Viaggio nelle nuove #foibe, prima puntata. Chi sogna una foiba in #Maremma? – di Alberto Prunetti

«Cittadini.»

Questo post del Prunetti inaugura una miniserie in tre puntate a cura del gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki: Viaggio nelle nuove foibe.

Negli ultimi tempi, in giro per l’Italia, vari soggetti si sono sbracciati – Ehi! Giornalistaaaa! Qui! Proprio qui! – per attirare l’attenzione su un insieme di foibe di cui nessuno aveva mai sentito parlare prima… a parte mio cuggino, che conosceva uno che aveva una sorella che aveva origliato una discussione in cui si diceva che dei partigiani avevano sparato a degli italiani…
– “Italiani” come? Italiani e basta? O fascisti?
– Perché, non sono italiani i fascisti????

Alcune di queste foibe hanno una curiosa caratteristica: sono mobili, tendono a viaggiare. Un giorno ne avvistano una a Panzana di San Frottolo, il giorno dopo è già a Bufalizza, 40 km. più a nord, e in diversi la inseguono, come Wile E. Coyote quando Beep Beep gli ruba la buca, e se la contendono, con un approccio che definiremmo “da Pro Loco”: – Una foiba anche nel nostro comune!

E i numeri, santo dio, i numeri…
– A Fandoniara c’è una foiba con dentro 800 morti!
– Urca! Hai delle prove?
– Non c’è bisogno, lo sanno tutti che da queste parti i partigiani…
– Scusa, ma di quale foiba parli?
– La buca tra Fandoniara e Villa Bubbola!
– Quella? Ma che stai dicendo, è una grotta dove sarà sceso un migliaio di speleologi…
– Negazionista! Vergognati! Giornalistaaaaa! Qui c’è uno che nega le foibe!

Chi sono questi nuovi avvistatori di foibe? Sedetevi, ché la risposta vi sbalordirà.
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Le #ScheggediShrapnel del Wu Ming Contingent, 2 | Il reumatismo del tenente

Gus Bofa, La baïonnette, copertina del n.87, 1917

Gus Bofa, La baïonnette, copertina del n.87, 1917

Prosegue la serie di post settimanali dedicati alle Schegge di Shrapnel e in particolare ai testi del nuovo album del Wu Ming Contingent.
Oggi vi proponiamo l’ottavo brano in scaletta, Il reumatismo del tenente.
Le parole sono tratte dal memoriale di Gino Frontali, La prima estate di guerra, pubblicato dalla casa editrice Il Mulino nel 1998 e oramai fuori catalogo.
Gino Frontali era nato ad Alessandria d’Egitto nel 1889. Laureato in medicina all’Università di Bologna, partecipò alla Prima Guerra Mondiale prestando servizio in prima linea, come sottotenente medico del 70° reggimento fanteria, brigata “Ancona”.
Nel 1916 sintetizzò la sua esperienza in un manuale pratico molto apprezzato, Il medico di battaglione. Dopo la guerra, si specializzò in pediatria e divenne uno studioso di fama internazionale. Morì a Roma nel 1963.
Dal suo diario non emergono posizioni di aperta critica all’impresa bellica, ma più volte si dimostra sbalordito dagli abusi di potere degli ufficiali e dal loro disprezzo per la truppa.
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Ovest. 25 anni di lotte #notav in Val di Susa, 2a puntata

Settembre 2015: No Tav al cantiere-fortilizio in Val Clarea.

Settembre 2015, Val Clarea. Foto di Michele Lapini.

Continua Ovest, la miniserie sui No Tav scritta da Wu Ming 1 e fotografata da Michele Lapini.

Dopo la prima puntata, su Internazionale va in onda la seconda, dove entrano in scena Alpini No Tav, brigate Cretinetti, umarells che fanno la guerriglia nei boschi, cacciatori di Sardegna, fondazioni bancarie, “partiti della Nazione”, universi paralleli pullulanti di pendolari tra Torino e Lione, e dove le forze dell’ordine fanno – parole loro, non nostre – «figure di mmerda».

Buona visione.

Un pomeriggio con John Howe

howe«Quando appendi alla parete di casa la riproduzione di un famoso disegno non pensi certo che un giorno potresti incontrarne l’autore dal vivo. Soprattutto se si tratta di John Howe. La volta che succede puoi ritenerti fortunato.
John Howe è un gentiluomo anglosassone con un profilo che potrebbe figurare in un dipinto medievale, e la calma di un saggio stregone. Con assoluto aplomb, giovedì 18 febbraio, ha retto due ore di discussione nei locali del Laboratorio Formentini di Milano, rispondendo alle sollecitazioni di Luca Valtorta di Repubblica, alle mie e a quelle del pubblico. Intanto sullo schermo alle nostre spalle scorreva una selezione di immagini del suo portfolio e dei bozzetti realizzati per i film di Peter Jackson.
Un resoconto del dibattito si può leggere sul sito dell’AisT, firmato da Roberto Arduini. Oggi su La Repubblica invece, nella doppia pagina dedicata a Howe, è uscito un breve pezzo mio sulla persistenza del Signore degli Anelli. Buona lettura.» WM4

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#IlPiccolo#Regno, un romanzo di Wu Ming 4

Mappa de Il piccolo regno

Clicca per ingrandire la mappa.

Copertina de Il piccolo regno

Clicca per aprire la copertina completa con quarta e alette (pdf).

Giovedì 17 marzo esce il nuovo romanzo solista di Wu Ming 4. Si intitola Il Piccolo Regno e qui sotto potete vedere la copertina realizzata da Giulia Rossi. Cliccandoci sopra compaiono anche le alette. E’ un romanzo breve, o un racconto lungo – a seconda dei punti di vista -, per ragazzi dai 10 ai 100 anni. Si potrebbe definire un racconto gotico-rurale, ambientato durante una lunga estate, in un’epoca pre-digitale. C’è la campagna inglese, una banda di ragazzini, un antico tesoro, un fantasma che sconvolge le notti del protagonista e un segreto da scoprire. Chi ha apprezzato Stella del Mattino ritroverà un personaggio famigliare, anche se non è proprio lo stesso. Immancabile: la mappa, quella che trovate qui sopra, che è anche un oggetto del racconto, realizzata da Brochendors Brothers (già autore della cover di Difendere la Terra di Mezzo).

Letture propedeutiche per la Gente Bassa: nessuna in particolare.
Per la Gente Alta: idem. Ma se proprio si dovesse dare una dritta, allora Giro di vite di Henry James, L’età d’oro di Kenneth Grahame e Il Corpo di Stephen King.
Prossimamente, in anteprima qui su Giap, proporremo il primo capitolo del libro.
Stay tuned.

Ovest. 25 anni di lotte #notav in Val di Susa – di Wu Ming 1, prima puntata. Su Internazionale

La Colombera. Foto di Michele Lapini.

La Colombera. Foto di Michele Lapini.

[WM1:] Dal 2013 sto scrivendo un libro sul movimento No Tav e, più in generale, sulla Val di Susa. Qualcosa che oscilla tra il romanzo di non-fiction e la canzone di gesta. Sono stato in valle tante volte, partecipando a marce, conferenze, escursioni al Cantiere. Ho intervistato decine di attivist*, compulsato archivi personali, raccolto annate su annate di giornali locali. Ho letto tutti gli altri libri pubblicati sull’argomento. Per chiarirmi le idee e testare il materiale, ho scritto e proposto ai lettori testi «di avvicinamento»: reportages narrativi o racconti di non-fiction.

Chi se ne intende dice che il 2016, per la lotta No Tav in Val di Susa, sarà un anno incandescente. Ci sono tutti i presupposti e in più «c’è qualcosa nell’aria».

In Italia ci sono tante lotte No Tav: “Terzo Valico”, Brennero, Vicenza, Firenze… Quella valsusina è la più longeva e radicata. È nata nel 1991, compie un quarto di secolo ed è ora di un nuovo sunto, di una sintesi. – Dopo venticinque anni, – mi sono chiesto – a che punto si trova il movimento?

Per rispondere, sto scrivendo una “miniserie”. Si intitola Ovest. È un racconto di non-fiction in tre puntate, che usciranno una alla settimana su Internazionale, illustrate dalle foto del compagno Michele Lapini.

La prima puntata è appena uscita.

La seconda la sto scrivendo.

Per la terza, andrò a Venezia l’8 marzo. La serie si concluderà col racconto di quella manifestazione.

Buona lettura.