Una specie di addendo all’ultimo post di news e segnalazioni.
Poche settimane fa, @akaOnir – al secolo Francesco Spè – si è laureato all’Università di Macerata con una tesi intitolata «Un collettivo, 140 caratteri. Wu Ming, Twitter e la repubblica democratica dei lettori».
In parole povere, ha analizzato la nostra comunicazione via Twitter, gli esperimenti che abbiamo portato avanti con quel mezzo e (non ultimo) il rapporto bidirezionale tra Twitter e questo blog.
Tale lavoro di ricerca non è terminato con la laurea: la tesi verrà ampliata, aggiornata e pubblicata in rete dopo la pausa agostana.
Il 16 giugno scorso, @akaOnir ha realizzato una lunga intervista a WM1 sui temi di cui sopra. L’ha trascritta e messa on line ieri notte. C’è un sacco di roba, pure troppa. Contiene, ad esempio:
– non pochi dietro-le-quinte, es. sulla gestione di Giap e sul rapporto con Einaudi Stile Libero;
– una “fenomenologia” dell’accoppiata Repetti & Cesari, forse eccessivamente polarizzata: chi la legge tenga conto che anche Repetti lavora sui testi e anche Cesari fa lavoro “relazionale”;
– un non affettuosissimo amarcord della vecchia Indymedia: in sintesi, si salvano quasi solo Franti e Mazzetta, e proprio perché a l’arcurdén, la ricordiamo sin troppo bene.
Inoltre, sono svariati i sassolini tolti dagli anfibi. Si veda soprattutto l’ultima risposta.
Insomma, pensateci: può essere una piacevole lettura estiva.
E… il titolo di questo post, che ai più attempati avrà forse ricordato Renato Rascel nei panni di Robespierre?
La spiegazione è alla risposta 23.
Ecco l’agosto che solve e scinde (Un po’ di news)
In attesa della seconda parte del “flusso di coscienza” di WM1 sugli Yo Yo Mundi (e ovviamente non solo), alcune novità e segnalazioni per chiudere il mese di luglio. In agosto Giap non si fermerà, ma i post si faranno più radi.
Qui una lunga e densa intervista a Wu Ming 2 su Il sentiero degli dei, ambiente e territorio, la lotta No Tav e molto altro.
A proposito di No Tav, ecco una mini-riflessione fresca fresca (fatta al volo stamane su Twitter), dopo il successo della marcia da Giaglione a Chiomonte, che ha segnato un “cambio di passo”, spiazzando politici, media asserviti e forze dell’ordine. Cose molto simili le ha scritte Carta, in modo meno aforistico.
Qui un’intervista radiofonica a Wu Ming 1 su Anatra all’arancia meccanica, trasmessa da Radio Beckwith un paio di settimane fa.
Pochi giorni fa, su “Saturno” – inserto culturale de Il Fatto quotidiano, diretto da Riccardo Chiaberge, uno che anni fa scrisse di noi: “Dura Ming! Non dura, non possono durare!”, recentemente ha informato ridacchiando i suoi lettori che Anatra all’arancia meccanica era “un flop” (13.000 copie vendute in tre mesi e miglior successo di critica della nostra carriera) e nel settembre scorso se l’è presa con Gad Lerner perché aveva ospitato all’Infedele il malvagio Toni Negri, brrrrrrrr! – su “Saturno”, dicevamo, un tizio ci ha tirati in ballo in una polemica mal condotta, scrivendo cose a dir poco inesatte sul nostro conto.
Nei commenti in calce al post, per conto dell’intero collettivo, WM1 – come ha scritto su Twitter eFFe della rivista on line Finzioni – “si leva gli schiaffi dalla faccia”.
Non è nostra intenzione ri-intervenire in quello spazio.
Su All About Jazz, una bella recensione di Altai, l’album degli Skinshout + Xabier Iriondo, possibile colonna sonora del romanzo da cui prende il titolo. Dettagli e ascolti qui.
Perché voglio bene agli Yo Yo Mundi / Prima parte: #Genova2001, «Sciopero», #Utoya, questi anni
di Wu Ming 1
E’ la sera del 21 luglio 2011 e, a differenza di molte altre persone, non sono a Genova. Vari ostacoli e impedimenti mi hanno impedito di tornare in quelle strade, in via Tolemaide, in Piazza Alimonda.
Nei dieci anni trascorsi dal G8 – e dalla morte di Carlo Giuliani, dall’irruzione alle scuole Diaz, dalle torture di Bolzaneto, da troppe altre cose – ho rimesso piede a Genova varie volte, e un anno fa sono anche passato in Piazza Alimonda. Non la visitavo dal 2002, dal primo anniversario della morte di Carlo. In quell’occasione, avevo buttato giù alcuni appunti sulla memoria, sui monumenti, sui rituali. A distanza di otto anni, volevo vedere quali ricordi fossero rimasti bloccati tra gli edifici, impigliati ai rami degli alberi, stampigliati sul marciapiede di fronte alla chiesa. Volevo vedere, e prendere nuovi appunti, perché stavo scrivendo un breve racconto sul G8 del 2001. Un racconto, per riprendere in forma narrativa l’autocritica di qualche tempo prima. Ma quella visita è stata inutile: non sono riuscito a capire niente, faticavo a orientarmi, non sembrava nemmeno la stessa piazza. Non una scritta, non un mazzo di fiori.
Ieri, alla commemorazione del decennale, è stato tutto molto diverso. Ho visto i video, letto i commenti. Piazza Alimonda era quella Piazza Alimonda, cioè “Piazza Carlo Giuliani, ragazzo”. Adesso una targhetta c’è. E come ogni targhetta di quel genere, è in attesa dei propri vandali.
Il racconto, ad ogni modo, io l’ho scritto. Prosegui la lettura ›
Dichiarazione sul decennale
Negli anni abbiamo ragionato e scritto tanto su quei giorni di Genova, ma oggi, nel decennale del G8, le parole sono in sciopero selvaggio.
La loro ribellione è giusta: le abbiamo sfruttate, forzate, frustate, sfiancate per tirare fuori il senso di Genova e dei nostri errori.
Il loro picchetto a cosa blocca l’accesso? Alla fabbrica delle ovvietà che scriveremmo forzandole ancora una volta?
#carlovive #ioricordo #G8… Quei cancelletti li aprano altri con le giuste parole. Noi abbiamo usato troppa luce ed è scattato il salvavita.
Oggi non ci saranno messaggi né commenti.
Al diavolo la “concordia nazionale”! Lo spettro di Bruno #Fanciullacci su Twitter
Questa sera, in Piazza Tasso a Firenze, gli antifascisti ricorderanno il partigiano Bruno Fanciullacci, morto a ventiquattro anni il 17 luglio 1944, dopo tre giorni di torture per mano della “Banda Carità”, tra le pareti della famigerata”Villa Triste”.
Per non essere costretto a rivelare i nomi dei compagni, Fanciullacci si gettò da una finestra, le mani legate dietro la schiena. Morì per le conseguenze della caduta e per le rivoltellate degli sgherri di Mario Carità.
Mentre il capoluogo toscano renderà onore a un “bastardo senza storia” (come Valerio Gentili chiama gli antifascisti “scomodi”, eroi dalle storie spigolose, personaggi il cui ricordo è poco duttile e dunque inadatto ai “santini”), il volto di Bruno Fanciullacci apparirà come “avatar” in molti profili di Twitter (e di altri social network).
A dire il vero, sta già succedendo. Da venerdì pomeriggio è in corso un piccolo evento, ibrido di commemorazione, campagna d’opinione ed esperimento di “ingegneria inversa” sul dispositivo-Twitter. Mentre scriviamo, poco meno di un centinaio di persone ha modificato il proprio profilo, sostituendo l’avatar con la foto più conosciuta di Fanciullacci [in alto a destra]. L’intenzione è di esporla come vessillo fino a domenica notte, ovvero fino al termine della serata fiorentina (qui i dettagli). Prosegui la lettura ›
«Il sentiero degli dei» in ePub e PDF ottimizzato per l’e-reader / #notav
Ehm… Interessa?
[ Aggiunto il 18/07/11:
MOBI (per Kindle) ]
Un grazie di cuore a Paolo Carboni per lo sbattimento. A buon rendere! Grazie anche a Emanuela Zibordi e a Manuel.
Il resto lo abbiamo spiegato l’altro giorno.
P.S.Se volete lasciare due spiccioli, tranquilli, non è cosa che ci faccia ribrezzo :-)
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Sia ben chiaro: anche nel caso non facciate niente di quanto appena descritto, vi vogliamo bene lo stesso.
Di chi sono i beni comuni? + Da oggi scaricabile «Il sentiero degli dei» #notav
Il 27 giugno scorso, mentre dalle parti di Chiomonte, in Val di Susa, l’odore dei lacrimogeni era ancora pungente, centinaia di chilometri più a sud, in un’aula di tribunale, la corte d’appello di Firenze mandava assolti i dirigenti del consorzio Cavet, condannati in primo grado per l’inquinamento e lo smaltimento illecito di rifiuti, durante lo scavo delle gallerie per l’Alta Velocità nella zona del Mugello. Di fronte a un tempismo così perfetto, bisogna ammettere che sarebbe stato quantomeno schizofrenico imporre un’opera con il manganello e nello stesso tempo condannarla con il codice penale. Prosegui la lettura ›