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Raoul Pupo

Il boomerang colpisce (prima) in Friuli-Venezia Giulia: l’accusa di «negazionismo delle #foibe» si abbatte sul suo stesso creatore (Raoul Pupo)

Sede dell'IRSML, marzo 2019: Raoul Pupo afferrato dalla mostruosa accusa di negazionismo/riduzionismo sulle foibe, fabbricata nel suo stesso laboratorio.

Sede dell’IRSML, marzo 2019: Raoul Pupo afferrato dalla mostruosa accusa di negazionismo/riduzionismo sulle foibe, fabbricata nel suo stesso laboratorio.

Pochi giorni fa, il consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato una mozione presentata dai consiglieri Piero Camber e Giuseppe Ghersinich (rispettivamente Forza Italia e Lega) con cui si impegna la giunta di destra a non finanziare associazioni culturali che divulghino in qualsiasi forma «tesi negazioniste delle foibe».

Nel calderone di tali presunte tesi finisce, com’era ovvio, chiunque proponga una lettura della storia del «confine orientale» un filino più complessa di quella enunciata da Salvini lo scorso 10 febbraio. La mannaia cala addirittura sull’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione.

Questo sviluppo non era imprevedibile, perché è una logica conseguenza di quella che abbiamo chiamato «ideologia del Giorno del Ricordo». Nondimeno, è uno sviluppo grave. Ne scrive su Medium Nicoletta Bourbaki.

Il gruppo di lavoro focalizza il proprio sguardo su una certa ironia della sorte: il professor Raoul Pupo, storico che ha trascorso gli ultimi vent’anni accusando di «negazionismo» e «riduzionismo sulle foibe» suoi (validissimi) colleghi, si ritrova all’improvviso in loro – e, aggiungiamo, nostra – compagnia nel girone degli «appestati».

→ Buona lettura.

L’Unità contro i profughi istriani: l’ennesima citazione-bufala

Clicca per leggere l’inchiesta di Nicoletta Bourbaki.

Nei giorni scorsi, come accade ogni anno nei dintorni del 10 febbraio, è circolato in modo virale un certo meme, diffuso sui social anche da VIP, per esempio dal cantante di destra Enrico Ruggeri.

Si tratta di un presunto virgolettato tratto da un articolo de L’Unità del 1946. Sono poche frasi piene di disprezzo nei confronti dei profughi da Istria e Dalmazia, i quali «non meritano la nostra solidarietà né hanno diritto a rubarci pane e spazio» ecc.

Si tratta di un falso.

La citazione è stata non solo isolata ed estrapolata da un articolo che diceva l’esatto contrario, ma è stata anche manipolata.

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Gli incontrollati fantasy su Norma Cossetto, 3a parte | Leggende metropolitane e ricatti morali. Con un appello agli storici: rialzate la testa!

Tutte le puntate dell’inchiesta
sul caso Norma Cossetto sono qui.
Due operazioni editoriali su Norma Cossetto

Ad accomunare questi due libri non è solo il titolo quasi uguale.

[WM: Nella prima puntata di questa miniserie, il gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki ha smontato il film Red Land – Rosso Istria, elencandone anche i committenti politici e i mandanti ideologici.
Nella seconda puntata, ha ricostruito la genealogia delle innumerevoli dicerie che circondano la morte di Norma Cossetto e allontanano qualunque possibilità di capire cosa avvenne davvero.
In questa terza e ultima puntata, Nicoletta analizza altre due opere: il semi-romanzo Foibe rosse di Frediano Sessi e il quasi omonimo Foiba rossa, fumetto di chiarissima – e facilmente verificabile – matrice neofascista.
■ Prima di scrivere di foibe (stiamo per vedere come), Frediano Sessi era già noto come narratore e divulgatore della Shoah e dei crimini nazisti. Nel 2002 aveva curato l’edizione italiana del testo definitivo del diario di Anne Frank. Col nome dell’autore a gettare un simbolico ponte tra due storie completamente diverse, e grazie all’espediente narrativo del «diario» (fittizio), Foibe rosse ha dunque contribuito alla paradossale «annafrankizzazione» di Norma Cossetto – martire di una famiglia convintamente fascista e collaborazionista – e al più generale processo di «olocaustizzazione delle foibe», ben descritto dallo storico Federico Tenca Montini.
Allo smontaggio di Foibe rosse è linkato un approfondimento su Guido Rumici, consulente storico di Red Land e fonte di Sessi.

■ Quanto al fumetto Foiba rossa, si tratta di un prodotto dozzinale, sciatto e pieno zeppo di incredibili sfondoni storici e non solo. Se ce ne occupiamo, è per tre motivi:
1) la Regione Veneto ne ha appena acquistate migliaia di copie per distribuirle nelle scuole medie;
2) a quest’operazione editoriale hanno partecipato molte nostre “vecchie conoscenze”;
3) è il perfetto anello di congiunzione tra il libro di Sessi e Red Land.

La miniserie si chiude con alcune riflessioni sull’uso distorto, censorio e ricattatorio dell’epiteto «negazionisti», e con un appello alla comunità dei ricercatori storici.
Buona lettura.]
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Se questo è un direttore di istituto storico della Resistenza. Roberto Spazzali e i guasti da «Giorno del Ricordo»

Roberto Spazzali


di Nicoletta Bourbaki (*)

Martedì 9 febbraio 2016, vigilia del Giorno del Ricordo 2016. Mentre stiamo ultimando l’articolo che state per leggere, Roberto Spazzali, direttore dell’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione del Friuli Venezia Giulia (IRSML-FVG), travolto dalle critiche per certe sue esternazioni di qualche giorno prima, chiede scusa pubblicamente.

A dirla tutta non è nemmeno lui a farlo, ma la presidente dello stesso istituto diretto da Spazzali, con queste parole:

«In merito alle polemiche recentemente comparse, Roberto Spazzali riconosce di avere pronunciato una frase inopportuna che gravemente offende le condizioni di chi oggi fugge dalla morte. E se ne scusa.
Il Direttivo dell’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia, riunitosi il 9 febbraio 2016, prende atto delle dichiarazioni di Roberto Spazzali e si rammarica per una affermazione che non corrisponde alla linea culturale e ai valori coerentemente espressi nel tempo dall’Istituto stesso. Del pari si duole della strumentalizzazione che ne è sorta a più livelli.
Il presidente
Anna Maria Vinci»

Poco dopo, su Twitter, anche l’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione (INSMLI) prende posizione sulla vicenda che stiamo per raccontare. Prosegui la lettura ›

Il #Giornodelricordo: dieci anni di medaglificio fascista. Un bilancio agghiacciante.

Collage tratto da eQual.

Collage tratto da eQual.

di Nicoletta Bourbaki (*)

1. Un presidente piccolo piccolo

Quest’anno il Giorno del Ricordo non è passato proprio liscio liscio.
Prima, la campagna sui falsi fotografici che abbiamo lanciato su Giap è arrivata sui media mainstream sia in Italia (L’Espresso) sia in Slovenia (Mladina).
In seguito, la notizia del conferimento dell’onorificenza ai congiunti del volontario del Battaglione «Mussolini» Paride Mori  ha scoperchiato un vaso di Pandora. Poche settimane dopo il 10 febbraio, il Corriere ha pubblicato un articolo a firma di Alessandro Fulloni («Foibe, 300 fascisti di Salò ricevono la medaglia per il Giorno del Ricordo»), in cui si parla di ben trecento onorificenze – sulle mille assegnate a partire dal 2005 – attribuite a militari inquadrati nelle formazioni collaborazioniste della RSI.
A livello nazionale la notizia ha destato un certo scalpore, ma chi ha la memoria lunga e l’abitudine a guardare oltre il cortile di casa propria, ricorda bene che già nel 2007 era successo un discreto casino.
All’epoca Napolitano pronunciò un discorso passato alla storia, o perlomeno alla cronaca. Discorso che, tra le altre cose, conteneva la plateale manipolazione di un passo dello storico Raoul Pupo: Prosegui la lettura ›