Come ti organizzo la gita scolastica al futuro museo di #Predappio

La «Casa del Fascio e dell’Ospitalità» di Predappio.

di Gianluca Gabrielli *

Finora ho fatto fatica ad intervenire con mie considerazioni sul progetto di museo del fascismo preparato per essere allestito alla Ex casa del fascio e dell’ospitalità di Predappio. Altri hanno già espresso critiche che condivido (cito solo Wu Ming 1 e Simon Levis Sullam). La difficoltà ad aggiungere riflessioni nasceva dalla scelta del punto di vista da cui osservare. Da una parte il progetto mi chiamava in causa in quanto storico, dall’altra in quanto insegnante. Sembrano due punti di vista sostanzialmente sovrapponibili, in realtà le ragioni dell’uno non coincidono con quelle dell’altro se non a prezzo di mediazioni e — per dir così — negoziazioni difficili. Prosegui la lettura ›

Facebook censura l’informazione sulla guerra sporca di Erdogan in Rojava – di Davide Grasso

Davide Grasso

[Due giorni fa Facebook ha rimosso, senza preavviso e senza fornire informazioni, il profilo di Davide Grasso, autore di Hevalen. Perché sono andato a combattere l’ISIS in Siria, uscito di recente nella collana Quinto Tipo diretta da Wu Ming 1 per le Edizioni Alegre.
La mannaia griffata Zuckerberg è calata anche su altri profili e pagine – su tutte, quella di Uiki, l’Ufficio di Informazione sul Kurdistan in Italia – che informavano sulla situazione in Rojava e nel resto della Siria, sulla rivoluzione del confederalismo democratico, sulla città libera di Afrin attaccata dall’esercito del dittatore turco Erdogan, e sull’arresto a Praga del compagno Saleh Muslim, presidente del PYD.
Quest’ultimo episodio, recentissimo, non può non ricordarci le responsabilità italiane nell’arresto del compagno Abdullah Öcalan. Correva l’anno 1998 e il capo del governo era Massimo D’Alema, oggi riciclatosi come campione di una presunta «sinistra-sinistra».
Riportiamo qui di seguito le parole di Davide Grasso a commento della grave censura subita. WM]

Mi chiamo Davide Grasso. Il mio profilo Facebook è diventato più popolare da quando ho scelto di andare a combattere l’Isis in Siria nel 2016 nelle fila delle Ypg. In quei mesi ho utilizzato il mio profilo per informare la community di fb su quanto fosse drammatica la situazione in Siria, ed anche per sensibilizzare su quanto migliaia di ragazze e ragazzi arabi, curdi, cristiani, internazionali stessero facendo per combattere il califfato, che nel frattempo continuava a seminare morte sia nel mondo musulmano che nelle nostre città, da Parigi a Nizza, da Manchester a Londra e Barcellona. Prosegui la lettura ›

Pasolini e il suo orrore per ogni fascismo

di Wu Ming 1

Un paio d’anni fa, su Internazionale, ci siamo occupati del mito tossico di Pasolini «che stava con la polizia», mito costruito a furia di citazioni monche e decontestualizzate della poesia Il PCI ai giovani.

Di quel mito abbiamo dimostrato l’infondatezza, e ci sembra di aver contribuito a ridurre l’utilizzo ricattatorio e repressivo che ne facevano gli strumentalizzatori. Era veramente troppo vedere Pasolini tirato in ballo come «uomo d’ordine» da gente come Maurizio Gasparri o Stefano Esposito.

Da un po’ di tempo a questa parte, al calo di potenza di quel mito è corrisposto l’aumento di potenza di un altro mito, complementare al primo e ancora più pernicioso: quello di un Pasolini «anti-antifascista». Prosegui la lettura ›

Colpi di martello sui chiodi della bara: la lunga (non-)morte del TAV #Torino – Lione | #notav

Giustizia poetica. L’abbacinante linearità delle allucinazioni “sviluppiste”, la frastagliata smentita da parte della realtà. Clicca per ingrandire.

di Wu Ming 1

Chi segue le vicende della lotta No Tav in Val di Susa non si è affatto sorpreso nell’apprendere gli ultimi sviluppi. Sviluppi che i grandi giornali, i media mainstream, si sono ben guardati dal riportare. Per fortuna ne ha scritto su Il manifesto il “nostro” Maurizio Pagliassotti, e da lì la notizia ha preso a circolare sui social, ripresa poi da molte testate indipendenti.

La Presidenza del Consiglio dei Ministri, in un documento ufficiale [PDF qui], riconosce il dato di realtà che economisti dei trasporti, esperti di logistica, ingegneri delle infrastrutture, fisici e altri tecnici e scienziati vanno spiegando da anni: il progetto della nuova linea Torino – Lione è basato su stime sbagliate e previsioni infondate.

In parole povere: la linea è completamente inutile.

Ripeto: chi segue la vicenda non si è affatto sorpreso. Benché farlo notare sia ritenuto poco fine, tutte le parti in causa sanno da tempo che quella linea non esisterà maiProsegui la lettura ›

#RadioGiap Rebelde | Yo Yo Mundi, Wu Ming 1, Luca Casarotti, Live in #Pavia, 04/02/2018

54 degli Yo Yo Mundi

Il 4 febbraio scorso, una domenica sera, allo Spaziomusica di Pavia si è rinnovato un sodalizio, quello tra Wu Ming e i nostri “cugini” Yo Yo Mundi. Sodalizio che nel 2004 diede vita all’album 54, tratto dal nostro romanzo di due anni prima.

Abbiamo riproposto dal vivo un brano di quell’album, Ettore (Stella Rossa vince), per la prima volta con Wu Ming 1 alla voce recitante. Un ritorno, e un ricordo del collega (collega di tutti noi: scrittore e musicista), compagno e amico Stefano Tassinari, che nel 2002 fece conoscere le due band. Prosegui la lettura ›

Liberatori d’Oltremare. Gli Africani che combatterono il nazifascismo in provincia di #Macerata

[Questa storia verrà raccontata da Wu Ming 2 e Matteo Petracci il 16 febbraio al Vag61 di Bologna, h.21:30 (evento Facebook qui), e da Wu Ming 2 il 24 febbraio alla Biblioteca Saffi di Forlì, h.17:30.]

Settantaquattro anni fa, alle pendici del Monte San Vicino, in provincia di Macerata, combatteva il nazifascismo una delle prime formazioni partigiane d’Italia: la banda “Mario” di San Severino Marche.

Il comandante, Mario Depangher, era nato a Capodistria nel 1897 e già a quattordici anni si era iscritto al Movimento Giovanile Socialista. Dopo vent’anni passati tra scioperi, arresti, espatri e clandestinità, si ritrovò nel ’32 al confino di Ponza, con Sandro Pertini, poi a Ventotene, e infine internato a San Severino. Qui, poco dopo la caduta di Mussolini, cominciò a organizzare un gruppo di antifascisti armati. Già il 14 settembre, sei giorni dopo l’Armistizio, attaccavano un deposito di munizioni, prelevando bombe a mano, caricatori e granate per mortai da 45. Prosegui la lettura ›

The Darkest Hour. Supplemento di riflessione su dove ci troviamo, alla luce del film di Joe Wright

Gary Oldman interpreta Winston Churchill nel film The Darkest Hour.

Il film agiografico di Joe Wright su Churchill sembra lo specchio ribaltato del Dunkirk di Christopher Nolan. Sia perché racconta più o meno lo stesso arco temporale, ma dall’altra sponda della Manica, sia perché lo racconta dalle stanze del potere, anziché dal basso dei ranghi militari.

Al di là della bravura del regista e soprattutto di quella di un superlativo Oldman, il film risulta pesantemente apologetico, raccontando il personaggio più per le sue idiosincrasie e difetti di carattere che per il proprio essere un cinico avventuriero politico e un esponente di spicco dell’imperialismo britannico. Nondimeno cade a proposito per rafforzare la riflessione nata dal film di Nolan, all’indomani della tentata strage di Macerata. Prosegui la lettura ›