Gary Oldman interpreta Winston Churchill nel film The Darkest Hour.
Il film agiografico di Joe Wright su Churchill sembra lo specchio ribaltato del Dunkirk di Christopher Nolan. Sia perché racconta più o meno lo stesso arco temporale, ma dall’altra sponda della Manica, sia perché lo racconta dalle stanze del potere, anziché dal basso dei ranghi militari.
Al di là della bravura del regista e soprattutto di quella di un superlativo Oldman, il film risulta pesantemente apologetico, raccontando il personaggio più per le sue idiosincrasie e difetti di carattere che per il proprio essere un cinico avventuriero politico e un esponente di spicco dell’imperialismo britannico. Nondimeno cade a proposito per rafforzare la riflessione nata dal film di Nolan, all’indomani della tentata strage di Macerata. Prosegui la lettura ›
In giro, anche nei mesi più avvelenati dell’anno, sorvolando la nube tossica della campagna elettorale. Chi vuole, può sorvolarla insieme a noi. Ecco dove incontrarci.
4 febbraio PAVIA Yo Yo Mundi, Wu Ming 1, Luca Casarotti in concerto/reading. Cinque volte Turi Vaccaro + Canzoni Resistenti Pagine da 54 e Un viaggio che non promettiamo breve h 21.30, Spaziomusica, via Faruffini 5, Pavia Evento Facebook qui. –Prosegui la lettura ›
– [All’incirca un paio d’anni or sono —per la precisione, ventidue mesi fa — pubblicammo un binomio testo + video a firma di Mariano Tomatis, intitolato L’universo incantatorio delle narrazioni: veleni e antidoti. Si trattava di un intervento fatto nell’aula magna del liceo Gioberti di Torino, su invito dell’Unione Culturale e degli studenti della 5a G vincitori del Premio Antonicelli 2015/2016. Quel giorno c’erano Mariano, Wu Ming 1 e un’altra conoscenza dei giapster, Enrico Manera. Nella breve intro al pezzo di Mariano scrivemmo: «Nei prossimi giorni pubblicheremo anche l’intervento di Enrico». Nel turbine delle nostre vite, quei giorni si sono fatti meno prossimi, ma sono giunti, alla buon’ora… o alla mala ora. Enrico ha rivisto e ampliato il suo intervento, oggi lo pubblichiamo insieme al video, e forse casca a pennello, in questi giorni gravi di panzane che vengono giù a valanga, al principio di quella che sarà la campagna elettorale più lercia e squallida della storia repubblicana (e ce ne vuole). Campagna che, come già annunciato su Twitter, noialtri ci sforzeremo di non commentare. Non direttamente, almeno, perché c’è modo e modo. Non fatevi bruciare le sinapsi, il 4 marzo è ancora lontano. Nel mentre, Buona lettura. P.S. Ricordiamo che ogni post di Giap può essere salvato in pdf e ePub ed è disponibile in versione otttimizzata per la stampa. I bottoni sono in calce al testo.]
di Enrico Manera *
1. «Mito»
Il breve quadro teorico che segue intende fare un minimo di chiarezza su termini, concetti e teorie che usiamo quando diciamo «mito». Nella sua accezione più nota esso si riferisce al patrimonio della religione e della letteratura greca, nella sua versione classica, rinascimentale, alla sua revisione illuminista e romantica e alla sua estensione, ai racconti di storia sacra, alle società di cultura orale. In quanto costrutto culturale la parola «mito», in particolare modo dall’età moderna, indica un oggetto degli studi di filologi, storici della religione, antropologi, etnologi e filosofi, che in un dato momento storico configurano una vera e propria scienza, benché diversificata con prospettive, metodi e valutazioni differenti. Se contrapposto a ragione o a storia, «mito» diventa qualcosa di infondato e falso mentre nel senso comune è un dato di particolare interesse collettivo nelle società contemporanee, tale da suscitare stupore, meraviglia, entusiasmo e da esercitare fascino e produrre fenomeni di adesione, emulazione, partecipazione, mobilitazione. Prosegui la lettura ›
Dopo il reportage della gita aziendale «Tour del Disastro», pubblicato sul sito di Internazionale, i sentieri di Wu Ming 2 e Padania Classics sono tornati a incrociarsi.
E’ successo il 14 ottobre scorso, al Teatro della Fortuna di Fano, per il 5° Festival del Giornalismo Culturale, diretto da Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini. Il tema delle giornate era la promozione, salvaguardia e analisi critica del patrimonio culturale e paesaggistico dell’Italia.
A Wu Ming 2, gli organizzatori hanno chiesto di preparare una lettura concerto che utilizzasse musica, immagini, narrazione e giornalismo. Prosegui la lettura ›
Il discorso di fine anno di Sergio Mattarella, coi riferimenti alla «Vittoria» e ai «Ragazzi del ’99», fa presagire — ma l’avevamo presagito da un pezzo — che il 2018, centenario della fine della Grande guerra, sarà molto peggio del 2015, centenario del suo inizio (per l’Italia).
Nel 2015 il Paese celebrò la sua entrata in guerra, cosa di per sé già stridente, ché non si dovrebbe festeggiare l’inizio di una carneficina, semmai la sua fine.
Per giunta, quella dell’Italia – come può confermare qualunque storico – fu una guerra di aggressione, anche se da cent’anni viene spacciata alle masse come guerra di difesa. Aggressione perpetrata rovesciando le proprie alleanze. Prosegui la lettura ›
– Nel 2013 Wu Ming 4 fece tesoro del lavoro e del dibattito prodotto su Giap intorno a J.R.R. Tolkien, alle sue opere, al suo mondo. Raccolse gli scritti e gli audio pubblicati sul blog, li rielaborò, estese e rivide, poi ne aggiunse di completamente nuovi. Il risultato fu Difendere la Terra di Mezzo, un saggio diviso in due parti: la prima riguardava il fenomeno letterario; la seconda trattava la poetica di Tolkien, entrando nel merito dei testi. Il libro è un’introduzione all’opera dell’autore inglese da un’angolazione non scontata in Italia, che fa riverberare tra loro le interpretazioni dei maggiori studiosi anglosassoni. Ora, finalmente il libro è scaricabile, come al solito gratis e senza DRM. Prosegui la lettura ›
Il 2018 è cominciato con una buona notizia per Il Piccolo Regno: la quarta ristampa.
A quasi due anni dall’uscita la tiratura arriva così a 12.000 copie.
È evidente che non siamo in presenza delle tirature e delle vendite dei romanzi collettivi, e nemmeno di quelle di alcuni romanzi solisti, ma data la particolarità del libro e il target di riferimento – insomma il suo essere un unicum per ora nella produzione di Wu Ming – c’è di che esserne fieri. Così come fa piacere che le scuole medie continuino a invitare l’autore per parlarne. Prosegui la lettura ›
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