragrande parte della cittadinanza non genera necessariamente maggiore consapevolezza collettiva (Anni Dieci del secolo successivo).

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Scarica il romanzo di Wu Ming 1 La macchina del vento (Pdf, ePub, Mobi, azw3)

La macchina del vento, copertina disegnata da Andrea Alberti / Chialab.

L’aggiornamento della sezione «Download» di questo blog procede spedito. Dopo Proletkult, oggi rendiamo disponibile La macchina del vento. Il romanzo è uscito per Einaudi nell’aprile 2019. Quell’anno ha avuto ben cinque edizioni… finché non è scattata l’emergenza-pandemia. La chiusura delle librerie nel periodo febbraio-maggio 2020 ha spezzato il ritmo, ma poi le emergenze passano, mentre i libri restano.

La macchina del vento, dunque, continua a camminare. Presto sarà ripubblicato nei Tascabili Einaudi. Scaricarlo da Giap non è che un ulteriore modo di procurarselo… magari per “annusarne” il testo, e decidere che è meglio avere tra le mani il magico poliedro, quel device di carta e inchiostro che tanta meraviglia infonde nelle nostre vite.

Hanno scritto de La macchina del vento:

«Da adolescente ho visto a scuola La notte di San Lorenzo dei fratelli Taviani. Il film mi piacque tantissimo e la scena che mi colpì di più, da liceale appassionato di mitologia classica, fu quella della battaglia del grano, quando ai fascisti, intenti a rastrellare le campagne toscane alla ricerca di partigiani e sfollati, si contrappongono all’improvviso, nello sguardo di una bambina, degli eroi greci. Era geniale: univa la forza dello sguardo lucido di Atena, come lo trovavo nei classici, con i racconti sui giorni da sfollata che mia nonna mi faceva da piccolo. E soprattutto restituiva epicità a una narrazione, quella resistenziale, che ormai in quegli anni stava diventando liturgia, e quindi lettera morta. Da allora ogni tanto dico tra me e me che qualcuno dovrebbe raccontare la lotta contro il fascismo attingendo dall’immaginario di dei ed eroi greco-romani. Per ridare alla lotta antifascista tutto il suo epos. Ecco, quella storia è arrivata… Prosegui la lettura ›

Scarica il nostro romanzo Proletkult (Pdf, ePub, Mobi, azw3)

Proletkult

Immagine di Riccardo Falcinelli, ispirata al poster «Risplendi, nostra costellazione!» [Сияй, наше созвездие!] realizzato dal sovietico Viktor Votrin nel 1966. In questa versione, satelliti e razzi evocano i modelli esibiti nella «Prima esposizione mondiale di apparecchi e macchine interplanetarie», Mosca, 1927.

Dopo un lungo intervallo – dovuto in parte alle note vicissitudini – da oggi riprendiamo l’aggiornamento della sezione «Download», rendendo finalmente disponibile in vari formati elettronici Proletkult, il nostro romanzo «sovietico» uscito per Einaudi nel 2018.

Romanzo che nel frattempo è stato pubblicato anche in catalano da Tigre de Paper e in castigliano da Anagrama, e ci fa molto piacere il successo di critica e pubblico che sta avendo nello stato spagnolo e in alcuni paesi dell’America Latina.

Cogliamo dunque l’occasione per segnalare, in calce all’usuale florilegio di recensioni italiane, un pugno di reseñas iberiche e transatlantiche.

Hanno scritto di Proletkult:

«Da un lato c’è l’autunno terminale di Bogdanov (e sullo sfondo tra la folla dei figuranti si vedono i segni della prima glaciazione staliniana), dall’altro l’irruzione di una revenant, fragile e ostinata silfide dell’utopia, che sembra direttamente uscita dalle pagine di Stella rossa nei modi di una promessa di umana alterità o di un pegno poetico.
Le due sequenze si incontrano, si armonizzano senza tuttavia contaminarsi come accade di regola nelle misture postmoderne. Lo stile è sobrio, controllato e scandito dal ritmo equanime che è la cifra di Wu Ming. Vi si irradia l’eco di un conflitto secolare, i riflessi tuttora persistenti di un grande bagliore, le fisiche ustioni di quanto fu detto “il sogno di una cosa”, se non altro a ricordarci che noi non viviamo, qui e ora, nel migliore dei mondi possibili.» (Massimo Raffaeli, Il Venerdì di Repubblica) Prosegui la lettura ›