Il prossimo 19 marzo la casa d’aste inglese Bonhams batterà, per una base tra le 6000 e le 8000 sterline, una lettera che J.R.R.Tolkien indirizzò al proprio editore nel 1955, poco prima di vedere pubblicato il terzo volume del Signore degli Anelli. Nel testo Tolkien riferisce la critica che il poeta W.H. Auden gli mosse riguardo alle nozze tra Aragorn e Arwen alla fine della guerra dell’Anello. Secondo Auden quei fiori d’arancio risulterebbero “superflui e frettolosi”, ovvero ben poco significativi nel quadro dell’happy ending. Dal suo punto di vista Tolkien avrebbe tranquillamente potuto eliminare la scena. Prosegui la lettura ›
Pensi che Bono sia buono? Apriti la mente, leggi «The Frontman»
Grazie alle Edizioni Alegre e agli sforzi di Wu Ming 1 e Alberto Prunetti, dal 26 febbraio sarà in libreria The Frontman. Bono (Nel nome del potere).
Il libro di Harry Browne è un’approfondita e spietata inchiesta sui progetti filantropici di Bono Vox, sulle sue connection nella politica e nella finanza mondiale, sull’impero affaristico degli U2.
Bono è un caso emblematico, è l’esempio perfetto. Descrivere la sua parabola serve a smontare e analizzare il mito dei nababbi buoni, di quei milionari che ci mostrano il proprio cuore palpitante per i derelitti e i bambini che muoiono di fame, e al contempo promuovono e difendono le politiche di sfruttamento e depredazione che producono derelitti e affamano quei bambini.
Più in generale, il bersaglio è l’ipocrisia fatta sistema che permette a certi riccastri di presentarsi come difensori della “gente”, dei vessati, degli impoveriti.
Uscito in Irlanda, Gran Bretagna e Stati Uniti nel 2013, The Frontman ha fatto incazzare un sacco di gente, a partire dallo stesso Paul Hewson in arte Bono. Prosegui la lettura ›
La gonfia, tumefatta vicenda dei #marò: due anni di fascisteria, patacche e bombe al panzanio
di Matteo Miavaldi (guest blogger)
Il caso Enrica Lexie, dopo due anni, si sta avvicinando alle fasi finali, dopo una serie di rinvii e complicazioni diplomatiche, mistificazioni e propaganda elettorale tanto in India quanto in Italia: elementi che hanno aperto la strada alla “narrazione tossica” della vicenda dei due marò, strapazzata da un’informazione generalmente superficiale e, in alcune circostanze, platealmente nociva. Prosegui la lettura ›
Wu Ming Contingent meets Roma Ribelle!
– Che si fa domani? Andiamo al concerto del Wu Ming Contingent?
– Un concerto dei Wu Ming? Cazzo dici? Quelli so’ scrittori, mica suonano.
– Invece pare che adesso fanno pure un disco. Cioè, non tutti e quattro. Due di loro con altri due musicisti.
– Vabbe’, ho capito: robe come Cadillac, o Razza Pagana, o il blues di Reinhold Messner. C’è uno che legge e gli altri che ci suonano sotto. Sai che palle… Prosegui la lettura ›
Oggi, settant’anni fa, i fascisti uccidevano Leone Ginzburg
Riproponiamo qui il testo che abbiamo scritto nel novembre scorso per gli ottant’anni della casa editrice Einaudi.
«Questa mia traduzione è nata nelle circostanze seguenti».
Il primo nome che ci è venuto in mente quando dalla casa editrice ci hanno chiesto un pugno di righe – un ricordo, uno spunto, qualcosa – sull’ottantennale della fondazione dell’Einaudi, è quello di Leone Ginzburg. A seguire, quello di Proust. Perché?
Perché nel giro di ventiquattr’ore si celebrano il centenario della pubblicazione di Du côté de chez Swann (14 novembre 1913) e l’ottantennale dell’Einaudi (il giorno dopo).
E perché c’è un collegamento forte tra Leone Ginzburg, la sua persecuzione da parte dei nazifascisti, la tragica fine a Regina Coeli… e la Recherche. Prosegui la lettura ›
Lettera aperta a Carlo Lucarelli sulle violenze (quelle vere) alla #Granarolo
Caro Carlo,
una doverosa premessa: questa non è una “disputa tra intellettuali”, ma una storia dove lavoratori sono stati licenziati per un giorno di sciopero e poi denunciati, pestati e ripestati, gassati e calunniati dai media. Non sono in ballo le nostre reputazioni: sono in ballo le loro esistenze. Prosegui la lettura ›
Con i lavoratori della #logistica | Resistere a #Granarolo e ai padroni «buoni»
Ne abbiamo scritto su Internazionale ormai svariati mesi fa; da allora la lotta dei facchini della logistica e, di conseguenza, la repressione si sono fatte ancora più intense e radicali. Soprattutto a Bologna e soprattutto alla Granarolo, ma anche in altre parti d’Italia. L’episodio recente che ha spinto il direttore della rivista Giovanni De Mauro a scrivere dell’argomento in prima persona è infatti accaduto a Milano: il pestaggio del sindacalista Fabio Zerbini da parte di una squadraccia padronale, o mafiosa, o entrambe le cose. Prosegui la lettura ›