Sembra che l’esperimento proceda bene. Le reazioni sono positive, variegate e illuminanti.
Una delle migliori recensioni de L’Invisibile ovunque è apparsa sulla rivista on line La Ricerca. La firma Claudia Mizzotti, insegnante del liceo Messedaglia di Verona, ed è – per l’appunto – rivolta al mondo della scuola. Oltre a linkarla, ne riportiamo uno stralcio significativo.
«Quarto è un mockumentary, un saggio in cui eventi fittizi sono presentati come reali: il pittore surrealista Francesco Bonamore non è mai esistito. Wu Ming dichiara di essersi ispirato a certi racconti di Borges, di aver preso spunto da La letteratura nazista in America di Bolaño […] Anche nel romanzo L’Armata dei Sonnambuli, come si evince dai Titoli di coda, gli autori hanno mescolato ad arte fonti d’archivio reali e inesistenti per congegnare il loro intreccio e lanciare una sfida ai lettori, così da renderli guardinghi e attivi nella fruizione del testo in una forma feconda di transmedialità della letteratura che invita il pubblico ad entrare nel gioco. La ricerca infruttuosa di tracce in rete della biografia di Bonamore, delle immagini delle sue tele surrealiste Soldati nella neve e L’albero in fiore, dei saggi critici a lui dedicati e citati nel racconto, costituisce la “prova del nove” a cui Wu Ming affida il disvelamento della beffa. Sarà un’esperienza istruttiva per gli studenti assistere a un esperimento che evidenzia le debolezze del sistema mediatico in cui siamo immersi, nella quale è fin troppo facile credere alle storie, alle notizie e alle informazioni che entità subdole quanto anonime (non sempre anonime, in verità) confezionano e diffondono per scopi non sempre filantropici, per usare un eufemismo. Prosegui la lettura ›