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Hobbit

Confessioni di un traduttore dello Hobbit – di Wu Ming 4

Lo Hobbit nuova traduzione

Premessa

Esce oggi in libreria Lo Hobbit, in un’edizione illustrata con gli stessi disegni di Tolkien. Dal punto di vista estetico forse la più bella edizione dello Hobbit mai realizzata. E con una nuova traduzione.

Non avrei mai pensato che potesse essere la mia. Nonostante negli ultimi anni io abbia discusso a iosa della traduzione del Signore degli Anelli realizzata da Ottavio Fatica e di quella “storica” di Vittoria Alliata, e nonostante studi i testi tolkieniani da oltre quindici anni, non mi sarei aspettato che mi venisse fatta un’offerta del genere. Quando è capitato, la prima cosa che ho pensato è che non avevo alcun titolo per farlo. Troppa poca esperienza di traduzione, troppo senso di inadeguatezza, troppa ansia da prestazione verso un autore amato.

Era un pensiero più che legittimo.

Se ho accettato di ritradurre Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien è essenzialmente per due motivi, egualmente importanti. Prosegui la lettura ›

La Contea degli Hobbit: un’utopia economica? No.

Joseph Pearce

Joseph Pearce

Sul sito dell’Associazione Romana Studi Tolkieniani (*) si trova l’articolo scritto a quattro mani da Roberto Arduini e Wu Ming 4 sulle letture economiche che certi studiosi (confessionalisti) di Tolkien si accaniscono a proporre. C’è una scuola di pensiero che vede in Tolkien un seguace di G.K. Chesterton, tanto sul piano letterario quanto su quello religioso e della teoria socio-economica. Si tratta di una cerchia di studiosi di area anglosassone, tutti più o meno collegati tra loro da rapporti di collaborazione e amicizia, oltre che dalla comune confessione religiosa, che si sforzano di far passare Tolkien per un “distributista”.
La personalità più in vista è quella di Joseph Pearce, un tempo noto come Joe Pearce, ex-militante del National Front inglese (due volte incarcerato negli anni Ottanta per incitazione all’odio razziale) e agiografo degli Skrewdriver, la più celebre band nazi-rock (Skrewdriver: The First Ten Years, 1987). Prosegui la lettura ›