Alla vigilia dell’anniversario della morte in battaglia di Lorenzo Orsetti, caduto con l’uniforme delle Unità di protezione del popolo curde (Ypg) mentre affrontava gli ultimi miliziani dello Stato islamico, la sezione per le Misure di prevenzione del Tribunale di Torino ha decretato che la sua compagna in quelle battaglie, Maria Edgarda Marcucci, detta Eddi, è «socialmente pericolosa», confinandola alla misura restrittiva della sorveglianza speciale. Si era arruolata nel 2017 nell’esercito gemello delle Ypg di Lorenzo, le Unità di protezione delle donne (Ypj), e si erano trovati alla prima esperienza sullo stesso fronte, ad Afrin, nella provincia di Aleppo, nella proibitiva difesa di un cantone invaso da ventimila miliziani jihadisti sostenuti da terra e dal cielo dalla Turchia. Prosegui la lettura ›
La procura di Torino contro chi ha combattuto l’Isis: le fasi finali
di Davide Grasso *
Lunedì 16 dicembre si terrà l’episodio conclusivo di una vicenda surreale che ha costellato la storia dell’ultimo anno. Alcuni ragazzi che sono stati in Siria negli anni della guerra contro il “Califfato” dell’Isis, per sostenere le popolazioni che combattevano i miliziani fondamentalisti responsabili di massacri, decapitazioni, stupri di massa e genocidi, si troveranno alla sbarra al Tribunale di Torino per poi affrontare la decisione dei giudici.
Maria Edgarda Marcucci, Jacopo Bindi e Paolo Pachino hanno fatto parte rispettivamente delle Unità di protezione delle donne (Ypj), del Movimento per la società democratica (Tev Dem) e delle Unità di protezione del popolo (Ypg) nella regione della Siria settentrionale nota come Rojava o Kurdistan siriano, partecipando alla vita civile trasformata dai curdi e dai solidali arabi e siriaci in democrazia radicale, egualitaria, ecologista e femminista, mettendo a rischio la propria vita in scontri cruciali come quello di Tabqa, alle porte di Raqqa, o di Afrin, dove per la prima volta la Turchia attaccò i curdi siriani.
Perché persone che hanno fatto qualcosa di così ammirevole sono trascinate in Tribunale? Cosa ci sarebbe di male in ciò che hanno fatto? Non sono accusati di nessun reato, e questo perché non sarebbe possibile individuare un reato che abbiano commesso. Non hanno sostenuto gruppi classificati come terroristici, e tantomeno hanno portato avanti attività finalizzate al terrore: le hanno anzi combattute, proprio nel momento in cui l’Isis era forte e arrivava a colpire anche l’Europa.
Come possono, allora, trovarsi in questa situazione? Prosegui la lettura ›
#Afrin (non) è sola? – di Davide Grasso #BreakSilenceOnAfrin
di Davide Grasso *
Nella giornata di ieri, 18 marzo, milizie jihadiste sostenute dall’esercito turco hanno fatto ingresso in alcuni quartieri di Afrin, prendendoli sotto il loro controllo. Hanno umiliato e torturato civili, decapitato pubblicamente due combattenti, saccheggiato le abitazioni. Le forze confederali della Federazione del Nord o Rojava, per fortuna, avevano appena evacuato migliaia di civili, che si trovano adesso nella vicina regione di Sheeba, sempre nei pressi di Aleppo. Questi eventi sono arrivati dopo due mesi di strenua resistenza da parte delle unità popolari e femminili YPG-YPJ, che hanno il compito di difendere la rivoluzione delle donne e delle comuni, nelle campagne attorno alla città, pur nella disparità di mezzi. Le forze rivoluzionarie hanno dichiarato che questi eventi segneranno il passaggio dalla guerra aperta alla continuazione della resistenza sotto forma di guerra di guerriglia. Prosegui la lettura ›