A proposito di “pratiche liberanti” e “pratiche assoggettanti” in Internet. Questo non è un vero e proprio post, ma un’accozzaglia di link.
Il primo è questo, riassunto a futura memoria di quarantott’ore di merda, due giornate nere per i social media italiani, tra “macchine mitologiche” funzionanti a pieno regime, branchi di cani latranti e parole ormai svuotate di senso e usate come mattoncini della neolingua (un termine su tutti: “Satira”).
A futura memoria, si diceva: nei giorni in cui incombe il “Decreto Ammazzablog” del governo, e con tutti i veri casi di vera censura a disposizione, il sedicente “Popolo della Rete” ha deciso di mobilitarsi… contro Vasco Rossi, per difendere da una censura mai avvenuta un sito dove si spacciano per “satira” l’aggressione in branco e il dichiarare ridacchiando (esempio di schifezza tra i tantissimi possibili) che Anna Frank se l’è cercata perché ebrea.
Come al solito, chi si azzardava a esprimere dubbi e fare distinguo era un intellettuale di merda che “non capiva gli scherzi” e voleva censurare la Sacra Satira.
La vicenda, poi, è finita a tarallucci di sterco e vino al metanolo, tanto da indurre in alcuni il sospetto che le parti in causa fossero d’accordo sin dall’inizio e sia stata tutta un’operazione di marketing, concordata e messa in atto sfruttando la credulità popolare e la voglia di linciare/lapidare il nemico di turno (e su come tale voglia trovi nei social media una cassa di risonanza, vedasi il video sotto).
Partite dallo “storify” di Flavio Pintarelli, scorretelo fino in fondo, poi tornate in cima e ripercorretelo cliccando i link. Leggete le discussioni, fatevi la vostra idea. Prima o dopo quest’escursione, consigliatissimo ripescare una delle cose di Daniele Luttazzi che vale la pena salvare: Mentana a Elm Street (PDF). Prosegui la lettura ›