L’Emilia-Romagna: da illusorio «modello» a «hotspot della crisi climatica». Quale futuro immaginare?

22 luglio 2023, traliccio abbattuto dalla tempesta «downburst» nel Ravennate. Foto tratta da meteoweb.eu.

Pochi giorni fa si è svolto a Cesena il convegno di Energia Popolare, la «non-corrente» (sic) bonacciniana del Partito Democratico. Tra gli ospiti Romano Prodi, che ha parlato della necessità, da parte del PD, di un «radicalismo dolce». Numerosi gli articoli e i servizi tv – per non dire delle photo opportunities su Facebook e Instagram – dedicati a quest’ennesimo pseudoevento politicante, ovviamente svoltosi in una sala con l’aria condizionata.

Mentre i notabili di Bonaccini – tutti con curriculum ominosi: alfieri della cementificazione, difensori di un’economia ecocida, favorevoli ai rigassificatori e quant’altro – se la cantavano e se l’applaudivano, nel mondo si batteva ogni record di temperatura e aumentava la frequenza di fenomeni estremi e disastri. L’Europa cuoceva a fuoco rapido. Le foreste canadesi bruciavano da mesi. Il fumo faceva tossire persone a migliaia di chilometri di distanza.

In capo a poche ore, sulla stessa Romagna che ospitava il convegno si sarebbe abbattuta, di nuovo, la furia degli elementi. Ma l’aria condizionata dà sollievo, aiuta a non pensare, a continuare col tran tran anche se fuori, letteralmente, si crepa di caldo e le città sono sempre più roventi… anche a causa dei condizionatori. Prosegui la lettura ›

Per Roberto Sassi (1960 – 2023)

Roberto Sassi

Soltanto poco fa ci è arrivata una notizia tremenda, una vera randellata. Sabato 15 luglio è morto all’improvviso, a poco più di sessant’anni (magnificamente portati) Roberto Sassi, amico e compagno bolognese che conoscevamo da una vita – dai primissimi anni Novanta – e con cui il confronto è sempre stato fecondo. Non sappiamo bene cosa sia successo, ci dicono che è morto di colpo mentre passeggiava nel parco dell’Arboreto, nei pressi di casa sua.  Prosegui la lettura ›

Radio Giap Rebelde | Due apparizioni di Ufo 78 e una di Se vi va bene bene se no seghe, tra Pisa e la Valsusa

Giuliana Misserville

■ La mano sinistra delle luci in cielo

Il 29 marzo scorso Wu Ming 2 ha presentato Ufo 78 alla libreria Tra le righe di Pisa, in dialogo con la critica letteraria Giuliana Misserville, nell’ambito della rassegna «Passione aliena».

Giuliana ha reso disponibile la registrazione come puntata del suo podcast «La mano sinistra» – il nome è un chiaro omaggio a Ursula K. LeGuin – e noi, con grande piacere, segnaliamo. Buon ascolto.

Ufo 78 a Rivalta di Torino, presentazione ad alta densità ufologica e punk.

Il 29 giugno Wu Ming 1 – introdotto da Paolo Fiorino del CISU (Centro Italiano Studi Ufologici) e in dialogo con Filo Sottile – ha presentato Ufo 78 a Rivalta (TO), nello spazio “Libri tra i fiori”. Un appuntamento della rassegna «Serre d’estate». Prosegui la lettura ›

«Antonio Bellelli». Sesto racconto in musica estratto da Veglione rosso

Illustrazione di Carlotta Artioli.

Antonio Bellelli è di gran lunga il più vecchio dei dodici correggesi uccisi dai fascisti prima della guerra di Liberazione. Aveva cinquantacinque anni quando morì all’ospedale di Correggio, dopo un invito alla casa del Fascio, di quelli che non si possono rifiutare.

Tra i cinque che lo precedettero, in questa triste cronologia, c’erano due ragazzi di diciotto e ventuno anni, un muratore di ventinove, e due contadini, di trentatré e quarantuno. Di questi, Bellelli è il primo a essere deceduto senza che i suoi assassini lo colpissero. Gli altri vennero ammazzati a bastonate o revolverate. Lui con l’olio di ricino, ed è su questo aspetto che si concentra il brano che gli abbiamo dedicato.

Lo ha composto Mattia Cipolli, dell’Esemble Concordanze, e lo hanno suonato tutti e tre gli strumenti che affiancano la voce (e i testi) di Wu Ming 2 in questa trasposizione musicale dei racconti di «Veglione rosso». Sentirete quindi la fisarmonica di Antonio Macaretti, la chitarra elettrica di Stefano Pilia e il violoncello dello stesso Mattia Cipolli. Prosegui la lettura ›

Ufo 78 | La tranche estiva del Flap 23

Radio Ufo 78, la locandina del tour 2023.

Radio Ufo 78, la locandina del tour 2023.

Con le undici date estive del Flap 23 – poche rispetto alle precedenti tranches, ma è perché ad agosto ci fermeremo del tutto e “romperemo le righe” – il tour di Ufo 78 supererà la fatidica quota 100. In autunno, ci spingeremo un poco oltre, con una manciata di date extra, anche all’estero. Sì, perché da qui alla fine dell’anno Ufo 78 uscirà in castigliano (con Anagrama), catalano (con Radical Books), francese (con Libertalia), greco (con Οι Εκδόσεις των Συναδέλφων) e tedesco (con Assoziation A).

Lo avevamo detto e l’abbiamo fatto: abbiamo trascorso un anno sulla strada – molto spesso ferrata, perché viaggiamo prevalentemente in treno – per discutere con lettrici e lettori del nostro romanzo. Eppure molti luoghi non siamo riusciti a toccarli. Cento date in un anno sono uno sbanderno, ma gli inviti sono stati almeno altrettanti. A malincuore, molto presto abbiamo dovuto chiudere a doppia mandata il calendario. Un tour di oltre duecento date era fuori dall’orizzonte delle nostre possibilità – e in realtà da quelle di chiunque!

La tranche estiva ha alcuni tratti peculiari. Innanzitutto, salterà all’occhio che tre eventi su undici li faremo in Romagna. Erano fissati da prima, ma è chiaro che dopo le recenti alluvioni assumono nuovi significati.

Cinque date su undici non saranno presentazioni “normali” – non che le nostre lo siano sempre… – ma rappresentazioni dello spettacolo Radio Ufo 78, prodotto dal laboratorio Melologos ed eseguito da Wu Ming 1 & Bhutan Clan. Per sapere di che si tratta, ecco qui la scheda artistica. Prosegui la lettura ›

In marcia con gli Ent. L’importanza delle lotte a Bologna contro il Passante, il cemento e il «green»

Il «green» – nemico del verde, avanguardia di asfalto e cemento – visto da Nicolò Balestrazzi.

«Non ci compete governare tutte le maree del mondo, bensì mettercela tutta a sostegno degli anni a noi assegnati, estirpando il male dai campi che conosciamo, in modo che chi vivrà dopo abbia terra sana da coltivare. Del tempo che farà non siamo noi a disporre.» (J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, RR, V. IX)

INDICE
1. Immagini e discorsi del post-alluvione: la «regione-modello» nella melma
2. Conseguenze di cemento e arboricidio: l’esempio del Savena
3. La lotta al «Passante di Bologna» dopo le piogge
4. Come ti “compenso” l’ecocidio
■ Pugno d’asfalto in guanto di velluto verde
■ Cementificare per «salvare il suolo»
5. «Ogni giorno qualcosa»: un ecosistema di lotte a Bologna
■ Due insegnamenti della lotta No Tav
6. La lotta al Passante è di portata nazionale ed europea
7. Materialismo fantastico
8. Verso il 17 (e 18) giugno

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Coraggio, fantasia e… pentolame! A Bologna si accendono le contestazioni contro il malterritorio

[Ieri, durante la «Giornata mondiale dell’ambiente», la classe dirigente bolognese ha subito due contestazioni da parte dei movimenti contro il malterritorio, la cementificazione e le grandi opere che stanno per abbattersi sulla città, in primis il cosiddetto «Passante di Bologna».

Da tempo esponenti della giunta e lo stesso sindaco Lepore devono fare i conti con simili proteste, ma quelle di ieri venivano dopo le recenti alluvioni, e soprattutto dopo i penosi, sguaiati tentativi – da noi documentati – di negare l’evidenza. L’evidenza di politiche che hanno devastato il territorio. Il fatto che le azioni siano avvenute nel giro di poche ore, mandando all’aria i rituali della farlocca «partecipazione» à la bolognaise, segnala che i responsabili del malterritorio non possono più metterci la faccia impunemente.

La prima contestazione, a cui eravamo presenti, ha interrotto e infine fatto saltare un momento di smaccato greenwashing, organizzato all’auditorium Enzo Biagi della centralissima Sala Borsa. Titolo della cerimonia: «Bologna missione clima. Salute, diritti ed economia alla prova della crisi climatica». Le officianti erano la vicesindaca Emily Clancy e Anna Lisa Boni, che sarebbe l’assessora a… Mica facile dirlo, gli assessorati non hanno più un nome, solo interminabili, barocchi elenchi di improbabili deleghe. Ecco quelle di Boni: «Fondi europei, cabina di regia PNRR, coordinamento transizione ecologica, patto per il clima e candidatura “Città carbon neutral”, relazioni internazionali» C’era anche, collegata da Baltimora, la virologa Ilaria Capua (mah!).

La seconda contestazione è avvenuta subito dopo, pochi chilometri più a sud, a un incontro pubblico sul cosiddetto «Nodo di Rastignano», una bretella d’asfalto il cui cantiere si è insediato al parco del Paleotto dopo un violentissimo disboscamento… per poi essere spazzato via dalla piena del Savena. L’incontro, però, non aveva il fine di ridiscutere l’opera con cittadine e cittadini, ma di spiegare che l’indiscutibie ripresa dei lavori non avrebbe interrotto la viabiità. C’erano la sindaca di Pianoro Franca Filippini e – collegata via telefono – Valentina Orioli, assessora a Bologna con deleghe a «Nuova mobilità, infrastrutture, vivibilità e cura dello spazio pubblico, valorizzazione dei beni culturali e Portici Unesco, cura del patrimonio arboreo e Progetto impronta verde». C’erano anche altri amministratori della cintura bolognese e della Città metropolitana, ma il ruolo principale era stato ritagliato per «i tecnici dell’impresa esecutrice dei lavori». Impresa curiosamente mai nominata, nemmeno nella locandina dell’evento. L’anodino ordine del giorno non ha retto al fuoco di fila di interventi e domande puntuali, a cui tecnici e politici hanno risposto da un lato chiamando i carabinieri, dall’altro farfugliando e non andando oltre il «si deve fare».

Alcune persone presenti a entrambe le azioni hanno scritto un dettagliato resoconto della giornata, che ci sembra importante proporvi. Buona lettura. WM] Prosegui la lettura ›