di Nicoletta Bourbaki*
[La prima puntata dell’inchiesta è qui.]
INDICE DELLA SECONDA PUNTATA
di Nicoletta Bourbaki*
[La prima puntata dell’inchiesta è qui.]
INDICE DELLA SECONDA PUNTATA
[Mentre prosegue il lavoro di ricerca e analisi dei documenti relativi alla vicenda di Giuseppina Ghersi, il gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki continua a prendere in esame narrazioni che hanno in comune col caso Ghersi non solo la zona in cui sono ambientate (l’Appennino Ligure tra Genova e Savona), ma anche autori, propagatori, incongruenze e problemi metodologici.
Il quadro che ne emerge è impietosamente in linea con tutta la produzione narrativa sui fantomatici «orrori partigiani», produzione nella quale ricorrono sempre gli stessi elementi: dicerie mai sottoposte a verifica e anzi prese per oro colato; dettagli sempre più macabri, assenti da ogni fonte documentale reperibile, aggiunti a piene mani ogni volta che si racconta la vicenda; fosse comuni vuote, introvabili e addirittura “mobili”; vittime non solo mai trovate ma addirittura mai esistite – come la fantomatica «Jolanda Crivelli», della quale è stato inventato persino il nome; uso sensazionalistico di immagini shock estranee alle vicende narrate; partigiani descritti come indemoniati che non hanno nulla di umano, immancabilmente stupratori se le vittime sono donne – Giuseppina Ghersi, Norma Cossetto… – e in ogni caso crudi torturatori.
Dopo essersi interessata al mai avvenuto «eccidio di Monte Manfrei», questa volta Nicoletta Bourbaki si occupa della Colonia di Rovegno, un edificio che qualcuno racconta come un luogo dell’orrore, ma…
Buona lettura. WM]
di Nicoletta Bourbaki *
INDICE DELLA PRIMA PUNTATA
«Vedi, i morti possono essere molto utili. A me, personalmente, hanno risolto situazioni difficili più di una volta. Primo perché non parlano. Secondo, perché, se aggiustati bene, possono sembrare vivi. E terzo, anche se gli spari non succede niente perché al massimo dovrebbero morire, ma sono già morti.».
(Sergio Leone, Per un pugno di dollari) Prosegui la lettura ›
Sui problemi etici e poetici dello scrivere «oggetti narrativi non-identificati» e su come il Prunetti ci lavora sopra. Si parla anche di Orwell, Montanelli, Saviano, Lilin, Pansa e altri. Avvertenza: sassi sparati fuori dalle scarpe come se grandinasse.
di Wu Ming 1
«Nearly all the incidents described […] actually happened, though they have been rearranged».
Scriveva così George Orwell nel suo The Road to Wigan Pier (1937), memoriale e reportage immersivo sulle condizioni della working class del nord dell’Inghilterra tra le due guerre mondiali, scritto con tecniche da romanzo. Più o meno lo stesso vale per il suo libro del 1931 Down and Out in Paris and London.
«Quasi tutti gli eventi descritti sono realmente accaduti, anche se sono stati riarrangiati». Ma se «quasi» tutti sono realmente accaduti, vuol dire che alcuni sono inventati. Quali? E gli altri, se sono «riarrangiati», in che senso sono «realmente» accaduti? Prosegui la lettura ›
Il lavoro che i tempi richiedono è di resistenza culturale, ma anche — soprattutto — di sgombero delle macerie e ricostruzione di un mondo bombardato, di una città che non c’è più.
È un’opera di lungo termine, che andrà proseguita per generazioni e tanto meglio riuscirà quanto più sarà fatta per disperazione — ovvero, come si legge nel Dizionario Treccani, «non trovando altra soluzione, costretti da dura necessità». In parole povere: non abbiamo scelta.
Giusto ieri, cercando di sgombrare il campo da alcuni equivoci, citavamo su Twitter uno scritto giovanile del Moro di Treviri: Prosegui la lettura ›
Note su Predappio, il progetto di museo nell’ex-Casa del Fascio, i monumenti, la violenza neofascista, la Legge Fiano e altro
di Wu Ming 1
[Se non hai letto le prime due puntate, sono qui: 1 – 2]
INDICE DELLA TERZA PUNTATA
Note su Predappio, il progetto di museo nell’ex-Casa del Fascio, i monumenti, la violenza neofascista, la Legge Fiano e altro
di Wu Ming 1
INDICE DELLA PRIMA PUNTATA
«Predappio è Mussolini»
Giorgio Frassineti, sindaco di Predappio *«Sono andato avanti, e ora sono al traguardo. So già che ci saranno polemiche. Ma so già anche che la storia un giorno dirà che avevo ragione.»
Giorgio Frassineti, sindaco di Predappio **«Se rischio di far danno, sono il primo a tirarmi indietro.»
Giorgio Frassineti, sindaco di Predappio ***«A me, ormai, il termine “antifascista”, considerando anche chi lo usa con più forza e frequenza, fa venire subito in mente la DDR.»
Marcello Flores, storico, presidente del Comitato scientifico del progetto per l’ex-Casa del Fascio di Predappio ****