Questa sera, in Piazza Tasso a Firenze, gli antifascisti ricorderanno il partigiano Bruno Fanciullacci, morto a ventiquattro anni il 17 luglio 1944, dopo tre giorni di torture per mano della “Banda Carità”, tra le pareti della famigerata”Villa Triste”.
Per non essere costretto a rivelare i nomi dei compagni, Fanciullacci si gettò da una finestra, le mani legate dietro la schiena. Morì per le conseguenze della caduta e per le rivoltellate degli sgherri di Mario Carità.
Mentre il capoluogo toscano renderà onore a un “bastardo senza storia” (come Valerio Gentili chiama gli antifascisti “scomodi”, eroi dalle storie spigolose, personaggi il cui ricordo è poco duttile e dunque inadatto ai “santini”), il volto di Bruno Fanciullacci apparirà come “avatar” in molti profili di Twitter (e di altri social network).
A dire il vero, sta già succedendo. Da venerdì pomeriggio è in corso un piccolo evento, ibrido di commemorazione, campagna d’opinione ed esperimento di “ingegneria inversa” sul dispositivo-Twitter. Mentre scriviamo, poco meno di un centinaio di persone ha modificato il proprio profilo, sostituendo l’avatar con la foto più conosciuta di Fanciullacci [in alto a destra]. L’intenzione è di esporla come vessillo fino a domenica notte, ovvero fino al termine della serata fiorentina (qui i dettagli). Prosegui la lettura ›
«Il sentiero degli dei» in ePub e PDF ottimizzato per l’e-reader / #notav
Ehm… Interessa?
[ Aggiunto il 18/07/11:
MOBI (per Kindle) ]
Un grazie di cuore a Paolo Carboni per lo sbattimento. A buon rendere! Grazie anche a Emanuela Zibordi e a Manuel.
Il resto lo abbiamo spiegato l’altro giorno.
P.S.Se volete lasciare due spiccioli, tranquilli, non è cosa che ci faccia ribrezzo :-)
Due spiccioli non tanto in cambio dell’ePub o del PDF (che sono gratis et amore dei), quanto per dare un piccolo sostegno al lavoro complessivo che facciamo in rete – e non solo – da più di undici anni. E’ sufficiente cliccare sull’icona qui sotto. Non è necessario avere la carta di credito, basta un conto corrente.
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Sia ben chiaro: anche nel caso non facciate niente di quanto appena descritto, vi vogliamo bene lo stesso.
Di chi sono i beni comuni? + Da oggi scaricabile «Il sentiero degli dei» #notav
Il 27 giugno scorso, mentre dalle parti di Chiomonte, in Val di Susa, l’odore dei lacrimogeni era ancora pungente, centinaia di chilometri più a sud, in un’aula di tribunale, la corte d’appello di Firenze mandava assolti i dirigenti del consorzio Cavet, condannati in primo grado per l’inquinamento e lo smaltimento illecito di rifiuti, durante lo scavo delle gallerie per l’Alta Velocità nella zona del Mugello. Di fronte a un tempismo così perfetto, bisogna ammettere che sarebbe stato quantomeno schizofrenico imporre un’opera con il manganello e nello stesso tempo condannarla con il codice penale. Prosegui la lettura ›
Si balla! (L’inizio del crack, quello vero)
[Luca:] Dunque, compadres, in pratica ci siamo.
E’ il vecchio adagio bukowskiano: – Come ti sei ridotto così?
– Prima poco alla volta. Poi di colpo.
Ecco, a occhio e croce, siamo giunti al “di colpo”.
Il governo più debole della storia della repubblica da oggi dovrebbe affrontare la più grossa tempesta economica che abbia mai investito il paese da cento anni in qua.
Da oggi siamo preda di raid economico-finanziari di ogni tipo, e se pensiamo di averne già viste molte, credo che rimarremo sorpresi un bel po’. Da stamattina gli interessi sul debito-Italia hanno preso a salire vertiginosamente, dopo aver raggiunto ieri i massimi, e mi sa che questo è proprio l’inizio del crack. Quello vero.
Le conseguenze sulle persone credo che facciamo fatica anche a immaginarcele. Prosegui la lettura ›
E’ solo questione di tempi, ovvero: torna in libreria il generale Giap!
[Giovedì 7 luglio torna ufficialmente in catalogo uno dei grandi testi di filosofia del conflitto (“scienza militare” sarebbe riduttivo) del XX secolo, Masse armate ed esercito regolare, scritto dal generale vietnamita e teorico marxista Vo Nguyen Giap.
Costui è l’uomo al quale, più di undici anni fa, intitolammo la nostra newsletter, che nel tempo si è evoluta fino a diventare il blog che state leggendo.
Giap è lo stratega della battaglia di Dien Bien Phu, che nel 1954 spazzò via dall’Indocina i colonialisti francesi. Abbiamo raccontato quell’evento nel nostro Asce di guerra (cap. 32) e ne abbiamo messo la notizia in bocca ai personaggi del Bar Aurora di 54 («Dien Bien Phu, ‘gnurènt! È dove i francesi hanno concentrato l’esercito. Stavolta li mandiamo a casa con la coda tra le gambe, ché il Generale Giap non è mica un baggiano, è uno che la sa fare la guerra, un eroe del popolo»).
Dopo la Francia arrivarono gli USA, con napalm e Agente Arancio. Giap si mise d’impegno a cacciare pure loro.
“Giap” è anche il nome di uno spazio occupato a Roma, nel quartiere San Lorenzo, più volte sgomberato.
La copertina del libro mostra il generale in piedi accanto a Ho Chi Mihn, “Colui che rimane sveglio quando tutti dormono”, protagonista del prologo di Asce di guerra.
Segnalare su Giap il ritorno in libreria di Giap è per noi un atto doveroso, nonché la chiusura di un cerchio. Anche perché c’è lo zampino del nostro amico e da molti anni compagno di strada Tommaso De Lorenzis: a chiudere il volume è un suo intervento intitolato «Da qui a Saigon la strada è buona», che proponiamo integralmente qui sotto. La prefazione, invece, è di Luciano Canfora.
Fidatevi di noi, ordinate il libro (presso il vostro libraio di fiducia o in rete, per esempio qui). Per il pdf della copertina completa, cliccare qui.] Prosegui la lettura ›
Nervi #saldi in Val di Sherwood: cronaca di una giornata #noTAV
Lo studioso di cinema e media Flavio Pintarelli, grazie a storify.com, ci offre una cronistoria critica in tempo reale – suddivisa in blocchi tematici – del modo in cui manifestanti in loco e mediattivisti sparsi in tutta Italia stanno usando Twitter per commentare la manifestazione nazionale No Tav in Val di Susa, aggirare la disinformazione “bipartisan” sul suo reale svolgimento e mostrare la brutale repressione messa in campo dal ministro di Nottingham e dai suoi rinoceronti.
Integrazione: una cronistoria più specifica, incentrata sul “dirottamento” dell’hashtag “#saldi” su Twitter, la mette a disposizione @akaOnir.
N.B. Giunti al fondo della schermata di Storify, cliccare ogni volta su “Load more” per proseguire la lettura.
Rapotez, ovvero: in Italia si tortura (e si torturerà)
[Quelle che seguono sono “note di visione” sul documentario Rapotez. Un caso italiano (Italia, 2010) di Sabrina Benussi, durata 53’. Con Luciano Rapotez, Gherardo Colombo, Marcello Flores, Moni Ovadia.
Il testo è stato scritto nel gennaio scorso in occasione del Trieste Film Festival e allegato alla cartella stampa del documentario. Doveva uscire anche sul quotidiano Il Piccolo, ma all’ultimo momento l’accordo è saltato per ragioni (a-ehm! cough! cough!) tecniche. Dalla scheda del film:
«Una lunghissima e tormentata vicenda giudiziaria quella che il protagonista, oggi lucido novantunenne, racconta. Luciano Rapotez: arrestato, torturato e sottoposto per due anni e mezzo a carcerazione preventiva prima di essere assolto dall’accusa di aver commesso un triplice omicidio, infine costretto a emigrare per rifarsi una vita, lontano dagli affetti ormai perduti. Un caso risalente a mezzo secolo fa eppure di stretta attualità.»
L’autrice è a disposizione per presentazioni: sabrinabenussi@gmail.com ]
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A BRACCETTO CON LUCIANO RAPOTEZ
Una storia che avviene sempre
In Italia si tortura. Questo è un esempio di uso «gnomico» del presente indicativo. Il presente gnomico è il tempo indeterminato di ciò che avviene sempre. Il significato è: in Italia si è torturato, forse si sta torturando anche in questo momento, ed è probabile che si torturerà in futuro. Prosegui la lettura ›