Il fandom e la cultura convergente su #CasaTolkien

Ormai undici anni fa scrivevamo la prefazione al saggio di Henry Jenkins Cultura Convergente (Apogeo, 2007).

Una delle tesi di quel libro seminale era che l’universo del fandom, ossia la comunità degli ammiratori delle grandi narrazioni aperte che “abitano” gli universi narrativi stessi, non è (o non è soltanto) una folla di nerd in crisi di astinenza, bensì un’interessante esperienza partecipativa. Vale a dire un fenomeno più o meno esteso di condivisione delle storie che può perfino fornire una chiave di interazione con il mondo, e non già di evasione. Prosegui la lettura ›

Westworld alla Bolognaise, terza puntata: i gradi di separazione tra #FICO, i paradisi fiscali e… il Titanic

FICO EATALY WORLD

di Wolf Bukowski *

[Tutte le puntate dell’inchiesta su FICO Westworld alla Bolognaise sono qui.]

Tra il 2016 e il 2017 l’autorità irlandese che vigila sugli enti di beneficenza si è occupata di «Medb», «Badb» e «Eurydice», tre charities utilizzate dalla fondazione Matheson.

Le tre organizzazioni erano state iscritte al registro degli enti caritatevoli allo scopo di alleviare «povertà e bisogno», ma da più parti (politiche e giornalistiche) si sospettava fossero usate come «amministratrici fiduciarie» di fondi di investimento statunitensi. E che dunque servissero, in definitiva, per eludere le tasse. L’authority ha quindi indagato per stabilire se i tre enti avessero effettivamente «esclusivo scopo di beneficenza» – come richiede la normativa. Prosegui la lettura ›

«Questo chi lo dice? E perché?» Come riconoscere e smontare le bufale storiche – di Nicoletta Bourbaki

Clicca sulla copertina per scaricare la guida scritta da Nicoletta Bourbaki (pdf).

Il lavoro che i tempi richiedono è di resistenza culturale, ma anche   soprattutto  di sgombero delle macerie e ricostruzione di un mondo bombardato, di una città che non c’è più.

È un’opera di lungo termine, che andrà proseguita per generazioni e tanto meglio riuscirà quanto più sarà fatta per disperazione — ovvero, come si legge nel Dizionario Treccani, «non trovando altra soluzione, costretti da dura necessità». In parole povere: non abbiamo scelta.

Giusto ieri, cercando di sgombrare il campo da alcuni equivoci, citavamo su Twitter uno scritto giovanile del Moro di Treviri: Prosegui la lettura ›

Raccontare il cambiamento climatico: Blues per le terre nuove, un progetto narrativo-geografico di Wu Ming 1

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[WM1:] Venerdì 9 marzo, ad Avigliana (Val di Susa), presenterò per la seconda volta la mappa-racconto del mio progetto narrativo – storico – geografico Blues per le terre nuove. Credo sia tempo di dirne qualcosa.

Un’avvertenza preliminare: Blues per le terre nuove è un progetto già avviato (da tempo sto facendo ricerche e sopralluoghi), ma durerà diversi anni. Diventerà un libro, ma non solo: ci saranno «tappe d’avvicinamento», camminate, workshop, laboratori di scrittura collettiva (uno è già in corso).

Il tutto si inserisce nel percorso illustrato in Cantare la mappa. Mentre Wu Ming 2 proseguirà il Ciclo dei Sentieri camminando a ponente (da Milano a Torino e poi, lungo la Valsusa, da Torino al confine con la Francia), io camminerò a levante.

Il libro che ne uscirà non sarà la mia prossima uscita “solista”. Prima ci sarà un altro libro, un romanzo, del quale per ora non dirò nulla.

Ma soprattutto, prima ancora, ci sarà il romanzo russo collettivo, che arriverà in libreria nell’autunno di quest’anno.

Ma perché parlare già ora di un libro di «dopodomani»? Perché pre-presentarlo in giro?

Perché, se il progetto è di lunga durata, la tematica è più che mai urgente. Prosegui la lettura ›

Come ti organizzo la gita scolastica al futuro museo di #Predappio

La «Casa del Fascio e dell’Ospitalità» di Predappio.

di Gianluca Gabrielli *

Finora ho fatto fatica ad intervenire con mie considerazioni sul progetto di museo del fascismo preparato per essere allestito alla Ex casa del fascio e dell’ospitalità di Predappio. Altri hanno già espresso critiche che condivido (cito solo Wu Ming 1 e Simon Levis Sullam). La difficoltà ad aggiungere riflessioni nasceva dalla scelta del punto di vista da cui osservare. Da una parte il progetto mi chiamava in causa in quanto storico, dall’altra in quanto insegnante. Sembrano due punti di vista sostanzialmente sovrapponibili, in realtà le ragioni dell’uno non coincidono con quelle dell’altro se non a prezzo di mediazioni e — per dir così — negoziazioni difficili. Prosegui la lettura ›

Facebook censura l’informazione sulla guerra sporca di Erdogan in Rojava – di Davide Grasso

Davide Grasso

[Due giorni fa Facebook ha rimosso, senza preavviso e senza fornire informazioni, il profilo di Davide Grasso, autore di Hevalen. Perché sono andato a combattere l’ISIS in Siria, uscito di recente nella collana Quinto Tipo diretta da Wu Ming 1 per le Edizioni Alegre.
La mannaia griffata Zuckerberg è calata anche su altri profili e pagine – su tutte, quella di Uiki, l’Ufficio di Informazione sul Kurdistan in Italia – che informavano sulla situazione in Rojava e nel resto della Siria, sulla rivoluzione del confederalismo democratico, sulla città libera di Afrin attaccata dall’esercito del dittatore turco Erdogan, e sull’arresto a Praga del compagno Saleh Muslim, presidente del PYD.
Quest’ultimo episodio, recentissimo, non può non ricordarci le responsabilità italiane nell’arresto del compagno Abdullah Öcalan. Correva l’anno 1998 e il capo del governo era Massimo D’Alema, oggi riciclatosi come campione di una presunta «sinistra-sinistra».
Riportiamo qui di seguito le parole di Davide Grasso a commento della grave censura subita. WM]

Mi chiamo Davide Grasso. Il mio profilo Facebook è diventato più popolare da quando ho scelto di andare a combattere l’Isis in Siria nel 2016 nelle fila delle Ypg. In quei mesi ho utilizzato il mio profilo per informare la community di fb su quanto fosse drammatica la situazione in Siria, ed anche per sensibilizzare su quanto migliaia di ragazze e ragazzi arabi, curdi, cristiani, internazionali stessero facendo per combattere il califfato, che nel frattempo continuava a seminare morte sia nel mondo musulmano che nelle nostre città, da Parigi a Nizza, da Manchester a Londra e Barcellona. Prosegui la lettura ›

Pasolini e il suo orrore per ogni fascismo

di Wu Ming 1

Un paio d’anni fa, su Internazionale, ci siamo occupati del mito tossico di Pasolini «che stava con la polizia», mito costruito a furia di citazioni monche e decontestualizzate della poesia Il PCI ai giovani.

Di quel mito abbiamo dimostrato l’infondatezza, e ci sembra di aver contribuito a ridurre l’utilizzo ricattatorio e repressivo che ne facevano gli strumentalizzatori. Era veramente troppo vedere Pasolini tirato in ballo come «uomo d’ordine» da gente come Maurizio Gasparri o Stefano Esposito.

Da un po’ di tempo a questa parte, al calo di potenza di quel mito è corrisposto l’aumento di potenza di un altro mito, complementare al primo e ancora più pernicioso: quello di un Pasolini «anti-antifascista». Prosegui la lettura ›