Giap#6, VIIa serie - Lui l'ha ucciso, col suo sasso - 14 luglio 2006
1. Lui l'ha ucciso, col suo sasso. Carlo Giuliani cinque anni dopo
2. Roberto Saviano parla di Gomorra (mp3 della presentazione bolognese)
3. Nel frattempo: Manituana, mari del sud e professori pazzi
4. E' morto DJ Rodriguez
LUI L'HA UCCISO, COL SUO SASSO
"Molti, dunque, sanno già benissimo
come sarà il morto di Genova. Si prevede
la faccia, la pettinatura, l’abbigliamento,
il curriculum. Tutti conoscono già - e si ripetono -
l’età, i precedenti, le frasi, le canzoni,
le predilezioni, gli affetti, gli effetti,
e su che ritmo stava ballando in quel momento"
(Dal "rap" di Alberto Arbasino intitolato "Un morto a Genova", giugno 2001)
Si avvicina il quinto anniversario dell'assassinio di Carlo Giuliani, nonché dei pestaggi, delle torture, dei fermi illegali al G8 di Genova. Il quinto anniversario di Bolzaneto.
La sfiga di morire d'estate è che l'anniversario cade in piena aria di smobilitazione, con la gente al mare etc. Stavolta, poi, siam pure campioni del mondo... Poo po po po po poo po....
Non che morire d'inverno garantisca chissà che... Piazza Fontana è un 12 dicembre (sei mesi e sei giorni prima di Italia-Germania 4-3!).
Qualche giorno fa ci scrive Giuliano Santoro di Carta. Ci chiede se scriviamo qualcosa per la rivista, il numero dedicato alla ricorrenza. Il preavviso è troppo breve, non ce la facciamo, chiediamo scusa.
Però il tarlo rode, e rode, e rode. Poi capita di scaricare un video...
Carlo Giuliani fu ucciso da un proiettile con effetto "dum dum". Qualcuno gli sparò in faccia, con traiettoria diretta. Lo dimostrano i filmati e le fotografie, benché alcuni "periti" si siano inventati la storia del colpo sparato in aria, deviato da un calcinaccio volante.
Carlo Giuliani fu ucciso da Mario Placanica, dicono. Un carabiniere ausiliario che stava nell'Arma da sei mesi. A uno così darebbero in mano un'arma caricata con un proiettile illegale?
Secondo la versione ufficiale, sul defender c'erano soltanto due carabinieri. Eppure si vede un terzo uomo, o meglio: si vede un paio di mani in più, che non si sa a chi appartengano.
Carlo Giuliani era ancora vivo quando il defender dei CC passò sopra il suo corpo per due volte. Un Defender vuoto pesa diciannove quintali. Pieno, intorno ai venticinque.
Questo defender, però, doveva essere leggero, anzi, alato. Secondo le ricostruzioni dell'Arma (e di media compiacenti), era "bloccato" e "a motore spento"... eppure si eclissò dal luogo del delitto in cinque secondi netti. Si vede nei filmati.
Un defender che ci è sempre stato descritto come "isolato" e "in balìa di numerosi manifestanti", a dispetto di quanto si vede in tutte le immagini.
Carlo Giuliani era ancora vivo quando lo squadrone della morte (come chiamarlo, altrimenti?) lo attorniò, scacciò tutti i testimoni, un carabiniere lo prese a calci (vedi foto) e qualcuno gli sbattè con violenza una pietra sulla fronte. Un grosso ciottolo bianco, insanguinato, presente in diverse foto accanto al corpo, e in seguito, puf!, scomparso.
Carlo Giuliani era ancora vivo quando un certo vicequestore (che pochi minuti prima, per sua stessa ammissione, aveva scagliato sassi contro il corteo di via Tolemaide, come un teppista qualsiasi: un vicequestore!) finse di inseguire il primo malcapitato sbraitando: "Tu l'hai ucciso! Col tuo sasso!". Prima di prodursi in questa scenetta, s'era assicurato che la telecamera di Terra! (il programma condotto da Toni Capuozzo) lo stesse riprendendo.
Insieme a Capuozzo, il primo giornalista ad accorrere in piazza Alimonda, pochissimi minuti dopo l'omicidio, fu Renato Farina, vicedirettore di "Libero", nome in codice "Betulla", a libro paga del SISMI.
Carlo Giuliani era privo di sensi, spezzato, maciullato, ancora vivo.
Ogni nervo del suo corpo stava urlando inascoltato.
Inascoltato, già stereotipizzato, preventivamente irriso dalla satira del Potere, calunniato col ghigno sulle labbra dal nuovo qualunquismo. Eh, ma stava per tirare un estintore! Eh, ma si sapeva che c'era il morto, l'aveva scritto pure Arbasino! Che banalità, farsi ammazzare dalle forze dell'ordine. Eh, ma sai, questi "coglioni post-Seattle", questi qui che (sempre Arbasino dixit), hanno "gli occhiali da sole globali, / i compact globali, i concerti globali, / i rave e rap e hiphop e DVD globali, / i piercing universali globali / tutti uguali..." Ma com'è arguto Arbasino! E che bei versi! Glieli pubblica Feltrinelli, pensa...
[Che poi parti cospicue dello stesso movimento, nel biennio successivo, abbiano fatto di tutto per corrispondere a stereotipi, beh, quella è un'altra storia. Triste. Ne parleremo un'altra volta.]
Molti degli accadimenti del G8 hanno dato vita a processi. Ma la morte di Carlo è stata archiviata.
Circola un appello per la formazione di una commissione parlamentare d'inchiesta sui fatti del G8. Una commissione che indaghi davvero, non un comitato-burla come quello formato all'indomani di quei fatti.
Il testo è sul sito piazzacarlogiuliani.org. Firmatelo, fatelo circolare.
Il 20 luglio "Liberazione" avrà in allegato un dvd, "Quale verità per Piazza Alimonda?". Nel video, Giuliano Giuliani commenta le foto e i filmati agli atti del processo conclusosi con l'archiviazione. Archiviazione che appare davvero incredibile, vista la verità che emerge da questi materiali.
E' il video di cui sopra, quello appena visto. Merita una grande diffusione. Tante cose, in Italia, meritano una grande diffusione, e raramente la ottengono. Ma il giorno dopo quello scempio, il 21 luglio, a Genova eravamo in trecentomila. E' lecito sperare che la maggior parte di noi tenga viva la memoria di quei giorni, e abbia ancora sete di giustizia.
Il video è già scaricabile in diversi formati, qui. Con la banda larga è più semplice, ovviamente. Comunque scaricatelo, fatelo girare.
E se volete dare una mano al Supporto legale...
ROBERTO SAVIANO PARLA DI GOMORRA
Il 27 giugno scorso Roberto Saviano ha presentato il suo libro Gomorra alla libreria Feltrinelli di Piazza Galvani, Bologna.
Noi c'eravamo e abbiamo registrato. Il nocciolo dell'evento sta in due interventi dell'autore, uno di mezz'ora e un secondo di venti minuti, entrambi digressivi e affabulanti, pieni di nomi e storie. Li abbiamo intitolati, rispettivamente, "Non ho voluto inculare le mosche" e "Con la sporcizia dello scrittore". Per comodità di tutti, li abbiamo scomposti in sotto-interventi, in tutto dodici file mp3 (160k), ciascuno col suo bel titolo, che spiega più o meno l'argomento toccato ("Centrosinistra e camorra in Campania e Calabria", "Cose che non t'immagini e nessuno si caga" etc.) Ora sono ascoltabili qui: Roberto Saviano presenta Gomorra.
Ribadiamo quel che abbiamo già scritto: si tratta di uno dei libri più importanti degli ultimi anni. Se non ce l'hai già, procuratelo.
NEL FRATTEMPO: MANITUANA, MARI DEL SUD E PROFESSORI PAZZI
Noi, in vacanza, non ci andiamo. Mica per snobismo: siamo immersi nella stesura della terza e ultima parte di "Manituana". Sessioni di brainstorming e scrittura quasi tutti i giorni, poi ognuno prosegue per conto suo. Undici-quattordici ore di lavoro al giorno. Consegna a novembre.
Siamo in debito di un "prolegomeno", il terzo dei racconti-apripista etc. etc. Ci stiamo lavorando, lo metteremo on line appena possibile. Poi ci si risentirà a settembre.
Una curiosità riguardante il nostro racconto "In Like Flynn" (incluso nell'antologia The Dark Side).
Nel racconto, il professor Herman Erben accenna a un suo conoscente che si occupa di scimmie...
Antonio Talia, che al momento si trova in Cina, ci ha mandato un suo articolo dove si parla anche di questo personaggio, Albert Von Miorini.
Il bello è che noi eravamo convinti di essercelo inventato! Si vede che, nel leggere gli oscuri e rari documenti che parlano di Erben, avevamo trovato un riferimento a quel tale, poi ce ne siamo scordati... ma lui non si è scordato di noi.
Ancor più bello il fatto è che noialtri, quattro o cinque anni fa, scrivemmo un soggetto per un film, titolo di lavoro: "Tu bene!". Ha avuto una circolazione ristrettissima, non ha convinto nessuno e ora langue in qualche vecchio disco rigido. Si svolgeva in Cina nel 1938, ed era una storia di spie italiane e carabinieri cinesi... Tutto va e torna.
E' MORTO DJ RODRIGUEZ
Le notizie tragiche si accavallano. Pappa Rodriguez, figura seminale e amatissima nella scena musicale bolognese, ci ha lasciati dopo lunghi mesi di coma e malattia.
In un senso preciso e doloroso è vero ciò che è stato detto, che Pappa Rodriguez ha suonato il suo ultimo disco. Dietro di sé lascia però una traccia visibile, fatta di stile e coerenza. Dalle serate Ghetto Blaster all’Isola nel Cantiere in poi, ha insegnato a stare dietro ai piatti a diverse generazioni di dj bolognesi. Il suo influsso è stato determinante nella formazione di un intera scena. Ci mancherà l’uomo, e ricorderemo con grande rispetto l’artista.