Da quando è iniziato il terremoto in Emilia, i giornali e siti di informazione (soprattutto quelli locali) pubblicano foto di orologi. Le torri degli orologi di Finale Emilia, San Felice sul Panaro e Ferrara; l’orologio della chiesa di Sant’Agostino, quello della chiesa di San Rocco a Cento… Quadranti danneggiati, spaccati, scomparsi. Qualcuno è rimasto intatto ma fermo, a segnare l’ora della scossa che lo ha bloccato. Chi come me vive a Bologna non può non pensare all’orologio della stazione, fisso sulle 10:25 dalla strage del 2 Agosto.
Perché un orologio fermo diventa notizia? Perché ne guardiamo la foto? Forse perché in essa cogliamo qualcosa, un lampo di verità su noi stessi. Prosegui la lettura ›
Bartleby deve ri-morire!
Un giorno gli studiosi di storia locale si occuperanno della lunga decadenza di Bologna. E chissà che non dedichino qualche minuto del loro tempo al paradosso di questi giorni, come cartina al tornasole del livello di imbarbarimento che la città ha raggiunto. Parecchi anni fa, lo storico frontman degli Skiantos, Roberto “Freak” Antoni, pubblicò una raccolta di aforismi e poesie intitolata Non c’è gusto in Italia a essere intelligenti. Ecco, sembra che a Bologna questo sia vero due volte. Anche perché, nel caso specifico, si finisce a sbattere la testa sempre contro lo stesso muro, come i matti, con rispetto parlando. Lo si fa proprio mentre in provincia i muri sono ridotti a macerie e le preoccupazioni dovrebbero essere altre. In questo caso, il muro su cui si segna il livello di demenzialità è (ancora una volta) quello di Bartleby. Prosegui la lettura ›