Archives for 

Matteo Lepore

No Passante e parco Don Bosco: a Bologna il dissenso costa.


Tra aprile e luglio dello scorso anno, il Ministero dell’Ambiente metteva insieme le scartoffie per prorogare fino al 2029 il decreto di compatibilità ambientale del Passante di Bologna: diciotto corsie di autostrada urbana nella periferia nord del capoluogo emiliano, a circa tre chilometri dal centro città.

In quello stesso periodo, a maggio, l’Emilia-Romagna si trovava coinvolta in una drammatica alluvione, con lo straripamento di ventitré corsi d’acqua, più di 250 frane, diciassette vittime umane e danni per oltre dieci miliardi di euro.

Nel frattempo, al Tribunale Amministrativo di quella stessa Regione, pendeva il ricorso dell’associazione AMO Bologna contro il decreto favorevole al Passante (del 2018) e soprattutto contro la sua proroga, in fase di approvazione. Troppi elementi erano cambiati in cinque anni e le analisi di Autostrade per l’Italia non ne tenevano conto. Basti pensare che nel chiedere la proroga, – con una relazione di quaranta paginette, – il responsabile del procedimento, Fabio Visintin, presentava i dati sulla qualità dell’aria del 2020, l’anno del confinamento per la pandemia! Prosegui la lettura ›

Bologna, 20 giugno 2024: «Un miracolo che nessuno sia rimasto ucciso o paralizzato»

Bologna, 20 giugno 2024, lato nord del parco don Bosco, viale Aldo Moro, quartiere San Donato. Consigliamo di guardare prima il video, realizzato da attiviste e attivisti presenti quel giorno, e soltanto dopo leggere le righe che seguono.

Attivisti strappati giù dagli alberi, motoseghe azionate a pochi centimetri dai loro corpi, imbragature di sicurezza tagliate, celerini e addetti al disboscamento che si arrampicano tra i rami, pioggia di manganellate, abusi vari, violenza di genere, alberi segati con persone ancora sopra e senza transenne a delimitare l’area. Lunghe ore di violenza poliziesca, per poter abbattere ancora un po’ di verde pubblico. Prosegui la lettura ›

Il parco don Bosco che si difende, la Bologna soffocante che non vogliamo. Sabato 9 marzo, la manifestazione

Sabato 9 marzo, alle 14:30, saremo anche noi in piazza XX Settembre, a Bologna, punto di raduno per la manifestazione convocata dalla «gang del don Bosco». 

Il parco don Bosco è da settimane un festoso presidio popolare, con tanto di casette sugli alberi. Una piccola ZAD, zone à defendre. Da difendere, perché minacciata dall’ennesimo progetto che abbatte alberi e consuma suolo, ne abbiamo parlato qui.

Ci saremo, per ribadire che siamo contro la follia cementizia. Contro lo scempio urbanistico. Contro la Bologna distopica di Lepore, Clancy, Laudani, Borsari, Fondazione Innovazione Urbana.

A Bologna non passa quasi giorno senza che venga annunciata una nuova colata. Solo nell’ultima settimana dodicimila metri quadri per un nazional-patriottico «Museo della cultura italiana» (!) in via Carracci, più una nuova struttura da settanta appartamenti in via Michelino (con tanto di notizia falsa su un voto a favore da parte dei Verdi). Decisioni che seguono di poco altre riguardanti l’area ex-FICO e la zona Fiera.

Prosegui la lettura ›

Questi anni a Bologna: le balle «green» della giunta Lepore-Clancy, 3a puntata: il caso delle scuole Besta

[Dopo aver letto la nostra inchiesta in due puntate – qui: uno e due – sulle frottole in salsa verde dell’attuale giunta bolognese, il Comitato Besta – impegnato in una delle lotte territoriali più incisive degli ultimi mesi, quella contro l’abbattimento delle scuole medie Besta e di parte del parco Don Bosco che le ospita – ha scritto una terza puntata e ce l’ha inviata.
L’articolo ricostruisce la vicenda e termina invitando alla manifestazione che si terrà sabato 16/12. Volentieri lo pubblichiamo, con questo addendum scaricabile in pdf: l’analisi del caso Besta che Fausto Bonafede, esperto del WWF, ha inviato il 27 novembre scorso all’amministrazione comunale e alla Soprintendenza alle belle arti. N.B. Le didascalie delle immagini sono nostre.
Buona doppia lettura. WM]

di Comitato Besta

Nella «città più progressista d’Italia», come enfaticamente il sindaco Matteo Lepore definisce Bologna, lo capisce anche un bambino che non c’è nulla di «green» nell’abbattere una scuola in mezzo a un parco per ricostruirne una nuova a pochi metri di distanza, consumando nuovo suolo per quindicimila metri quadri e abbattendo quarantadue splendidi alberi ad alto fusto da anni curati da un’associazione di residenti, il Comitato Don Bosco.

Si devasta così un’area verde frequentata e amata dai cittadini e dagli abitanti del quartiere, un polmone nella sempre più cementificata zona Fiera dove l’aria che si respira è tra le più inquinate d’Europa.

Eppure l’assessore ai lavori pubblici sostiene che a fine opera «il parco sarà più bello di prima» e se lo dice lui, che ci abita di fronte, come dubitarne?

Il Progetto delle nuove scuole medie Besta, nel quartiere San Donato, è un chiarissimo e concreto esempio di come la giunta stia distruggendo l’ambiente cittadino, con progetti di intervento che sembrano riportarci al secolo scorso, quando cantieri e cemento significavano – nel senso comune – progresso e benessere, ecologia era una parola sconosciuta ai più e quasi nessuno si preoccupava degli alberi in città.

Il paradigma dominante era quello della crescita infinita. La giunta bolognese è rimasta lì, come se nel frattempo non fosse cambiato nulla. Il sindaco Dozza aveva fatto la tangenziale, ora Lepore e Bonaccini la raddoppiano, convinti, come nei favolosi anni Sessanta, che più macchine girano più il popolo sta bene. Prosegui la lettura ›

Questi anni a Bologna: le balle «green» della giunta Lepore-Clancy. Seconda puntata (di due tre)

Scarezzo, pagliacci e balle green

Sergio Chakotino, «Scarezzo bolognese», 2023.

[La prima puntata dell’inchiesta è qui.]

1. Scherzi della sorte: l’assemblea cittadina per il clima

A Bologna, come abbiamo più volte raccontato, c’è una lunga consuetudine di «percorsi partecipativi» posticci, incanalati in procedure tecnocratiche, il cui esito è determinato in partenza. Il fatto che nello statuto del Comune figurino le «assemblee cittadine per il clima» – inserite nel luglio 2021 – va letto in questa luce. Le assemblee erano anche nell’accordo tra PD e Coalizione Civica, fra i contentini, le foglie di fico e le compensazioni simboliche per aver ceduto sul Passante.

Ma l’assemblea cittadina per il clima era anche una richiesta di Extinction Rebellion.

L’amministrazione, in crisi di idee su come lavare-in-verde le proprie politiche, ha pensato di poterne fare l’ennesimo momento di smorzamento e cooptazione. Del resto, quando nel 2019 sempre Extinction Rebellion aveva chiesto al Comune di «dichiarare l’emergenza climatica», l’allora giunta Merola l’aveva subito dichiarata. Non le costava nulla, anzi, era ottimo greenwashing.

Stavolta hanno sottovalutato il contesto, l’umore diffuso in città. Prosegui la lettura ›

Questi anni a Bologna: le balle «green» della giunta Lepore-Clancy. Prima puntata (di due tre)

Due balle green... tra le tante

Asfalto e pagliacci che fan paura.

1. Memorie del decennio scorso

Facciamo mente locale. Guardandoci intorno, in cosa riconosciamo l’eredità delle due giunte guidate da Virginio Merola? Cosa ha lasciato a Bologna quel decennio, che grossomodo coincide con gli anni Dieci?

Poiché se ne è parlato di recente, qualcuno ricorderà subito la consegna «chiavi in mano» e gratis di una vasta area pubblica a Oscar Natale Farinetti. In quel periodo l’amministrazione fece uno spropositato, scriteriato investimento su FICO, confermatosi poi il progetto demenziale che a noi era sempre sembrato.

FICO è stato la parte più visibile – solo in senso figurato, perché ben poca gente è andata a vederlo – di un processo più ampio. Altre consegne chiavi in mano hanno riguardato l’intera città, proprio in quegli anni offerta in pasto al modello «RyanAirBnB», ovvero: traffico aereo forsennato con relative emissioni climalteranti, inquinamento, rumore infernale tutto il giorno (chiedere a qualunque abitante del Navile); turismo mordi-e-fuggi, con sempre più aree del centro ingurgitate dal «food» (ogni due numeri civici as magna, roba da diventare anoressici per protesta); sregolata crescita di AirBnB, con sottrazione di migliaia di appartamenti al mercato degli affitti e conseguente, devastante crisi abitativa. Prosegui la lettura ›

Quattro passi contro il Passante. Un rituale apotropaico per incontrare I sollevamenti della Terra.

Clicca sull’immagine per navigare la mappa provvisoria del percorso

Bologna si è affacciata sugli anni Venti del Duemila dichiarando per bocca del suo sindaco di essere «la città più progressista d’Italia».

Il primo frutto di questo suo progresso, l’opera più importante dell’immediato futuro, sarà l’allargamento del nastro d’asfalto che l’attraversa, da oriente a occidente. L’infrastruttura formata dall’A14 e dalla tangenziale raggiungerà in alcuni tratti le diciotto corsie. Per chi non la conoscesse, si tratta di un’autostrada urbana, che corre a circa tre chilometri dal centro storico, nel ventre di quartieri popolosi, e dunque a ridosso di case, condominii, campi coltivati, parchi e scuole.

Nell’ormai diffusa e solida consapevolezza che occorre ridurre l’uso dell’automobile, un progetto del genere ha l’aspetto di un mostro riemerso dal passato. È quanto di più retrogrado, inutile e ingiusto si potesse immaginare per contenere l’inquinamento, l’impatto sul clima, gli ingorghi. Prosegui la lettura ›