…Questa, però, è anche la ragione per cui i Wu Ming si sono attirati gli strali della Critica patentata. Quella accademica, impersonata da Andrea Cortellessa (si veda la recente polemica sulla “Letterarietà”, svoltasi originariamente sul blog di Loredana Lipperini e ora scaricabile in pdf), perchè colpevoli di usurpare il “canone” che essa difende strenuamente, costruito sull’idolatria dello stile che ha fatto la grandezza della letteratura del XX secolo, contrapposto alla narrativa “di genere e di consumo”. Quella giornalistica, impersonata da Antonio D’Orrico, che giunge addirittura a “vietare” la lettura de
L’eroe imperfetto, colpevole ai suoi occhi di esaltare uno sperimentalismo ad oltranza (D’Orrico è quello che ha proposto come grande romanzo italiano l’esordio di maniera di un dandy fuori tempo massimo, tale Alessandro Piperno, in seguito segnalando all’attenzione dei lettori capolavori indiscussi come
Ci vediamo al Bar Biturico)…
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