#Predappio Toxic Waste Blues. Prima puntata (di 3)

La Casa del Fascio di Predappio

Predappio. La Casa del Fascio (e «dell’Ospitalità», welcome!). Fotografia di Jadel Andreetto. Clicca per ingrandire.

Note su Predappio, il progetto di museo nell’ex-Casa del Fascio, i monumenti, la violenza neofascista, la Legge Fiano e altro

di Wu Ming 1

INDICE DELLA PRIMA PUNTATA

1. Bennywise (20 settembre 2017, mercoledì)
2. Come si è arrivati a questo?
3. La Legge Fiano a Predappio, ovvero: l’«acqua passata» e lo stupor
X. Una nota giuridica sull’apologia di fascismo – di Luca Casarotti

«Predappio è Mussolini»
Giorgio Frassineti
, sindaco di Predappio *

«Sono andato avanti, e ora sono al traguardo. So già che ci saranno polemiche. Ma so già anche che la storia un giorno dirà che avevo ragione.»
Giorgio Frassineti
, sindaco di Predappio **

«Se rischio di far danno, sono il primo a tirarmi indietro.»
Giorgio Frassineti
, sindaco di Predappio ***

«A me, ormai, il termine “antifascista”, considerando anche chi lo usa con più forza e frequenza, fa venire subito in mente la DDR.»
Marcello Flores
, storico, presidente del Comitato scientifico del progetto per l’ex-Casa del Fascio di Predappio ****

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Severino

Severino Cesari

E così Severino se n’è andato. La notizia non coglie nessuno di sorpresa. Seve era malato da anni e aveva scelto di affrontare la malattia prendendo appunti in pubblico, sulla sua pagina facebook, dove gli amici seguivano le sue riflessioni lievi, mai drammatiche, sulla vita e sulla morte. Una morte attesa, preparata, per quanto possa mai esserlo la morte. E una vita assaporata fino all’ultima luce dell’ottobre romano.

Noi non lo vedevamo da anni, da quando la malattia lo aveva costretto a lasciare il posto di lavoro. Difficile raggiungerlo telefonicamente, ma a volte si era palesato lui, nei brevi momenti di tregua concessigli dal male e dalle cure. Eppure sapevamo, noi e lui, che il legame non poteva essere reciso. Un legame professionale, ideale, certo, ma favorito dalla sua inappuntabile gentilezza d’animo. Una dote rara, come raro era Severino, appunto. Mai volgare, mai arrogante, mai smaronato. Un signore, insomma. Di quelli che in certi ambienti, in primis quello dell’editoria mainstream, vanno scomparendo. Ma soprattutto un tipo colto e intelligente (altre due doti in via d’estinzione).

A Severino Cesari noi dobbiamo la pubblicazione di Q. Con l’aiuto di Carlo Lucarelli, che fu il primo lettore, convinse la casa editrice a pubblicare il romanzo così com’era, senza tagli. Anzi, alla fine il testo venne allungato da un prologo. Severino ci credette… ed eccoci qua.

C’è un ricordo nitido, come fosse ora, di una notte trascorsa al telefono con lui, quasi diciannove anni fa. Si trattava dell’ultima revisione bozze. Il libro era già impaginato e contava 643 pagine, in molte delle quali Severino aveva fatto annotazioni. Fu forse la telefonata più lunga della vita, fatta su un vecchio telefono col filo. A un capo del quale c’era uno dei due direttori di una nuova collana del paludato editore Einaudi, e all’altro dei poco più che ventenni all’opera prima.

Ecco, è così che vorremo sempre ricordare Severino, come un editor disposto a fare le ore piccole insieme a un autore per mettere a punto il libro che si sta per pubblicare. Quella cura, quella perizia, quella dedizione, quell’acume nel trovare ciò che funziona oppure no in un testo, ma anche quella capacità di annusare una storia ben scritta che potesse essere una novità anziché l’inseguimento del trend del momento, be’, spariscono con lui. Erano già spariti quando si era ritirato dal lavoro. Abbiamo dovuto imparare a farne senza, con disdetta e senso di mancanza professionale e umana. Ora siamo certi che non torneranno.

Non può esserci consolazione in quello che scriviamo stanotte. Conserveremo i buoni ricordi con attenzione, come fossero pietre preziose. Perché è così che lo spirito dei morti sopravvive nella memoria dei vivi.

Ave atque vale, Seve.

La Valsusa brucia, e stavolta non è una metafora. Contro le «grandi opere», per l’Unica Grande Opera

L’incendio sopra Bussoleno stamattina alle 7:00. Fotografia di Cinzia Richetto.

Un enorme incendio sta divorando i boschi della Val di Susa, dai fianchi del Rocciamelone ai dintorni di Bussoleno, da Foresto a Caprie.

Preparato da un lungo, estenuante periodo di siccità e ora spinto dal forte vento, da due giorni il fuoco si alza, avanza, estende il proprio fronte e costringe a evacuare borgate, mettendo all’ennesima dura prova una valle già troppe volte aggredita.
E la valle resiste: ancora una volta, non ha alternative alla lotta.

E ci si sente, anche da lontano, come se le fiamme fossero intorno a casa, perché quella valle per molte e molti di noi è ormai casa, perché aprendimos a quererla, e non possiamo fare a meno di tornarci, coi ricordi e col corpo, ogni volta che possiamo.

Non è l’unico incendio grave di quest’anno, di quest’estate che a fine ottobre non vuole ancora diventare autunno: c’è stato il rogo di Messina a luglio, quello al parco della Majella ad agosto… Incendi dolosi, ma resi quasi indomabili dalle condizioni climatiche.

Gli incendi non sono l’unica conseguenza della siccità: fiumi e torrenti in secca, falde acquifere basse, il cuneo salino che entra nel Po, lo smog che affoga le città…

Né, tantomeno, la siccità è la sola conseguenza del cambiamento climatico: “bombe d’acqua” e trombe d’aria colpiscono le coste e i vicini entroterra, e le città si allagano perché la cementificazione ha reso i terreni impermeabili.
[La cementificazione ha anche effetti più profondi: se la pioggia non penetra nel suolo, le falde acquifere stentano a rialimentarsi, con conseguenze ben più vaste.] Prosegui la lettura ›

#Bologna 22/10 | Resistenze in #Cirenaica vi invita a una giornata di street art #antifa e guerrilla gardening

Murales dedicati a partigiani in Cirenaica: Giuseppe Beltrame al Centro d’accoglienza Giuseppe Beltrame; Lorenzo Giusti al Giardino pubblico Lorenzo Giusti; Ilio Barontini in via Ilio Barontini. Ed è solo l’inizio: ogni via del rione avrà il suo partigiano.

Il Centro d’accoglienza BeltrameResistenze in CirenaicaSpazi Aperti e Le Fucine Vulcaniche vi invitano a una giornata di arte di strada e guerriglia botanica nel rione Cirenaica.

Domenica 22 ottobre, dalle h.14, inaugurazione del nuovo murale dedicato al medico partigiano Giuseppe Beltrame, nel centro di accoglienza che da lui prende il nome, in via Sabatucci 2. La storia di Beltrame verrà raccontata in un reading musicato a cura del Bhutan Clan. Prosegui la lettura ›

We Want The Asteroid! È on line la presentazione di Wu Ming 1

We Want The Asteroid

Clicca sull’immagine per vedere la presentazione on line e/o scaricarla. Il formato Portable Prezi permette di vederla off line senza installare alcun software; in alternativa, si può scaricare in pdf.

↑ È on line la presentazione realizzata da Wu Ming 1 per la conferenza «Proper and Improper Names. Identity in the Information Society», organizzata dall’istituto Aksioma e svoltasi al Kino Šiška di Lubiana, Slovenia, il 17 e 18 ottobre 2017.

Si tratta di una genealogia della Wu Ming Foundation e di una panoramica delle sue attuali articolazioni e attività, con particolare riferimento alla «guerra psichica» come retaggio del Luther Blissett Project in Wu Ming.

N.B. L’ultimissimo cartello fa riferimento a concetti e teorie discussi durante la conferenza e può risultare un po’ criptico; per approfondimenti consigliamo senz’altro il libro di Marco Deseriis Improper Names (University of Minnesota Press, 2015). Tutto il resto fila molto liscio.

Grazie a tutt*, sono stati due giorni fantastici. Jaz sem Jánez Jánša!

Scrittura Fluviale: un #WuMingLab per raccontare il paesaggio del Parco Adda Nord.

L’ultimo fine settimana di ottobre, da venerdì 27 a domenica 29, partono gli incontri del laboratorio di narrazioni “Scrittura Fluviale“, condotto da Wu Ming 2.

Attraverso documenti d’archivio, fotografie d’epoca, testimonianze orali, vedute ottocentesche, antiche mappe e camminate in riva al fiume, cercheremo di tradurre in italiano scritto il racconto del paesaggio. Non per produrne l’ennesima rappresentazione, ma per aprire le orecchie alla voce dei luoghi.

La protagonista delle nostre novelle sarà l’Adda – rigorosamente al femminile – e in particolare il tratto del suo corso che va da Trezzo a Cassano, sulla sponda milanese, e da Crespi a Fara, su quella bergamasca.

Esploreremo sulle carte e sui sentieri le alzaie di rogge e navigli, i ponti e i traghetti, i villaggi fabbrica e le centrali elettriche. Ci addentreremo nei pioppeti e lungo le anse morte, visiteremo i castelli e i classici padani. Inseguiremo la nostra eroina nelle sue metamorfosi: da ninfa a risorsa idraulica, da via d’acqua a confine di stato, da riserva di pesca a tomba di naufraghi. Prosegui la lettura ›

La guerra psichica e la Wu Ming Foundation. #Lubiana #Ljubljana

We Want The Asteroid

Vogliamo l’asteroide! Clicca per ingrandire.

Si svolgerà domani e dopodomani, al centro culturale Kino Šiška di Lubiana, Slovenia, il convegno «Proper and Improper Names. Identity in the Information Society». Lo organizza l’istituto Aksioma per l’arte contemporanea e il programma completo è qui.

Coordinato dal nostro vecchio compagno Marco Deseriis e ispirato al suo libro Improper Names. Collective Pseudonyms from the Luddites to Anonymous (Minnesota University Press, 2015), il convegno sarà anche un’occasione per riflettere su alcune forme di azione collettiva, organizzazione politica e soggettività multiple emerse nel decennio in corso, dalle grandi mobilitazioni del 2011 a quelle del 2017. Prosegui la lettura ›