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JRR Tolkien

Uno sputnik costruito in garage: I Quaderni di Arda #2

Uno sputnik costruito in garage… è entrato in orbita. È l’immagine più adatta per definire questa rivista, che battezza il suo numero 2, quello del 2021.

Per spiegare la metafora bisogna considerare alcuni elementi. Sia il #1 sia questo #2 de «I Quaderni di Arda» contengono gli atti di convegni tenutisi all’Università di Trento (rispettivamente nel 2017 e nel 2020), promossi dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani, con l’aggiunta di alcuni contributi extra. Tanto gli interventi dei relatori quanto quelli aggiunti ex post nascono da un melting pot di studiosi professionisti (la maggior parte italiani e alcuni stranieri) e studiosi dilettanti (alcuni membri del Gruppo di Studi dell’AIST altri no), cioè dall’incontro tra studio accademico e passione “da fan”. Il risultato è una grande varietà d’approcci.

Accanto a studi filologici, stilistici, storico-letterari, si trovano articoli sui punti di contatto tra Tolkien e la narrativa fantascientifica e horror, sulle traduzioni delle sue storie attraverso le arti grafiche e la musica, sugli sviluppi transmediali del racconto tolkieniano o sulle mappe come supporto fondamentale alla “sub-creazione” di mondo. Si va dalla filologia germanica, alle recensioni di saggi e cataloghi, all’indagine sulla fan fiction, abbattendo qualunque barriera architettonica che possa porsi in mezzo, eccetto quella della serietà d’approccio. Prosegui la lettura ›

Benvenuto Morning Star… tredici anni dopo

1. Do it yourself

Nel giorno del compleanno di Tolkien rendiamo disponibile su Giap la traduzione inglese del romanzo solista di Wu Ming 4 Stella del Mattino, pubblicato in Italia ormai nel lontano 2008, che oltre ad avere il professore di Oxford tra i personaggi principali, ha al centro la figura di T.E. Lawrence, meglio noto come Lawrence d’Arabia. Il romanzo ha poi avuto una seconda edizione nel 2017, con all’interno due mappe e una nuova copertina realizzata da Igort.

Già in passato, poco dopo l’uscita, una traduzione inglese era stata realizzata da Alessia Conti con la collaborazione di Laura Macdougall, che però non era bastata a destare l’interesse dell’allora editore britannico di Wu Ming. Non così per le traduzioni in castigliano e francese, pubblicate entrambe nel 2012, rispettivamente da Acuarela e Métailié.

Purtroppo, a distanza di anni, lo stesso destino della prima traduzione «amatoriale» è toccato alla seconda traduzione inglese, rimasta senza pubblicazione. Ecco perché oggi decidiamo di renderla disponibile. Prosegui la lettura ›

«Fallire sempre meglio: tradurre Tolkien, Tolkien traduttore»: un convegno on line

Lunedì 30 novembre e martedì 1 dicembre si terrà il convegno organizzato dal Dipartimento di Lettere dell’Università di Trento e dall’Associazione Italiana Studi Tolkieniani. Ecco l’articolo che lo presenta sul sito dell’AIST: A Trento un convegno: Tolkien e la traduzione. Per partecipare è necessario preiscriversi sul sito dell’Unitn, al link che si trova anche nell’articolo. Il convegno sarà su piattaforma Zoom, secondo la prassi dell’ateneo.

La partecipazione – ancorché solo in voce – di Wu Ming 4 sarà l’unica eccezione alla regola di non trasferire la nostra attività dal vivo su piattaforma online. Trattandosi del caporedattore della rivista I Quaderni di Arda, che verrà presentata in coda al convegno e che ne pubblicherà gli atti, è sembrato giusto non tirarsi indietro.

L’argomento è bello e impegnativo, i relatori sono di prim’ordine, le storie da ascoltare tante.

Il rapporto di Tolkien con i suoi traduttori è sempre stato complicato. Prima di tutto perché lui era un filologo e un fonoesteta, nonché un tipo piuttosto pignolo su certe questioni, in grado di mettere becco a ragion veduta nelle scelte traduttive, almeno per le lingue di origine germanica che erano il suo pane. Ma soprattutto era un traduttore a sua volta, ancorché dalle lingue antiche a quelle moderne, quindi non poteva trattenersi dal confronto con i traduttori a cui toccava l’ingrato compito di tradurre le sue opere. Prosegui la lettura ›

Il creatore della Terra di Mezzo – il catalogo della mostra di Oxford su J.R.R. Tolkien

di Wu Ming 4

I’m old fashioned, Michael. I believe private should remain private. Not everything modern is good, now, is it? You gonna write this down…in your little fucking book.
Peaky Blinders, S5, E1, «Black Tuesday», 2019

Leggendo il catalogo della mostra Tolkien: Maker of Middle-Earth, tenutasi a Oxford da giugno a ottobre del 2018 e uscito ieri in Italia per Mondadori (€45, traduzione di Stefano Giorgianni), si ha a tratti la sensazione di violare uno spazio privato. Una grande quantità di materiale appartenuto al celebre Professore viene messa in mostra per i fan della Terra di Mezzo. È una cosa che accade soltanto per gli autori di culto, e non ci sono dubbi che J.R.R. Tolkien sia tra questi, dato che con il passare dei decenni la sua narrativa ha incontrato un apprezzamento sempre più ampio da parte di un pubblico quanto mai eterogeneo. Per questo, sfogliando il catalogo viene da chiedersi cosa avrebbe pensato di una mostra su di sé. La risposta è che probabilmente ne sarebbe stato al tempo stesso lusingato e irritato. Lusingato, perché sono pochi gli scrittori a cui siano state dedicate esposizioni come questa. Irritato perché era profondamente avverso alla via biografica alla letteratura e contrario al culto dell’autore, ritenendo quest’ultimo un pessimo servizio alla letteratura stessa. In una lettera del 1971 scriveva:

«Una delle mie convinzioni più radicate è che l’indagine sulla biografia di un autore (o su altri aspetti della sua “personalità”, come quelli che vengono racimolati dai curiosi) sia un approccio totalmente inutile e sbagliato alla sua opera, e specialmente a un’opera d’arte narrativa, per la quale l’obiettivo che l’autore cercava di centrare era che venisse apprezzata in quanto tale, che fosse letta con piacere letterario». [1]

Già nel 1958, a pochi anni dalla pubblicazione del Signore degli Anelli, Tolkien si era espresso in termini ancora più netti: Prosegui la lettura ›

La riapertura di Giap, le prossime uscite, i progetti in corso, la strada chiama

«Butta la tua statua giù e resta giù, / resta giù!» (Area, Ici on dance!, 1978).

Rieccoci. Dopo la pausa d’agosto – pausa solo per Giap, non per noi –, annunciamo la ripresa delle pubblicazioni, aggiorniamo sui progetti in corso e le prossime uscite,  segnaliamo alcuni appuntamenti di settembre e ottobre.

Durante l’estate abbiamo continuato a lavorare insieme al romanzo La grande ondata del ’78 – che consegneremo all’Einaudi nella primavera 2021 – e ciascuno per conto proprio ai vari progetti solisti. Non dovendo più seguire alcun profilo sui social– a settembre sarà un anno tondo che abbiamo abbandonato Twitter – e con il blog rallentato e poi sospeso, abbiamo raggiunto un livello di coordinazione e ottimizzazione degno del Toyotismo. Una Toyota senza dipendenti, dove il management lo fanno tutte e tutti.

La scelta di “allentare” Giap non era dovuta solo alle esigenze di scrittura, ma anche alla necessità di una decongestione dopo il flusso impressionante e ingestibile della primavera. Ora riapriamo e vedremo come andrà. Prosegui la lettura ›

L’impresa è compiuta: Il Signore degli Anelli di nuovo in libreria, integrale

Il Signore degli Anelli in tre volumi

Il Signore degli Anelli è finalmente leggibile per intero nella nuova traduzione di Ottavio Fatica. Da una decina di giorni, infatti, è uscito in libreria anche il terzo volume del romanzo, quello che Tolkien non avrebbe voluto intitolare Il Ritorno del Re, per non fare spoiler, bensì La Guerra dell’Anello, ma l’ultima parola spettò all’editore.

Dopo due anni di polemiche, querele, articoli su blog e giornali, e infine una pandemia, ecco di nuovo l’opus magnum tolkieniano, integrale, in libreria. L’uscita estiva significa che per Natale avremo anche il volume unico.

Una delle più grosse operazioni editoriali degli ultimi anni è stata completata. Prosegui la lettura ›