La prima volta che incontrammo Gianni Minà fu a Cuba nella primavera del 2000. Eravamo alla Fiera internazionale del libro dell’Avana. Quell’anno l’Italia era il paese ospite d’onore e diversi scrittori avevano accettato di partecipare. Tra questi, una piccola delegazione di scrittori e scrittrici bolognesi, capitanata da Stefano Tassinari.
Noialtri – forti dell’avere contatti in loco, in primis il padre di Wu Ming 4, che a Cuba viveva (e ci vive tuttora) – ci calammo nell’Avana più popolare, frequentammo più Cojímar che il Vedado o Miramar, in una specie di participant observation tra serate alcoliche e combattimenti clandestini di galli, capitando anche a una specie di Zecchino d’Oro Rosso con i Pionieri del Socialismo che cantavano per Abuelo Fidel. Ogni tanto ricomparivamo agli incontri pubblici, capitammo anche a un rinfresco all’ambasciata italiana. Prosegui la lettura ›