«Gli uomini pesce» di Wu Ming 1. Florilegio delle migliori recensioni

Gli uomini pesce

Gli uomini pesce, uscito il 15 ottobre 2024. Quattro edizioni nei primi tre mesi.

««Il plot è straripante: fascismo, crisi climatica, pandemia […] Una vera passione per i documenti, veri e falsi, marchio di fabbrica dell’autore laureato in storia. Tre piani temporali: la Seconda guerra mondiale, gli anni Sessanta, la torrida estate del 2022 […] Un congegno intricatissimo ma perfetto.»
(Raffaella De Santis, La Repubblica)

«Un soffio vitale, una strenua e soffusa ricerca di felicità […] Quelle che gli uomini pesce mormorano nel buio delle acque fangose sono domande e richieste, più che risposte. L’eredità dei Nevi è gioiosa, empatica e un tantino psichedelica, e può essere anche nostra. Una fragranza di acqua, terra e verde si diffonde in questo romanzo soffuso di luce e speranza.»
(Enrico Manera, «L’eredità da scoprire», Jacobin Italia)

«Un romanzo situato là dove tutte le storie di questo collettivo sembrerebbero destinate a confluire: una foce comune verso il mare aperto dell’immaginazione. Spiazzante, sordo a ogni sintesi dialettica, parla ai nostri corpi intrappolati nelle devastanti bonifiche del realismo capitalista per un nuovo conflittuale divenire col mondo.»
(Giuliano Spagnul, Pulp Libri)

«Nella guarigione fisica e morale dal Covid e delle sue conseguenze Antonia imparerà che il cambiamento climatico, lo sfruttamento del territorio, l’infelicità delle persone e i sogni traditi di intere generazioni hanno sempre in comune una cattiva coscienza da cui tutti facciamo una fatica tremenda ad affrancarci. Ma non c’è spazio per la resa. C’è sempre un sogno, un progetto per il futuro che ci tiene vivi. Perché, come cantava De Andrè: “Finché li cerco io, i latitanti sono loro”.»
(Athos Barigazzi,  Il Giornale del Po)

«Wu Ming 1 fa ricorso a un variegato arsenale di espedienti, trasformando il suo libro in un metamorfico strumento di battaglia: una sorta di creatura anfibia, a sua volta, capace di cambiare faccia a seconda delle occorrenze […] Soprattutto tiene ben in rilievo la dimensione politica della ricerca letteraria, scoprendo piccoli semi di verità che conducono al cuore di una storia rimossa e oscura, costruendo un’operazione di scavo nelle epoche trascorse che non tende alla sola soddisfazione intellettuale, ma ambisce a consegnare al presente un nuovo impulso di cambiamento.»
(Pasquale Palmieri, «Wu Ming 1 nel Delta del Po», Doppiozero)

«Gli uomini pesce è, mi sembra, uno dei primi romanzi italiani a trattare della pandemia di Covid-19 e delle sue conseguenze […] Una storia multiforme e ciclopica, in cui Ilario Nevi funge da centro ma che si apre a una varietà polifonica gradevole ed esaltante, sottolineando di continuo il messaggio-chiave.»
(Simone Giorgio, La Balena bianca)

«Tra alchimia, ipnosi, simbolismo, riemersioni, omaggi a Il pendolo di Foucault e riflessioni che fanno ripensare alla Yourcenar de L’opera al nero, quella de Gli uomini pesce è una storia di restituzione e di libertà. Nel nome di un – estremo – amore.»
(Michela Fregona, «Resistere da anfibi nella memoria del tempo: Wu Ming 1 e Gli uomini pesce», Cultweek)

«Gli uomini pesce è un romanzo travolgente, tentacolare, maestoso come il Po che scorre fra le sue pagine. E ricco di azione e di poesia, di visioni e di politica. Ci ricorda costantemente l’importanza di resistere, oggi come ottanta anni fa, ma ci conduce anche nel brumoso territorio dei sogni. Ai sogni (che generano materia, in senso quasi borgesiano) sono dedicate pagine stupende».
(Nicoletta Verna, «Il mistero del Po», La Stampa)

«Un intreccio che tiene insieme ciò che solo apparentemente è distante: la lotta partigiana e gli alieni, Lovecraft e Wikipedia, la musica concreta e la cronaca spicciola […] La meraviglia della letteratura coincide con la meraviglia dell’impegno […] L’ordine del mondo può essere riassemblato e ricostruito.»
(Carmine Saviano, «Partigiani, alieni e Lovecraft in viaggio sul Po, Il Venerdì di Repubblica)

«Una narratività ipertrofica che non ti lascia scampo […] Una tensione totalizzante che abbraccia diversi aspetti della società, della cultura e della politica. La narrazione assume un aspetto polifonico e si apre a una pluralità di voci nel testo e di stili e registri diversi… [Gli uomini pesce] riesce a creare cortocircuiti fra realtà e fantasia: Ilario, Antonia e Sonic sono presentati alla stregua di personaggi reali tanto che viene la tentazione di andarli a cercare in rete.»
(Paolo Lago, «Gli uomini pesce, la resistenza quotidiana e una speranza che non finisce», Carmilla)

«[Gli uomini pesce] porta all’estremo lo stile stratificato del collettivo […] Magmatico eppure estremamente coerente, sintesi compiuta dell’epica contemporanea che i Wu Ming hanno tracciato nei loro libri migliori […], tra piccole storie e vicende maiuscole, spesso allegoria di un presente liquido.»
(Mauro Gervasini, «Sulla riva», FilmTv)

«[Gli uomini pesce] è il frutto di un ingegno e di una cura straordinari nell’architettura narrativa. Dal libro si entra e si esce di continuo: i riferimenti storici, culturali, ambientali, mitologici e musicali […] tutte pepite d’oro di un lavoro superlativo.»
(Enrico Comaschi, «Gli uomini pesce, un romanzo d’oro», Gazzetta di Mantova)

«Un prezioso contributo che tiene insieme, come un’orchestra che suona su delicati registri sonori, eventi storici su scale temporali differenti ma tutti di bruciante attualità […] Letteratura e Geologia hanno negli ultimi tempi affrontato e sollevato l’interesse su aspetti e problematiche che hanno un impatto sulle persone e sulla sostenibilità dell’area del Delta del Po. Due discipline, come due sono i desideri espressi da Antonia alla fine del romanzo, che dovrebbero agire sempre più in modo dinamico così come fanno mare e terra nel loro continuo rincorrersi, mordersi e baciarsi.»
(Domenico Chiarella, «Il delta del Po e Gli uomini pesce di Wu Ming 1: un’operazione dal valore letterario e divulgativo», Il Fatto quotidiano)

«Ne Gli uomini pesce assume plasticità una sorta di geo-fiction, un libro che va oltre, sconfina, che ci traghetta dal romanzo storico a quello geografico […] la Storia è chiaramente necessaria e non rappresenta solo uno sfondo, sia chiaro, ma diventa utile soprattutto per parlare di Geografia.»
(Francesco Visentin, «Dove sono finiti i pesci?», Altrochemestre)

«Un libro coraggioso, onirico e allo stesso tempo reale, che guarda al passato e al futuro, completamente fuori dagli schemi rispetto alla narrativa italiana. Mai come prima, Wu Ming 1 entra nell’intimo dei suoi personaggi, ma allo stesso tempo regala un affresco corale che rende veri protagonisti i luoghi nei quali l’autore è nato e cresciuto, ne denuncia aspetti politici, sociali e ambientali.»
(Ferrara Today)

«Il potere è dappertutto, e grava sul territorio e sulle persone: è un messaggio che ci comunica Gli uomini pesce […] Non è solo quello brutale e dittatoriale del nazifascismo, è un potere strisciante, invisibile, cinico e meschino che crea allarmi ed emergenze, che militarizza e inventa “zone rosse” a oltranza, che impedisce e racchiude, che nega le evidenze, che cementifica indiscriminatamente uccidendo gli spazi naturali, che genera le prerogative ideali per le devastazioni, gli allagamenti, le morti. E che i personaggi cercano di contrastare dispiegando uno sguardo incantato e incantatore sul loro territorio ferito, un immaginario resistente come è quello offerto dal romanzo.»
(Guy Van Stratten, «Gli uomini pesce e il potere dappertutto», Codice Rosso)

«Straordinario libro di geografia sovversiva, ossia criticamente veritiera e rivelatrice. Dalla copertina all’epilogo. Anzi di più geografie, ma tutte quante egualmente sovversive.»
(Paola Bonora, geografa)

«Il più bel romanzo del 2024.»
(Loredana Lipperini nell’annunciare la sua intervista a Wu Ming 1)