Su Giap ci siamo occupati più volte della resistenza delle popolazioni del «cratere», la zona dell’Italia centro-orientale colpita dal lunghissimo terremoto del 2016.
Resistenza alla gestione dall’alto del post-terremoto, sorda alle esigenze e alle richieste dal basso.
Resistenza a quella che molti hanno chiamato «deportazione».
Resistenza a quella che ormai tutti chiamano «strategia dell’abbandono»: il dare per «irrecuperabili» molti piccoli centri dell’entroterra, scoraggiando in ogni modo gli abitanti dal ritornarvi.
Abbiamo pubblicato due report dal cratere: Non c’è nessun post-terremoto (novembre 2016) e Terremoto, un viaggio che non promettiamo breve (gennaio 2017).
Abbiamo anche cercato, insieme ad attiviste e attivisti del cratere, di abbozzare prime risposte alla domanda cruciale: «A quale logica, a quali interessi risponde la strategia dell’abbandono?»
Ne abbiamo parlato, ad esempio, al centro sociale Sisma di Macerata, la sera del 3 febbraio 2017, inquadrando quanto sta accadendo nelle Marche nel contesto della più generale aggressione ai territori, dell’imposizione di grandi opere inutili. Prosegui la lettura ›