«Nel corso di un secolo sulle vicende della mattanza che fu la Grande Guerra si è accumulato un enorme armamentario retorico […], narrazioni tossiche che in occasione degli anniversari tracimano nel discorso pubblico e strumentalmente vengono utilizzate per riplasmare gli eventi ai fini del presente. Uno dei fatti recenti che ci pare significativo e indicativo di questa onda retorica che tracima sono le bandiere tricolori esposte sugli edifici pubblici lo scorso 24 maggio, su indicazione di Palazzo Chigi, nella data di entrata in guerra dell’Italia nel 1915 […]
La guera granda rappresenta ancora oggi «l’agente patogeno primario» di processi di costruzioni d’identità artificiose quanto odiose per razzismo, identitarismo e revanscismo mai sopito […] Nell’anno delle celebrazioni per il centenario dell’inizio di una guerra, noi vogliamo ricordare gli ignari mandati al macello, i disertori e i fucilati per insubordinazione, il dolore, la disperazione e la fame di chi patì la guerra nelle trincee, ma anche lontano da queste, nelle case dalle dispense svuotate dall’economia di guerra. Indifferentemente dalla parte del confine in cui albergarono queste sofferenze […]
Lanciamo una proposta a chi segue il nostro blog, una campagna che provi a disinfettare parte di quelle montagne dalla cupa retorica della guera granda, seguendo l’esempio della spedizione molotov al Monte Učka del 1° marzo 2015.»
Učka/Monte Maggiore 1 marzo 2015. Un saggio di alpinismo antifascista
Avevamo promesso un resoconto più dettagliato della spedizione che, l’1 marzo scorso, ha simbolicamente “decontaminato” il monte Učka (Istria), dopo che i grigi pajazi neofascisti di Casapau l’avevano irrorato di sostanze nocive quali vittimismo, italianibravagentismo, nazionalismo, antislavismo e, non ultimo, machismo (una passeggiata da niente descritta come un’ascesa eroica, andè ban a fèr däl pugnàtt!).
Ebbene, quel resoconto dettagliato ora c’è. Sul blog di Alpinismo Molotov. Nel 71esimo anniversario della strage nazifascista di Lipa.
Il post è pieno zeppo di foto e di riflessioni che vanno ben oltre l’episodio e la specifica montagna. Tuco, per fare un solo esempio, ci parla del Polizeiregiment “Bozen”.
Il reggimento attaccato dai GAP romani in via Rasella, per capirci.
Il reggimento che in Istria fu responsabile di rastrellamenti, rappresaglie, massacri, deportazioni di massa a Trieste, nel lager della Risiera di San Sabba.
Buona lettura. I commenti sono aperti di là.
#AlpinismoMolotov in Istria: defascistizzato l’Učka / Monte Maggiore
«L’unione di terra e sangue può solo far venire il tetano».
Questa frase di Karl Kraus ci è tornata in mente una ventina di giorni fa, vedendo le cupe foto di un manipolo di neofascisti italiani salito sul Monte Učka – la vetta più alta dell’Istria – per lasciarvi un messaggio revanscista, vittimista e blut und boden.
Pensando a quella tetra pagliacciata, alcun* compagn* di Alpinismo Molotov hanno deciso di fare un’incursione in quelle lande ed eseguire un rituale che “disinfettasse” la vetta. Sono partiti ieri mattina dal Carso triestino, in nove. Hanno raggiunto la vetta e l’hanno “defascistizzata”. Qui sotto, un breve dispaccio e alcune immagini. Un racconto più dettagliato sarà pubblicato nei prossimi giorni sul blog Alpinismo Molotov. Prosegui la lettura ›
#AlpinismoMolotov diventa un blog
Chi ha letto i racconti collettivi No Picnic on Rocciamelone e Alpinismo Molotov sul Triglav (Contro nazionalismi e alpinismi hipster, dal mondo di Julius Kugy) sa già cosa si intende per «Alpinismo Molotov».
L’idea è nata quando Point Lenana ha stimolato ripetuti incontri fra lettori/lettrici di Giap che amano andare in montagna ma detestano certi modi di andarci.
Una “banda di disparati” sparsi per il Nord Italia si è ritrovata in Val Susa ed è salita sulla montagna-simbolo della lotta No Tav. In quell’occasione è nata, quasi per accidente, l’espressione «Alpinismo Molotov».
Poco tempo dopo, una banda solo in parte coincidente con la prima si è ritrovata a Trieste, è andata in Slovenia e ha affrontato i saliscendi che portano alla groppa e alla testa di «Babbo Triglav», come lo chiamava Kugy.
Poi si sono aggiunte altre persone, si è discusso fitto fitto, ci sono state altre sortite… e si è deciso di aprire un blog, per analizzare e organizzare, riflettere e scarpinare. Come dicono gli zapatisti: «Camminare domandando».
Ebbene, da oggi quel blog è on line. Il primo post è una semplice, essenziale presentazione. Seguirà il manifesto dell’Alpinismo Molotov e poi, con calma, un sacco di roba. Un sacco da montagna, ovviamente. Buona lettura, buone escursioni.
Narrazioni digitali non identificate (L’archivio e l’istante)
di Flavio Pintarelli (guest blogger)
Quando si cominciò a discutere di Oggetti Narrativi Non Identificati (UNO), nel 2008, in seguito alla pubblicazione del «memorandum sul New Italian Epic», il focus fu immediatamente rivolto verso la letteratura. Gomorra, Asce di Guerra, Sappiano le mie parole di sangue erano libri che ponevano alla riflessione e al dibattito letterario problemi importanti. Erano, in ottica NIE, lavori che mettevano alla prova soprattutto il rapporto tra l’autore e le sue fonti, problematizzando la questione dello sguardo e del punto di vista. Di fronte all’archivio in tutte le sue forme, come doveva porsi e come doveva procedere il narratore interessato a restituire uno sguardo sulla realtà che non si riducesse alla mera cronaca dei fatti ma rivendicasse la possibilità di intervenire sullo stato delle cose? Questa sembrava essere la domanda più pressante, il quesito ineludibile che quei libri ponevano a chi cercava di avvicinarli nonostante la riottosità di quei testi. Prosegui la lettura ›
Come difenderci dai tentacoli di #Expo2015? Dateci una mano!
Premessa: cosa pensiamo di Expo 2015
Riteniamo Expo 2015 – «Nutrire il pianeta. Energie per la vita» – un Grande Evento Deturpante, Insensato e Indecente, preceduto e accompagnato da Grandi Opere Dannose, Inutili e Imposte.
Le inchieste della magistratura stanno rivelando un alto livello di corruzione e una robusta presenza delle mafie nel sistema di appalti e subappalti di Expo 2015. Finora i poteri che vogliono il megaevento sono riusciti a far finta di nulla, dando la colpa all’occasionale «mela marcia», ma a essere marcio è il cesto, la corruzione è insita nella logica del Grande Evento Devastante, Inaccettabile e Idiota.
Come lo stanno tirando su questo baraccone mangiasoldi pieno di fuffa?
#AlpinismoMolotov sul Triglav. Contro nazionalismi e alpinismi hipster, dal mondo di Julius Kugy
[Dopo l’esordio narrativo No Picnic on Rocciamelone, Alpinismo Molotov si sposta a est, con il racconto corale della spedizione al Triglav, Alpi Giulie Orientali, 16 e 17 agosto 2014. C’erano (ordine alfabetico, pseudonimi usati qui su Giap, link a eventuali profili Twitter o blog/siti):
Alessandro TS – Diserzione – Lo.Fi. – Rikutrulla – Supereri – Tuco – Vecio Baeordo e Wu Ming 1. Il racconto include anche parti di Mr. Mills e Yamunin.
Quel che stiamo cercando di fare, tra le altre cose, è rivisitare e sovvertire il récit d’ascension, il classico racconto di spedizioni in montagna, ricorrendo a ogni sorta di tecniche letterarie, metodi di scrittura collettiva, procedure di montaggio, induzioni di stati d’animo favorevoli al cut-up, e forzando poeticamente l’utilizzo delle risorse rese disponibili dalla rete: link, audio, immagini, video e quant’altro. Raccontare la montagna con ogni mezzo necessario. Un’altra letteratura di montagna è possibile, e anche se non lo fosse, noi tenteremmo ugualmente di scriverla.
Ribadiamo quanto già scritto nella puntata precedente: si ha Alpinismo Molotov ogni volta che dei/delle giapster vanno insieme in montagna (l’A.M. non contempla la “solitaria”) con la consapevolezza che la “montagna” è:
– una costruzione culturale e storica (e come tale è oggetto di critica e demisticazione);
– un luogo dove non si sfugge alle contraddizioni ma se ne trovano di ulteriori e specifiche;
– un terreno di conflitto tra usi del territorio diversi e incompatibili;
– un deposito di storie e segni di passate rivolte, resistenze, repressioni.
Presto Alpinismo Molotov avrà un blog tutto suo. C’è persino un logo, disegnato da Inpuntadisella. Lo trovate in fondo al post.
Il prossimo appuntamento AP è di nuovo in Val di Susa, il 21 settembre. È un’iniziativa molto peculiare: una salita al Monte Musinè nell’ambito del festival «Torino Spiritualità». Inizialmente il “capogita” doveva essere Wu Ming 1, e aveva pure scritto una presentazione (PDF), ma – come leggerete qui sotto – il suo ginocchio fa troppe bizze e necessita di qualche esame. Il nuovo “capogita” è Mariano Tomatis, e vista la sua conoscenza del lato “magico” di quel monte, l’escursione ci guadagna non poco. Qui potete leggere la sua presentazione. Poiché la camminata a tema è ufficialmente parte di un festival, è richiesta l’iscrizione. Più giapster si iscrivono, più Molotov sarà il tutto. Prima, però, godetevi il racconto dal Triglav. Vi ricordiamo che sotto ci sono i link per scaricarlo in ePub o aprirlo in versione ottimizzata per la stampa. Buona lettura!]