Gli incontrollati fantasy su Norma Cossetto, 3a parte | Leggende metropolitane e ricatti morali. Con un appello agli storici: rialzate la testa!
sul caso Norma Cossetto sono qui.
[WM: Nella prima puntata di questa miniserie, il gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki ha smontato il film Red Land – Rosso Istria, elencandone anche i committenti politici e i mandanti ideologici.
Nella seconda puntata, ha ricostruito la genealogia delle innumerevoli dicerie che circondano la morte di Norma Cossetto e allontanano qualunque possibilità di capire cosa avvenne davvero.
In questa terza e ultima puntata, Nicoletta analizza altre due opere: il semi-romanzo Foibe rosse di Frediano Sessi e il quasi omonimo Foiba rossa, fumetto di chiarissima – e facilmente verificabile – matrice neofascista.
■ Prima di scrivere di foibe (stiamo per vedere come), Frediano Sessi era già noto come narratore e divulgatore della Shoah e dei crimini nazisti. Nel 2002 aveva curato l’edizione italiana del testo definitivo del diario di Anne Frank. Col nome dell’autore a gettare un simbolico ponte tra due storie completamente diverse, e grazie all’espediente narrativo del «diario» (fittizio), Foibe rosse ha dunque contribuito alla paradossale «annafrankizzazione» di Norma Cossetto – martire di una famiglia convintamente fascista e collaborazionista – e al più generale processo di «olocaustizzazione delle foibe», ben descritto dallo storico Federico Tenca Montini.
Allo smontaggio di Foibe rosse è linkato un approfondimento su Guido Rumici, consulente storico di Red Land e fonte di Sessi.
■ Quanto al fumetto Foiba rossa, si tratta di un prodotto dozzinale, sciatto e pieno zeppo di incredibili sfondoni storici e non solo. Se ce ne occupiamo, è per tre motivi:
1) la Regione Veneto ne ha appena acquistate migliaia di copie per distribuirle nelle scuole medie;
2) a quest’operazione editoriale hanno partecipato molte nostre “vecchie conoscenze”;
3) è il perfetto anello di congiunzione tra il libro di Sessi e Red Land.
La miniserie si chiude con alcune riflessioni sull’uso distorto, censorio e ricattatorio dell’epiteto «negazionisti», e con un appello alla comunità dei ricercatori storici.
Buona lettura.]
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Lotta di classe, mormorò lo spettro. Una miniserie in due puntate / 2
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di Mauro Vanetti
indice della seconda puntata
6. Terza notte
7. Lenin No Border
8. L’ultima notte
9. La «bella sinistra di una volta» vi schifava uguale
10. Poscritto
Toh, i fascisti! Tra allarmi tardivi e inviti all’ammucchiata, con le elezioni dietro l’angolo
Ben svegliata, «opinione pubblica democratica»! Ammesso e non concesso che il vostro sia un risveglio e non un semplice passaggio da uno stato di ipnosi all’altro.
Ben svegliati, giornalisti «democratici»! Con poche, lodevoli eccezioni, dobbiamo dire che sinora avevate fatto schifo.
Da anni, su Twitter, vi si sfotte amaramente con l’hashtag #laparolaconlaF. La parola con la F è la più semplice ed esatta, eppure non la usavate mai.
Amedeo Mancini? Un «ultrà della Fermana».
Gianluca Casseri? Un matto solitario.
Casapound? Giovani fichi e colorati.
Le uccisioni? Opera di «balordi», «tifosi», «movida violenta».
I tentativi di pogrom contro migranti e profughi? Azioni di «cittadini esasperati».
Le spedizioni punitive, le aggressioni? Semplici «risse».
E così via.
L’hashtag #laparolaconlaF fu lanciato proprio per segnalare e raccogliere gli eufemismi, gli espedienti, le perifrasi usate per non chiamare mai «fascisti» i fascisti.
Ben svegliati, opinionisti e politici «democratici»! Voi dicevate che l’antifascismo è old, che bisognava superare certe divisioni perché «sveglia, è il 2011!», «sveglia, è il 2013!», «Sveglia, è il 20XX!». La sindrome del «current year», come dicono negli USA. E per far vedere quant’eravate avanti, coi fascisti ci dialogavate, li ospitavate e loro vi ospitavano nelle loro sedi. Citavate una frase «di Voltaire» che Voltaire non ha mai scritto: «Non sono d’accordo con le tue idee ma darei la vita ecc.»
[Va da sé che nessuno di voi «darebbe la vita» per un bel nulla. Nessuno di noi lo pretende, ma allora non atteggiatevi, su.]
Nel mentre, arrivavano bollettini di guerra, e voi rispondevate con uno «pfui».
#Predappio Toxic Waste Blues. Prima puntata (di 3)
Note su Predappio, il progetto di museo nell’ex-Casa del Fascio, i monumenti, la violenza neofascista, la Legge Fiano e altro
di Wu Ming 1
INDICE DELLA PRIMA PUNTATA
1. Bennywise (20 settembre 2017, mercoledì)
2. Come si è arrivati a questo?
3. La Legge Fiano a Predappio, ovvero: l’«acqua passata» e lo stupor
X. Una nota giuridica sull’apologia di fascismo – di Luca Casarotti
«Predappio è Mussolini»
Giorgio Frassineti, sindaco di Predappio *«Sono andato avanti, e ora sono al traguardo. So già che ci saranno polemiche. Ma so già anche che la storia un giorno dirà che avevo ragione.»
Giorgio Frassineti, sindaco di Predappio **«Se rischio di far danno, sono il primo a tirarmi indietro.»
Giorgio Frassineti, sindaco di Predappio ***«A me, ormai, il termine “antifascista”, considerando anche chi lo usa con più forza e frequenza, fa venire subito in mente la DDR.»
Marcello Flores, storico, presidente del Comitato scientifico del progetto per l’ex-Casa del Fascio di Predappio ****
Alla buon’ora, l’inchiesta sui rapporti tra PD e neofascisti comincia a produrre scossoni
Ci è voluto un episodio in apparenza “piccolo” ma più vistoso ed emblematico di altri. Un episodio di grande densità simbolica.
Forza Nuova e l’associazione Nuove Sintesi – parte del network di Lealtà Azione – organizzano un evento nella sala comunale «Salvador Allende» di Nereto, provincia di Teramo, paesino amministrato dal Partito Democratico. Si tratta di una serata “a tema storico” sulla Repubblica di Salò, con fascio littorio in bella evidenza. Commentatori fascisti ci scherzano sopra sui social, parlano di «karma», dileggiano il presidente socialista cileno ucciso dai golpisti di Pinochet.
Il cortocircuito di riferimenti è tale da fulminare l’impianto elettrico del PD. Prosegui la lettura ›
Il sindaco di Predappio Frassineti (PD) risponde «sobriamente» all’inchiesta su PD ed estrema destra
Con un certo ritardo, ma anche con un certo stile, il sindaco di Predappio Giorgio Frassineti (PD) replica e fornisce spiegazioni sull’evento che lo riguarda incluso nell’inchiesta CasaP(oun)D. Rapporti con l’estrema destra nel ventre del partito renziano. Nella didascalia qui sopra ricordiamo brevemente di cosa si tratta. Ecco la risposta di Frassineti, con annesse spiegazioni. Prosegui la lettura ›