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L’invisibile ovunque

Uscite in Francia, Messico, Catalunya e ancora Francia: L’invisibile ovunque e Ufo 78, anzi: Ovni 78, com’è giusto!

L'invisible partout e Ovni 78

L’invisibile ovunque, edizione francese, e Ufo 78, edizioni catalana e francese.

Oggi esce per i tipi di Métailié L’invisible partout, edizione francese del nostro L’invisibile ovunque (2015), tradotto da Serge Quadruppani.

Per il nostro romanzo in quattro racconti, che dedicammo al centenario della Grande guerra, si tratta della terza traduzione. Nel 2017 era uscito in catalano per le edizioni Godall, col titolo L’invisible arreu, tradotto da Oriol Fuster Cabrera. Pochi mesi fa, per i tipi di FCE è uscita l’edizione messicana – distribuita in buona parte dell’America ispanofona – Lo invisible en todas partes, nella traduzione di Federico Mastrogiovanni. Che, insieme al giornalista Andrés Ruiz, parla del libro in questa puntata del podcast «La autentica banda librera». Negli ultimi due anni FCE ha pubblicato altri due libri della nostra officina, Stella del mattino e Altai.

Ancora in Francia, il 17 maggio arriverà in libreria, pubblicato da Libertalia, Ovni 78, edizione transalpina del nostro Ufo 78, anche questo tradotto da Serge Quadruppani.

Nel frattempo è uscita, pubblicata da Manifest e intitolata sempre Ovni 78, l’edizione catalana. Traduzione di Pau Vidal. Prosegui la lettura ›

Una dichiarazione – politica e di poetica – sul virus del militarismo nel corpo sociale

Enrico Baj, «Generali», multimaterico s.d.

Nei nostri due libri del 2015 Cent’anni a Nordest e L’invisibile ovunque riflettevamo,  con gli strumenti dell’inchiesta e della letteratura, sul centenario della Grande Guerra e su come l’Italia lo stava celebrando. Lo facevamo avendo in mente le guerre jugoslave degli anni Novanta, nonché alla luce del conflitto in Ucraina. Perché, conviene ricordarlo, in Ucraina la guerra c’è dal 2014.

La conclusione era che, cent’anni dopo la prima guerra mondiale, il nostro Paese e in certa misura l’Europa tutta avevano più che mai bisogno, e sempre più avrebbero avuto bisogno, di anticorpi antimilitaristi, di esempi di diserzione, di rifiuto di ogni intruppamento. Perché quella del continente sul cui suolo non si sarebbero più combattute guerre era una fòla e nient’altro. Prosegui la lettura ›

Un viaggio nel paradiso dei trabocchetti. L’influenza della pittura e del cinema surrealista ne «L’Invisibile Ovunque»

Clicca per esplorare la presentazione e cercare i trabocchetti. Consigliata la visione a schermo intero.

«Mi sembra di essere in un film surreale», dichiarava Giuseppe Conte il 23 maggio, mentre i media facevano le pulci al suo intrigante curriculum. Quel pomeriggio, Wu Ming 1 si trovava al Dams di Torino, e stava parlando (anche) di film surreali, o meglio, surrealisti.

Capita di frequente: «surreale» e «surrealismo» sono termini usati senza più alcun riferimento agli artisti e agitatori che più o meno cent’anni fa li introdussero nel vocabolario.

A meno che Conte non avesse in mente Man Ray o la coppia Buñuel – Dalí. Forse andrebbe rivisto Un chien andalou cercando parallelismi con la contrattazione per il governo grillo-leghista. Il tizio che traina due pianoforti potrebbe essere Mattarella, e i due asini morti sopra i pianoforti sono… Prosegui la lettura ›

#ScheggeDiShrapnel e fucilazioni a Nord Est. Da Marano Vicentino a Marano di Valpolicella, passando per Noventa Padovana.

Giovedì 30 novembre, all’Auditorium Comunale di Marano Vicentino, il Wu Ming Contingent suonerà dal vivo Schegge di Shrapnel, lo spettacolo di parole e musica collegato a L’invisibile ovunque e composto a partire da diari, testimonianze, cartelle cliniche e poesie scritte durante la Prima Guerra Mondiale.

Tra i testi proposti, ci sarebbe stato bene anche questo articolo de L’Avanti!:

«Noventa di Padova, 3.11.1917 ore 16.30 circa. Il generale Graziani di passaggio vede sfilare una colonna di artiglieri da montagna. Un soldato, certo Ruffini di Castelfidardo, lo saluta tenendo la pipa in bocca. Il generale lo redarguisce e riscaldandosi inveisce e lo bastona. Il soldato non si muove. Molte donne e parecchi borghesi sono presenti.

Un borghese interviene e osserva al generale che quello non è il modo di trattare i nostri soldati. Il generale, infuriato, risponde: “Dei soldati io faccio quello che mi piace” e per provarlo fa buttare contro un muricciuolo il Ruffini e lo fa fucilare immediatamente tra le urla delle povere donne inorridite.

Poi ordina al T. colonnello Folezzani (del 280 artiglieria campale) di farlo sotterrare: “È un uomo morto d’asfissia” – e, salito sull’automobile, riparte. Il T. colonnello non ha voluto nel rapporto [porre] la causa della morte. Tutti gli ufficiali del 280 artiglieria campale possono testimoniare il fatto.»

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Scarica L’#InvisibileOvunque (Pdf, ePub, Mobi, Azw3)

L'Invisibile Ovunque

È ormai imminente il centenario della “rotta” di Caporetto (24 ottobre 1917).
Prepariamoci, perché nel 2018 arriverà la Grande Sbornia Nazionalista. Il lungo centenario della Grande Guerra toccherà finalmente la difesa del Piave, la Canzone del Piave, la «Battaglia del Solstizio», Vittorio Veneto, il Monte Grappa, l’Audace che attracca a Trieste, l’armistizio di Villa Giusti, il Bollettino della Vittoria, la «redenzione» della «Venezia Giulia», del Trentino e – già che c’eravamo – del Sud Tirolo fino al Brennero. Una bella pesca a strascico, quest’ultima, con annessa persecuzione delle popolazioni «straniere» finite nella rete.

Sarà un tripudio, una spudorata celebrazione del militarismo e dell’imperialismo italiano, a colpi di «idee senza parole» come Patria e Italianità. L’adunata nazionale degli Alpini si terrà a Trento, e forse un tricolore lungo un chilometro trasformerà l’Adamello in girandola da fiera. Sentiremo intonare peana alla guerra «che fece gli italiani», e sarà anche peggio del centocinquantenario dell’Unità d’Italia, che pure – su alacre spinta di Napolitano – fu un’immane «lenzuolata» patriottarda, a coprire ogni contraddizione di ieri e di oggi, proprio mentre si eseguivano pedestremente i diktat della BCE. Il nazionalismo serve sempre a nascondere il vassallaggio.

Stavolta sarà molto peggio. E da lì sarà tutta in discesa: la «vittoria mutilata», l’«Impresa di Fiume», giù, giù, fino al centenario della Marcia su Roma.

È in vista di un siffatto showdown che mettiamo in download – gratuito, DRM-free e in quattro diversi formati – il nostro libro L’Invisibile Ovunque (2015). Prosegui la lettura ›

Oh, che bella guerra! Speciale su «L’invisibile ovunque» e i suoi fratelli

Due lavoratrici della National Shell Filling Factory No.6 a Chillwell, Nottinghamshire nel 1917

A tre mesi esatti dall’ultimo speciale congiunto, torniamo a proporvi recensioni, ascolti e interviste relativi al nostro Tridente del Centenario (L’invisibile ovunque, Cent’anni a Nord-Est e Schegge di Shrapnel). Cogliamo anche l’occasione per anticipare un dato dell’Operazione Glasnost 2016: nei sei mesi tra l’uscita (novembre 2015) e il 31 maggio 2016, L’invisibile ovunque ha venduto 33.848 copie (dove per venduto si intende il saldo tra copie distribuite/rese nel periodo). Grazie a tutti i lettori che lo hanno comprato, recensito, suggerito, regalato, diffuso e ai librai che lo hanno consigliato e promosso.

Qui sotto, partiamo volentieri da un testo che va oltre l’incrocio tra le nostre narrazioni e suggerisce rimandi tra L’invisibile ovunque e PCSP (Piccola Controstoria popolare) di Alberto Prunetti.
A seguire, Enrico Manera su DoppioZero, Wu Ming 4 intervistato dal Corriere di Romagna, l’audio delle presentazioni di Cattolica e Venezia, Giovanni Pietrangeli recensisce Cent’anni a Nord-Est e la prossima data del Wu Ming Contingent.
Buona lettura e buon ascolto. Prosegui la lettura ›

Chi non ha futuro, non ha memoria. Grande Guerra, intruppamento dei ricordi e diserzioni necessarie

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[Questo è l’intervento che WM2 e WM4 hanno letto ieri sera al Festival LETTERATURE di Roma, nella suggestiva coreografia della basilica di Massenzio. Gli organizzatori del Festival ci avevano detto che forse sarebbe uscito su «un quotidiano nazionale», ma non sospettavamo che sarebbe stato L’Unità. Ieri ci telefona il nostro amico Ferdi Punyat e fa, col suo accento catalano (di Alghero): – Ma come, lo stesso giorno che su Giap pubblicate l’inchiesta sui rapporti tra renziani e Casapau, uscite su L’Unità?
Siamo andati a controllare ed era vero. Speriamo che il tempismo e la paradossale concomitanza abbiano portato qualche renziano a leggersi l’inchiesta e avere un travaso. Quanto al testo, lo pubblichiamo qui, nel posto che gli compete. WM]

Sul coperchio della scatola c’è una scritta bianca: Memory.
All’interno, un mazzo di carte. Uguali nel dorso, figure diverse sull’altra faccia. Forme, colori, paesaggi. Ogni disegno ha il suo doppio e il gioco è banale, lo conoscono tutti. Si stendono le carte coperte sul tavolo e a turno se ne girano due. Se sono identiche, le si aggiunge al proprio bottino e se ne scelgono altre due. Se sono diverse si passa la mano, dopo aver ricoperto le carte spaiate. Ripulito il piatto, vince chi ha raccolto più pariglie.
Di norma, intorno ai sette anni, le sfide a Memory perdono interesse, la scatola finisce a prendere polvere e la maggior parte dei bambini rimane al livello di mnemonista ingenuo, all’oscuro delle vere leggi del gioco. Prosegui la lettura ›