[WM5:] Chi cerca i segni li trova. Al tramonto, prima del concerto allo Strike per la presentazione della Guida alla Roma ribelle, io e i compagni del Wu Ming Contingent guardavamo il cielo e seguivamo le evoluzioni degli stormi, la sincronia medianica tra centinaia di uccelli che si impennano, virano, cambiano configurazione come un cuore, un organo contrattile, mutevole, come un solo animale celeste. La musica che avevamo captato nei mesi precedenti, nell’aria, quella che sentivamo ci appartenesse, doveva negli auspici rispondere a dinamiche simili. La musica che avevamo captato era antica, apparteneva tutta a un altro secolo, eppure pensavamo che fosse doverosa, che ci rappresentasse appieno, che dicesse in modo inattuale qualcosa di focalizzato, parziale, fazioso, non pacificato sull’oggi, e che quello – suggestioni post punk, no-disco, kraut rock, garage – potesse essere il tappeto volante per portare in giro una parte delle storie di Wu Ming.
Poiché si è in cerca di segni, i segni compaiono. Prosegui la lettura ›