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Scuole Besta

No Passante e parco Don Bosco: a Bologna il dissenso costa.


Tra aprile e luglio dello scorso anno, il Ministero dell’Ambiente metteva insieme le scartoffie per prorogare fino al 2029 il decreto di compatibilità ambientale del Passante di Bologna: diciotto corsie di autostrada urbana nella periferia nord del capoluogo emiliano, a circa tre chilometri dal centro città.

In quello stesso periodo, a maggio, l’Emilia-Romagna si trovava coinvolta in una drammatica alluvione, con lo straripamento di ventitré corsi d’acqua, più di 250 frane, diciassette vittime umane e danni per oltre dieci miliardi di euro.

Nel frattempo, al Tribunale Amministrativo di quella stessa Regione, pendeva il ricorso dell’associazione AMO Bologna contro il decreto favorevole al Passante (del 2018) e soprattutto contro la sua proroga, in fase di approvazione. Troppi elementi erano cambiati in cinque anni e le analisi di Autostrade per l’Italia non ne tenevano conto. Basti pensare che nel chiedere la proroga, – con una relazione di quaranta paginette, – il responsabile del procedimento, Fabio Visintin, presentava i dati sulla qualità dell’aria del 2020, l’anno del confinamento per la pandemia! Prosegui la lettura ›

Dal parco Don Bosco al Festival di Letteratura Working Class, il nemico si sfoga, sabota, massacra

Stanotte, nei pressi del parco don Bosco di Bologna, un attivista diciannovenne, studente del liceo Da Vinci, è stato inseguito, bloccato e pestato da un folto gruppo di carabinieri. Su di lui si sono accaniti non soltanto col manganello, ma anche con taser e spray al peperoncino. Gli è stato rotto un polso. È stato portato via in stato di incoscienza. Ha trascorso diverse ore nella caserma di via Agucchi e mentre scriviamo è in corso il processo per direttissima. Davanti al tribunale c’è una folla di giovani solidali. Non c’è chi non abbia pensato a una vendetta delle forze dell’ordine per lo smacco di due giorni fa.

Proprio ieri il sindaco Matteo Lepore si era lanciato in una lunga, ossessiva esortazione a «isolare i violenti». Prosegui la lettura ›

Questi anni a Bologna: le balle «green» della giunta Lepore-Clancy, 3a puntata: il caso delle scuole Besta

[Dopo aver letto la nostra inchiesta in due puntate – qui: uno e due – sulle frottole in salsa verde dell’attuale giunta bolognese, il Comitato Besta – impegnato in una delle lotte territoriali più incisive degli ultimi mesi, quella contro l’abbattimento delle scuole medie Besta e di parte del parco Don Bosco che le ospita – ha scritto una terza puntata e ce l’ha inviata.
L’articolo ricostruisce la vicenda e termina invitando alla manifestazione che si terrà sabato 16/12. Volentieri lo pubblichiamo, con questo addendum scaricabile in pdf: l’analisi del caso Besta che Fausto Bonafede, esperto del WWF, ha inviato il 27 novembre scorso all’amministrazione comunale e alla Soprintendenza alle belle arti. N.B. Le didascalie delle immagini sono nostre.
Buona doppia lettura. WM]

di Comitato Besta

Nella «città più progressista d’Italia», come enfaticamente il sindaco Matteo Lepore definisce Bologna, lo capisce anche un bambino che non c’è nulla di «green» nell’abbattere una scuola in mezzo a un parco per ricostruirne una nuova a pochi metri di distanza, consumando nuovo suolo per quindicimila metri quadri e abbattendo quarantadue splendidi alberi ad alto fusto da anni curati da un’associazione di residenti, il Comitato Don Bosco.

Si devasta così un’area verde frequentata e amata dai cittadini e dagli abitanti del quartiere, un polmone nella sempre più cementificata zona Fiera dove l’aria che si respira è tra le più inquinate d’Europa.

Eppure l’assessore ai lavori pubblici sostiene che a fine opera «il parco sarà più bello di prima» e se lo dice lui, che ci abita di fronte, come dubitarne?

Il Progetto delle nuove scuole medie Besta, nel quartiere San Donato, è un chiarissimo e concreto esempio di come la giunta stia distruggendo l’ambiente cittadino, con progetti di intervento che sembrano riportarci al secolo scorso, quando cantieri e cemento significavano – nel senso comune – progresso e benessere, ecologia era una parola sconosciuta ai più e quasi nessuno si preoccupava degli alberi in città.

Il paradigma dominante era quello della crescita infinita. La giunta bolognese è rimasta lì, come se nel frattempo non fosse cambiato nulla. Il sindaco Dozza aveva fatto la tangenziale, ora Lepore e Bonaccini la raddoppiano, convinti, come nei favolosi anni Sessanta, che più macchine girano più il popolo sta bene. Prosegui la lettura ›