Working Class Hero
La madre Teti, la dea dai piedi d’argento, ridisse
che due sorti mi portano al termine di morte;
se, rimanendo, combatto intorno a Troia,
perirà il mio ritorno, la gloria però sarà eterna;
se invece torno a casa, alla mia patria terra,
perirà la nobile gloria, ma a lungo la vita
godrò, non verrà subito a me destino di morte
– Iliade, IX, 410-416
Let us die young or let us live forever
We don’t have the power, but we never say never
Sitting in a sandpit, life is a short trip
The music’s for the sad man
– Alphaville, Forever Young
Su uno dei muri esterni dell’Old Trafford, lo stadio del Manchester United, c’è una targa che ricorda i caduti del 6 febbraio 1958. È una data impressa a fuoco nella storia del club inglese, quella che segna la fine dei Busby Babes, i ragazzi che Matt Busby stava trasformando nella squadra più forte d’Europa. Quel giorno all’aeroporto di Monaco c’era la neve, e questo contribuì a intralciare il decollo dell’aereo che avrebbe dovuto riportare a casa i Red Devils, reduci da una partita di Coppa dei Campioni. L’ironia della sorte volle che lo schianto avvenisse ancora prima che l’aereo si staccasse dal suolo. Ciò nonostante metà dei passeggeri perse la vita. Prosegui la lettura ›