«Fracasso, orror, disgrazie, un finimondo
case e campi inondà che l’è un spavento,
tuto perso e quel diavolo contento
l’inferno seguita e no’ bada al mondo.
Cossa gh’importa d’ingiotir ‘na cuna
cossa gh’importa de ciapar a drita
o pur da l’altra come vôl la luna?
Quel ch’era drito, ‘desso l’è roverso,
combàtare col Po l’è tempo perso.»
Così il grande poeta polesano Gino Piva (1873-1946).
Nei giorni scorsi il Po è tornato a spaventare. I notiziari lanciavano collegamenti da Pontelagoscuro, dove incombeva il passaggio della piena. Il Comune di Ferrara aveva disposto l’evacuazione di un pugno di case e imprese situate nelle golene (eh, già, in Italia si costruisce nelle golene dei fiumi).
Durante un intero servizio un’inviata ha detto «Pontelagosturo», con la t, e al posto di «golene» diceva «lagune». Prosegui la lettura ›