[Se, come suol dirsi, il reale stato della cultura si misura con la situazione delle biblioteche pubbliche, a Bologna siamo messi male.
Il Comune sta avviando un percorso di privatizzazione delle biblioteche di quartiere, un tempo fiore all’occhiello del «buongoverno» felsineo. Non a caso, lo sta avviando a partire dal quartiere Navile, unità amministrativa che comprende la Bolognina, zona della città sotto attacco speculativo e gentrificatorio. Attacco che è parte della grande aggressione cementizia prossima ventura.
Pochi giorni fa, abbiamo assistito all’abominio di una carica di polizia tra i tavoli di una biblioteca universitaria. Contro chi aveva cercato di mantenere quella biblioteca aperta a tutt*, la Procura ha in serbo un bel processo per «associazione a delinquere» (e non solo).
Questo nel quarantennale dell’insurrezione studentesca del marzo 1977.
Se dalle biblioteche ci spostiamo agli spazi sociali e culturali autogestiti, la vicenda dell’XM24 – vedi qui e qui – suona la campana d’allarme per le esperienze rimaste in città.
La buona notizia è che l’enorme assemblea dell’8 febbraio ha dato un segnale forte. E nulla ci toglierà dalla testa l’idea che la violenza squadristica scatenata all’università il giorno dopo sia stata anche una risposta a quel segnale.
In questo scenario, apprendiamo che il Comune vuole insediare – toh, in Bolognina! Toh, in via Fioravanti! – una «Casa della Letteratura». Qui sotto pubblichiamo una lettera della collega Milena Magnani, spedita all’assessora alla cultura Bruna Gambarelli l’8 febbraio scorso. Milena racconta alcuni interessantissimi dietro-le-quinte.
Come ricordato nella lettera, si tratta di una vecchia proposta del nostro compagno Stefano Tassinari. Stefano non c’è più, ma noialtri, che con lui abbiamo condiviso tante lotte, possiamo dire con certezza che tra XM24 e una «Casa della Letteratura» eretta – metaforicamente o alla lettera – sulle macerie del suo sgombero, il compagno Tassinari avrebbe scelto XM24. Senza alcuna remora.
Buona lettura.]