Quando Margaret Powell pubblicò il suo memoriale, nel 1968, il mondo era cambiato dagli inizi della sua carriera. Soprattutto era cambiata lei stessa, dato che era diventata una scrittrice.
Era nata a Hove, una cittadina del sud dell’Inghilterra, sessantuno anni prima, seconda di sette figli di una famiglia poverissima. La madre faceva la donna delle pulizie, il padre era imbianchino, richiamato per la Grande Guerra, spesso disoccupato. Con una mente acuta in un corpo poco aggraziato e lungagnone, a tredici anni Margaret aveva dovuto rinunciare alla borsa di studio vinta per meriti scolastici e andare a lavorare. Cioè a fare l’unico lavoro che la sua condizione sociale le consentiva: la domestica, o meglio, la serva nelle case dei ricchi. Prosegui la lettura ›