[WM1:] Tra pochi giorni, l’8 novembre, uscirà in simultanea mondiale il nuovo romanzo di Stephen King, 22/11/63.
In Italia l’ho tradotto io. Ci ho lavorato sopra molti mesi. Ho accettato una sfida e sono uscito dalla mia “zona di comfort”. Leggendolo, non vi sarà difficile capire cosa intendo. E’ un libro che mi ha gettato raudi tra i piedi, e mi ha posto svariati problemi (e non parlo dello stile). Problemi che non potevo scrollarmi di dosso alzando le spalle, dicendo: non mi riguardano. Perché me li ero scelti. E’ importante, per uno scrittore, uscire dalla propria “zona di comfort”.
22/11/63 è forse il romanzo più “filosofico” di King, e potrei anche togliere le virgolette. Stimola continuamente riflessioni sul tempo, sul corso della storia, su linearità e cicli, sul ricominciare da capo, sul nostro agire ed essere agiti, sul nostro essere soggetti costituiti che si pensano costituenti… e viceversa, in una scorribanda schizofrenogena, tra teoria delle stringhe e allegorie profonde. Prosegui la lettura ›
Anteprima Stephen King: Notte buia, niente stelle
[WM1:] Sono reduce da un lungo tafferuglio, una lenta scaramuccia, una colluttazione durata sei mesi. Ho affrontato quattro novelle di Stephen King (in realtà tre romanzi brevi e un racconto lungo), cercando di rendere al meglio in italiano uno degli autori più “intraducibili” della letteratura nordamericana contemporanea.
L’antologia si intitola Full Dark, No Stars e non è ancora uscita nemmeno negli USA. In questi mesi sono stato tra i pochi al mondo ad avere tra le mani la bozza rilegata. Prima ancora era una risma di fogli A4, con tanto di annotazioni autografe dell’autore e, su ciascun foglio, la scritta verticale grigia “RALPH M. VICINANZA” (l’agente di King scomparso da pochi giorni a causa di un aneurisma cerebrale, RIP).
In Italia il libro uscirà tra un mese con il titolo Notte buia, niente stelle, e già su questo ci sarebbe un aneddoto curioso, un “appunto di traduzione”, ma ne parleremo a novembre.
La traduzione, come rimarca Umberto Eco nel suo Dire quasi la stessa cosa (2003), è sempre negoziazione: «per ottenere qualcosa, si rinuncia a qualcosa d’altro – e alla fine le parti in gioco dovrebbero uscirne con un senso di ragionevole e reciproca soddisfazione alla luce dell’aureo principio per cui non si può avere tutto.»
Tali “parti in gioco” sono numerose: il testo-fonte; la cultura in cui il testo è nato; il testo di arrivo; la cultura in cui verrà recepito; le consuetudini e norme redazionali della casa editrice; le aspettative dei lettori.
E qui c’è un nodo da sciogliere o da tagliare: per tanti anni, in Italia King ha avuto principalmente una voce, quella di Tullio Dobner. Prosegui la lettura ›