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Le parole più adatte alla circostanza le ha trovate Serge Quadruppani. Le abbiamo tradotte dal francese, eccole: Prosegui la lettura ›
Le parole più adatte alla circostanza le ha trovate Serge Quadruppani. Le abbiamo tradotte dal francese, eccole: Prosegui la lettura ›
1. Esempio di narrazione intossicante
2. Esempio di intervento curativo Prosegui la lettura ›
Le fila di un discorso. Tre anni dopo. Dalla redazione di Carmilla.
Il documentario si intitola Film astratto rosso. Cercatelo su Google, è scaricabile gratis. Ritagliatevi un’oretta di tempo e aprite il file avi. Appare un volto un po’ gonfio, sorridente, non bello ma solenne, pieno di dignità. Pelle ruvida e arrossata, barba grigia, capelli solo ai lati del cranio, occhiali tondi e sottili. Due cravatte pendenti dal collo, senza nodo. Postura «sbagliata», innaturale. Storta. Quando s’incammina per Corso Vannucci, nel cuore di Perugia, l’uomo ondeggia, è zoppo.
Questo è il corpo.
Poi c’è la voce. Prosegui la lettura ›
In Italia e in buona parte d’Europa le ultime settimane del 2010 hanno visto un brusco inasprimento del conflitto sociale. La questione della “violenza” è tornata all’ordine del giorno. Questione banale, che costringe a essere banali: la “violenza” che accende di sdegno gli opinionisti, fa esplodere i titoli dei TG e riempie articoli e servizi non è mai quella dei padroni e dei governi. Non è la violenza di chi taglia o licenzia, discrimina ed esclude, non è quella di chi specula, gioca d’azzardo con soldi virtuali ma ne incassa di veri, e se perde paga Pantalone (“privatizzare i profitti, socializzare le perdite”), non è la violenza di chi reprime. Queste violenze sono anzi elogiate, chi le compie è un moderno benefattore o, se si vola basso, “sta soltanto facendo il suo lavoro”. Proprio come, a suo tempo, il figlio di Maria Schefferling e Adolf Karl Eichmann.
No, la “violenza” di cui si dibatte, la “violenza” che si condanna è sempre quella della rivolta. Non solo per ipocrisia e servilismo, ma anche perché la rivolta è … poco sottile. E’ visibile e vistosa. Fotogenica, telegenica e al contempo inaccettabile. La rivolta attrae e respinge, coinvolge anche chi non la vuole e, in segreto, esalta anche chi la condanna. Non c’è filmato di riot o sommossa che non attivi i neuroni specchio di chi lo guarda, facendolo sentire in quelle strade, tra chi alza barricate, fugge o insegue. La critica, la spiegazione, la condanna, gli argomenti…Tutto questo viene dopo. Prosegui la lettura ›
[WM1:] Il settimanale Carta sta compiendo una difficile traversata nel deserto. La crisi, le politiche governative sull’editoria e la “risacca” seguita all’ondata movimentista di inizio millennio hanno avuto un effetto cumulativo. Il settimanale ha dovuto rinunciare all’uscita in edicola. Ora viene stampato solo per gli abbonati (in foliazione ridotta) e, al contempo, è scaricabile gratis dalla rete.
I redattori stringono i denti e vanno avanti. Con pazienza e autodisciplina, pensano di poter superare la grande distesa di sabbia in un anno o poco più. Intanto hanno bisogno di sostegno, anche morale, e di sottoscrizioni.
Carta è un importante organo di informazione e coordinamento tra gruppi, circoli, presidî, associazioni, realtà presenti e attive da Gorizia a Porto Empedocle. Ed è importante farlo vivere.
Durante la campagna abbonamenti del 2008, scrissi questo messaggio: Prosegui la lettura ›