
Furio Jesi durante la lavorazione dell’Enciclopedia Europea Garzanti, 1976
Furio Jesi durante la lavorazione dell’Enciclopedia Europea Garzanti, 1976
Ho preso questi appunti nel corso del tumultuoso, convulso 2011, anno di insurrezioni, detronizzazioni, disvelamenti e nuove confusioni. Per la precisione, sono note scritte nel periodo aprile-settembre 2011.
Alla bruta materia di queste frasi annotate live, nel pieno degli eventi, non ho saputo imporre alcuna struttura solida e coerente. La numerazione di paragrafi e capoversi è il residuo di un tentativo in tal senso, sostanzialmente fallito.
1. CHI DICHIARA COSA?
1.a. Negli ultimi tempi si sente sempre più spesso la frase: «Non siamo di destra né di sinistra». Talvolta, l’ordine dei fattori è invertito: «Non siamo di sinistra né di destra».
Non è certo una frase nuova, l’abbiamo udita tante volte. Eppure, tendendo l’orecchio, possiamo registrare una prima, piccola novità: il soggetto plurale ricorre più spesso di quello singolare. Il noi sta scalzando l’io. Fino a qualche anno fa, questa “dichiarazione di non-appartenenza” era il più delle volte a titolo personale. Oggi, invece, è sempre più sovente l’enunciazione di soggetti collettivi. Prosegui la lettura ›
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A novembre dell’anno 2010, quando abbiamo proposto il titolo per questa conferenza [*], il problema di distinguere una rivoluzione da qualcos’altro non era di particolare attualità: lo avevamo scelto con un occhio alla nostra produzione di romanzi storici, dove abbiamo raccontato rivolte, rivoluzioni e guerre d’indipendenza.
Nel frattempo, però, i tumulti sono tornati di moda, come non accadeva da oltre vent’anni, e giornali e riviste sono inondati di articoli dove ci si chiede se in Tunisia o in Libia sia in corso una rivoluzione, se il Bahrein, l’Oman o la Siria ne conosceranno davvero una, e via discorrendo. Prosegui la lettura ›
«Io suscitai e spinsi innanzi con la forza di un’idea uno di questi marosi (e non dei più piccoli), finché raggiunse e superò il culmine, e a Damasco si ruppe. Il riflusso di quell’ondata, respinto dalla resistenza degli oggetti investiti, fornirà materia all’ondata successiva, quando, compiuto il tempo, la marea monterà un’altra volta.»
Questo scriveva, all’indomani della Prima Guerra Mondiale, T.E. Lawrence nell’introduzione a I Sette Pilastri della Saggezza, l’opera in cui raccontava dall’interno l’esperienza della rivolta araba contro l’Impero Ottomano (1916-1918).
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La discussione in calce al primo post sul «Potere Pappone» non accenna a spegnersi e nemmeno a calare di intensità. Nel momento in cui scriviamo, siamo intorno ai 350 commenti e il livello è davvero molto alto. Nel frattempo, sono accadute due cose che, se possibile, mettono altra carne al fuoco. O meglio: cucinano in modi inattesi gli stessi ingredienti, fornendo ulteriori spunti, esempi, chiavi di lettura.
Lunedì scorso, nel prime time di Rai 3, è andato in onda il «doppio elenco» di Fini e Bersani sui valori della destra e della sinistra.
Ieri sera siamo andati alla prima bolognese dell’ultimo film di Guido Chiesa, Io sono con te. Prosegui la lettura ›
di Wu Ming 1
0. Una premessa necessaria
Qui, ahimè, verrà usato il nome “Berlusconi”. Lo so, non ne potete più di sentirlo nominare. D’altronde, ritengo che il giochino di non nominarlo proprio mai, di usare solo l’iniziale “B.” o il pronome “Lui” (o addirittura nemmeno quelli), sia non solo snobistico e stucchevole ma, puntando i riflettori sulla sua assenza, finisca addirittura per ribadirne e amplificarne la presenza. Mi sembra sia quello che ha voluto dire Giovanni De Mauro sull’ultimo numero di Internazionale (n. 871, anno 18, 5/11 novembre 2010). Nell’editoriale Berlusconi non viene mai nominato… per dimostrare che è sempre con noi:
«Quel che è peggio è che ci ha colonizzato […] Ha colonizzato anni della nostra vita, ore e ore delle nostre conversazioni, delle nostre attenzioni, dei nostri interessi. Ha colonizzato perfino i sogni. Ha colonizzato la nostra vita privata e la nostra mente. I suoi guasti continueranno a farsi sentire a lungo, affioreranno nei tic, nei modi di dire, nei gesti. Anche per questo, prima ce ne liberiamo e meglio è.»
Tanto vale nominarlo, allora. E, nominandolo, dire che non si tratta dei “suoi” guasti, ma dei nostri.
Questa è la chiave per leggere quel che segue: “Berlusconi” non è solo Berlusconi, individuo in carne e ossa. Prosegui la lettura ›
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Quando si racconta una storia, è molto raro anticipare il finale.
Nello scrivere un saggio, invece, bisogna elencare da subito le principali conclusioni, i risultati della ricerca, così chi legge può decidere se vale la pena arrivare in fondo.
Stretto fra le due esigenze, proverò a dire qualcosa senza dire tutto.
Il testo che segue si divide in tre capitoli. Prosegui la lettura ›