Sabato 11 dicembre abbiamo presentato al Modo Infoshop di Bologna, insieme all’autrice e alla semiologa Giovanna Cosenza, il libro di Loredana Lipperini Non è un paese per vecchie (Feltrinelli, 2010).
La discussione, durata un paio d’ore, ha collegato fra loro tre tabù, tre interdizioni, tre rimozioni che oggi orientano il discorso pubblico. Tre cose di cui si deve parlare il meno possibile: la vecchiaia, il morire e la divisione della società in classi. Per questa “griglia” sono passati molti argomenti: l’omologazione dei corpi e delle facce, l’obbligo sociale a fingersi giovani e a essere stronzi, la demitizzazione dei “fantastici anni ’60”, la raffigurazione (o l’assenza) delle donne anziane nella letteratura, la necessità di ritrovare rituali del morire e del lutto etc. Numerosi i riferimenti, diretti e indiretti, alle lotte in corso, a cominciare – com’è ovvio – da quella degli studenti. Prosegui la lettura ›
Quadratura dei cerchi concentrici – #nogelmini #bookbloc #demo2010
Quello nella foto è il “Book Bloc” di Londra, 9 dicembre 2010.
La prassi nata a Roma è arrivata Oltremanica. Nella terza “Giornata X” (DayX3) del movimento contro i tagli all’istruzione, il Book Bloc è stato protagonista del tumulto di Parliament Square.
Lo scrittore Jay Griffiths ha visto un suo libro (Pip Pip: A Sideways Look at Time) trasformato in scudo e – come avevamo fatto noi nell’intervista a “Il Fatto quotidiano” – ha commentato il momento di epifania. Lo ha fatto in un breve articolo sul Guardian. La frase-chiave? “I libri non erano solo sulle barricate: erano essi stessi le barricate.” Prosegui la lettura ›