Break The Wall! In Cirenaica, mentre l’estrema destra converge su #Bologna

21622870878_b836cd619e_z

Finalmente sono disponibili on line tutti i materiali audio e i video della giornata «Resistenze in Cirenaica», quella ormai famosa del 27 settembre scorso. Ci sono le letture pomeridiane al Vag61, c’è il “trekking urbano” nel rione, c’è lo spettacolo serale completo. Potete ascoltare Guglielmo Pagnozzi e le Brigate Sonore che suonano il liscio durante i reading di Wu Ming 1 e Wu Ming 2, testimonianza di un’autentica renaissance di liscio e filuzzi (le loro versioni roots) nel milieu dei centri sociali e dei movimenti bolognesi. Potete vedere via Libia che, magicamente, cambia nome. Potete vedere l’intitolazione del giardino pubblico di via Barontini al ferroviere anarchico Lorenzo Giusti. Ecc. ecc.

Il percorso di Resistenze in Cirenaica è appena agli inizi. Stiamo avviando diversi progetti: laboratori, trekking urbani, guerriglia toponomastica, documentari, libri. Prossimamente sarà on line un sito ad hoc, interamente dedicato a questo grande cantiere culturale.

Resistenze in Cirenaica torna a manifestarsi già questa settimana, e precisamente venerdì 30 ottobre, con una serata al Vag61, via Paolo Fabbri 110.
Wu Ming 1 e Kai Zen/Bhutan Clan racconteranno la storia di un muro della vergogna, un muro italiano che preparò un genocidio, il cui ricordo è assente dalla memoria collettiva del nostro paese.
La serata è parte di una tre-giorni in vista del grande assalto fascioleghista alla città di Bologna. Prosegui la lettura ›

«Prima i poveri!» La resistenza dell’#ExTelecom e la gestione del potere a #Bologna (e in Italia)

Bologna, 20 ottobre 2015. Alcune occupanti dell'Ex-Telecom.

Bologna, 20 ottobre 2015. Alcune occupanti dell’Ex-Telecom.

di plv

Ho cominciato questo articolo per Giap stanotte, appena tornato dal presidio, con gli occhi che mi si chiudevano, e l’ho finito stamattina.

Sulla giornata di Bologna del 20 ottobre si scriveranno decine di resoconti. Si dirà che è stata una giornata drammatica, piena di lacrime e gonfia di rabbia, sporca del sangue delle teste rotte dai manganelli della polizia. Ma la prima cosa da dire, quando siamo arrivati ormai a notte fonda ed è possibile fare un primo parziale bilancio, è che nella drammaticità della situazione oggi si è portata avanti una lotta che ha saputo guardare in faccia i potenti senza fare un passo indietro. Una lotta che ha messo in campo le capacità, le competenze, la cura, i corpi e la rabbia di tutti coloro che hanno resistito in via Fioravanti per diciotto ore. Una lotta appoggiata con generosità da tutti quelli che hanno potuto mettere a disposizione anche solo un minuto del loro tempo.

Ieri, le 300 persone che da quasi un anno occupavano l’Ex-Telecom sono state sgomberate, ma una trattativa su un loro ricollocamento è stata vinta, e questo è stato possibile perché si è lottato insieme e con tutti i mezzi possibili. A Bologna, a Roma, ad Alessandria, Brescia, Pavia, Livorno… Uomini, donne, bambini, facchini, disoccupati, senza tetto, studenti e studentesse, migranti, pensionati, occupanti e solidali a comporre un’unica lotta: quella dei migranti sugli scogli di Ventimiglia, dei facchini contro la Granarolo, dei residenti contro gli sfratti, quella dei braccianti di Foggia, quella dei poveri contro i ricchi, dei deboli contro i potenti. Prosegui la lettura ›

«Raccontare altrimenti». Cinque domande su letteratura e storia

FIERA_6OTT00002-

Poco meno di un anno fa, WM4 e WM2 hanno partecipato al convegno annuale dell’Associazione per gli Studi di Teoria e Storia Comparata della Letteratura. Titolo: L’immaginario politico. Impegno, resistenza, ideologia. Trattandosi di un appuntamento accademico di quelli tosti, i due si sono limitati a conversare, alla conclusione dei lavori, con Federico Bertoni, Emanuela Piga, Clotilde Bertoni, Daniele Giglioli e Guido Mazzoni.
In margine a quella chiacchierata, Federico Bertoni ha intervistato WM2 per la rivista digitale TransPostCross (N.1, Anno 4). Il risultato dello scambio è da poco on-line, insieme con altre “cinque domande su letteratura e storia”, rivolte dalla redazione ad Adelchi Battista ed Helena Janeczek.

Abbiamo pensato di riproporre l’intervista qui su Giap, dal momento che quelle domande sono state anche l’occasione di un bilancio, su quel che abbiamo imparato scrivendo romanzi storici, e un assaggio di quel che stiamo tentando di fare al di là di quella forma.
Segnaliamo che nello stesso numero della rivista compare anche un saggio di Emanuela Piga, Dalla storia alla letteratura: il ritorno del sommerso nel campo di battaglia del testo letterario, dove si parla di Timira. Romanzo Meticcio e di altri due romanzi sul “rimosso coloniale”, di cui scrivemmo quando Giap era ancora una newsletter: Regina di fiori e di perle, di Gabriella Ghermandi e Le rondini di Montecassino, di Helena Janeczek. Prosegui la lettura ›

I «45 cavalieri» di Wikipedia. Da chi e cosa è libera l’enciclopedia libera?

cavallo-di-Bastoni

È possibile usare Wikipedia a scuola, in modo critico e utile? Quali sono le trappole da evitare? Può aiutarci a capirlo la voce «Storia del Trentino».

di Tommaso Baldo (*)
con la collaborazione del gruppo Nicoletta Bourbaki (*)

0. Premessa
1. La voce Storia del Trentino su it.wiki sino al 26.9.2015
2. Le modifiche del 26.9.2015 alla voce Storia del Trentino
2b. La citazione di Monzali sulla “snazionalizzazione” degli italiani d’Austria
2c. Prendere per buono un testo irredentista del 1914
2d. La «questione nazionale trentina»
2e. Sempre colpa dell’Austria
3. Alcune “trappole” ricorrenti su Wikipedia
3b. La fonte c’è ma…
3c. Attenzione a certe “dimenticanze”
3d. Una narrazione conservatrice
4. L’«Enciclopedia libera» va presa sul serio
Prosegui la lettura ›

Torna la collana #QuintoTipo, con #PCSP (Piccola Contro-Storia Popolare), il nuovo libro di Alberto Prunetti

Copertina PCSP

Clicca per scaricare la copertina completa, con quarta e alette (pdf).
«Ribellioni, resistenze, renitenze, rivolte… Dov’è finita la Maremma raccontata dal Prunetti? Quella sì era roba pesante: gente che mangiava fiamme, sovversivi che facevano lo slalom tra rappresaglie, repressione e rastrellamenti, e qui dentro li trovi tutti, belli stipati e pronti al pum! come i chiodi e il sale grosso nella canna dell’archibugio. Anarchici e comunisti alla macchia… Gente che spara ai fascisti… Banditi che sciorinano poemi in ottava rima… Altra gente che spara ai fascisti…»

Alberto Prunetti

Il Prunetti.

Il 5 novembre ritorna la collana Quinto Tipo, diretta da Wu Ming 1 per le Edizioni Alegre.
Dopo Diario di zona di Luigi Chiarella (Yamunin), Il derby del bambino morto di Valerio Marchi e Il tenore partigiano di Lello Saracino, arriva in libreria il nuovo libro di Alberto Prunetti: PCSP (Piccola Controstoria popolare).

PCSP perturba l’orbita della «Trilogia Working Class» iniziata con Amianto. Una storia operaia. È per il 30% una riscrittura/remix del primissimo libro del Prunetti, Potassa, e per il 70% un’opera completamente nuova. Potete farvi un’idea del tono del libro e dell’incazzosa stella sotto cui nasce aprendo il pdf della copertina completa.

Con quest’uscita si riapre la campagna abbonamenti. L’abbonamento consente di ricevere a casa quattro libri della collana. Ergo, PCSP conclude l’abbonamento dei bravi pionieri che lo sottoscrissero un anno fa, a scatola chiusa. Non possiamo che ringraziarl* tutt*, e speriamo rinnovino la fiducia in quest’esperimento editoriale. Prosegui la lettura ›

Le guerre sbagliate dell’Italia, le guerre giuste di un italiano


Insomma, pare che l’Italia voglia tornare su uno dei suoi luoghi del delitto, cioè in Iraq, a bombardare come ai tempi di Cocciolone, ad annichilire questo e quello come ai tempi di Nassiryah, e magari a far vedere come muore un italiano, come ai tempi dei contractors. Del resto, quando si ottengono buoni risultati, perseverare è doveroso.

Intanto, le grandi potenze fanno a gara a chi bombarda più civili in Medio Oriente. Tutto per combattere l’ISIS, si dice. Cioè un nemico-golem creato dagli interventi militari precedenti… con più di un aiutino da parte della Turchia di Erdogan. Quella Turchia che è un paese Nato e da mesi – mentre la Nato dice di combattere l’ISIS – reprime e bombarda i curdi, cioè gli unici ad avere sconfitto l’ISIS sul campo. Aria viziata a circolazione forzata.
E la Russia che forse metterà i boots on the ground. L’ultima volta che la Russia ha pestato quei boots fuoricasa è stata in Afghanistan, dove ha strascicato per anni una guerra condotta in modo disastroso, durante la quale si sono formati i Bin Laden, gli al-Zawahiri, i mullah Omar. Più di recente, il terrorismo islamico non è calato ma cresciuto anche per colpa di Putin, per quello che ha combinato e tuttora combina in Cecenia. Con l’ISIS in Siria pare ci siano 2500 ceceni. Insomma, scusateci se, per questi e per molti altri motivi, la favoletta di Putin salvatore del mondo non ce la beviamo.

Tutti i padroni del pianeta dicono di voler combattere l’ISIS (chiagni), tutti usano l’ISIS per portare avanti i loro interessi (fotti).
Non c’è da dubitare che, per l’ennesima volta, anche l’Italia farà del proprio peggio. Prosegui la lettura ›