/Giap/#21 - "Luca Ciani?" - 23 ottobre 2000
Indice /Giap/#21:
1 - calendario *aggiornato* presentazioni AdG
dall'ultima settimana di ottobre alla meta' di novembre;
2 - Hammett, "Luca Ciani" ed "Elle a chaud
au cul"
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28 OTTOBRE 2000
PIACENZA - Libreria Fahreneit 451, Piazza Duomo,
h.17:30
Info: tel/fax 0523-335725
9 NOVEMBRE 2000
PARMA - Sala Teatro al Parco, Parco Ducale 1, h.21
(a cura della libreria "La Bancarella")
Info: tel. 0521-235550
10 NOVEMBRE 2000
QUARRATA (PT) - Libreria Fahreneit 451 - via
Montalbano 186, h.21
Contatti: tel 0573-774174, e-mail: f451@lycosmail.com
10 NOVEMBRE 2000 (stesso
giorno)
RIOLO TERME (RA) - Biblioteca comunale, via Gramsci 11
- h.21
15 NOVEMBRE 2000
TRIESTE - Libreria "In der Tat", via Diaz
22, Trieste (tel 040.300774) , h. 20:30
Info: ecnts@tin.it
16 NOVEMBRE 2000
VICENZA - Libreria "Librarsi" - Contra'
delle Morette 4, h. 21
Info: 0444-547140
[N.B. per la conferma delle date chiamare direttamente gli
organizzatori; Wu Ming non è in alcun modo responsabile di eventuali cambi di programma.]
Probabili mete dalla seconda meta' di novembre in avanti:
EMILIA ROMAGNA - la batteremo quasi centimetro per
centimetro (abbiamo in ballo altre dieci-dodici date, Imola above all). CANTON TICINO
- Bellinzona. PIEMONTE - Asti; Ivrea; Torino. TRIVENETO - Bassano del
Grappa; Bolzano; Ceregnano di Pezzoli (RO); Legnago (VR); Oderzo (TV); Venezia e/o Mestre;
Verona; Vittorio Veneto (TV). TOSCANA - Arezzo; Firenze; Livorno; Lucca; Pisa;
Prato. MARCHE - Fermo (AP). LAZIO - Roma.
Per altre regioni di centro, sud e isole, siamo ancora nel
regno delle ipotesi.
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<<Chi e' l'Hammett della vostra epigrafe? (un'amica
propone Kirk, chitarrista dei Metallica...)>>
(ricevuto il 13 settembre 2000)
From: "rega" <simo.rega@libero.it>
To: <giap@wumingfoundation.com>
Subject: nota critica: L.H.C.O.Q.
[...]
Che la qualità del vostro lavoro di
scrittura e le strategie ad esso sottese siano mirabili è cosa scontata, credo, per
qualunque lucido intelletto; un libro come Q (che prendo come metonimia della vostra
opera) sarebbe stato più facile limitarsi a sognarlo: voi avete avuto la forza di
scriverlo. Ma credo altresì che l'ammirazione non debba trasformarsi in subalterna
fascinazione verso presunti maestri, buoni o cattivi (e voi non aspirate certo a ricoprire
tale rulo), pena l'annullamento di quella facoltà di critica che mi prendo, qui, la
libertà di esercitare.
Amate storie che abbiano un capo, un intreccio e
una coda? Bene, scrivetele dunque. Sarebbe tuttavia molto più elegante, e meno rischioso
dal punto di vista della vostra credibilità intellettuale (occorre forse spiegare il
perché?) se vi risparmiaste gli attacchi contro lo sperimentalismo, o i motti di spirito
su Joyce; non credo vi sia bisogno per rassicurarvi nella vostra identità di buoni
scrittori fedeli al concetto platonico, e poi aristotelico, di buona scrittura (cfr. Fedro
e Poetica; come bibliografia critica La farmacia di Platone di J. Derrida),
di esorcizzare lo sperimentalismo (naturalmente quello cattivo, non asservito alla logica
del racconto, che è poi la logica del senso) additandolo come "il proverbiale dito
dietro cui si nascondono mediocri o pessimi narratori" e aggiungendo, con formula
giubilatoria, che tale dito "per quel che ci riguarda possono ficcarselo nel
culo". Perché l'unico dito dietro cui si nascondono la fragilità e le insicurezze
di qualcuno, e il dogmatismo anche, rispetto alle proprie scelte di poetica sembra essere
solo il vostro; e se non lo vedete è perché in qualche modo, forse, ve lo siete già
messi nel culo da soli. Non prendetevela per l'iperbole, ma penso che anche il vostro
discorso anale fosse tale e, dunque, cerco di sforzarmi di rispondere a tono; e poi faccio
parte di un collettivo che si ispira alle poetiche d'avanguardia: non posso non essere
risentito. Prendetelo come un gesto dadaista del tipo: L.H.C.O.Q. Lasciate ai
piccoloborghesi, ai veteromarxisti o ai lukacciani gli attacchi contro lo sperimentalismo;
o almeno tralasciate l'invettiva per la critica, su questo campo. Vedere wu-ming, ex
Blissett, difendere a spada tratta il corpo testuale ben formato con un capo e una
coda, contro un corpo testuale disorganizzato o anche senz'organi, non è certo un bel
vedere.
Alla prossima,
Simone Regazzoni, collettivo'00
[risposta di Wu Ming Sì:]
...raccolgo la tua critica e ti rispondo perché credo che le
tue parole abbiano toccato una questione abbastanza importante per quanto ci riguarda.
Di sicuro diverremmo "dogmatici", come dici tu, e
anche "spaccamaroni", aggiungo io, se a tutt'oggi continuassimo ad attaccare un
certo tipo di letteratura (senza limitarci a praticare il nostro), ripetendo ad nauseam le
giaculatorie contro i fancazzisti della narrativa. Abbiamo già optato per questa linea
alla vigilia del lancio di Asce di guerra. Abbiamo deciso di tralasciare le tesi di
"teoria letteraria" e parlare esclusivamente del nostro lavoro.
Ciononstante ritengo sia stato importante, anzi essenziale,
al momento della nostra comparsa nel panorama narrativo italiano, sostenere con forza
certe cose. Alcune affermazioni forti, provocatorie, forse anche spocchiose, erano
necessarie per almeno due motivi:
- sbattere in faccia la loro insipienza a tutti coloro che
avevano incensato gli scrittori giovanilisti e minimalisti per tutto il corso degli anni
novanta;
- affermare la necessita' di un uso "politico"
della letteratura di genere.
Come spieghiamo nel documento fondativo di Wu Ming, abbiamo
un'idea ben determinata di cosa riteniamo debba fare la letteratura, anzi, la narrativa,
termine più appropriato alla nostra attività. E cioè narrare.
Ovvio che tale idea non è quella di chiunque, né
pretendiamo che lo sia, ma affermiamo con forza, anche al limite del paradosso se ce n'è
bisogno, che per quanto ci riguarda la narrativa deve servire a raccontare storie. Storie
significative, che appassionino, che veicolino e creino miti, miti politici prima di
tutto, miti di lotta, che offrano nuove prospettive immaginative o mettano in discussione
la storia che ci è stata consegnata.
Come sai, dicendo queste cose non abbiamo mai negato valore
alla sperimentazione letteraria, bensì alla sperimentazione fine a se stessa, quella che
nasconde l'assenza di storie da raccontare e che a mio avviso è il più grande bluff che
uno scrittore può mettere in atto. Tu dici che sarebbe stato più stiloso stare zitti.
Può darsi. Ma io credo che un bel po' di palloni gonfiati dovessero essere mandati a
cagare: lo pensavo prima di mettermi a fare lo scrittore e ho continuato a pensarlo e a
dirlo nel momento in cui mi sono trovato un microfono sotto il naso.
Siamo stati duri nell'affermare certe cose, tu dici
ridondanti, io aggiungo forse anche antipatici (perché se è vero che in tanti, come te,
ci hanno fatto i complimenti, è anche vero che molti ci odiano, proprio perché ci
ritengono solo degli "sboroni", degli sputasentenze); ma ribadisco che in quel
momento era necessario. Ci sono fasi in cui la rottura con il dato deve essere praticata
fino in fondo e senza mediazioni, coi toni che servono. Poi è ovvio che non si possono
ripetere le stesse cose per tutta la vita, e nemmeno per tutta la carriera. Ma al di là
del dogmatismo che ci imputi, è il panorama letterario nostrano che non è un bel vedere.
Concludo dicendo che anche una frase provocatoria come
"l'opera omnia di Joyce non vale un incipit di Hammett", va commisurata all'idea
della funzione che la letteratura dovrebbe avere secondo noi. Qui non ci sono parametri
assoluti, ma i nostri parametri. Chiunque è libero di non condividerli. Ma sappi che a
quella frase sono disposto, e senza paura di contraddirmi, ad aggiungerne un'altra:
"l'ultima pagina del racconto I morti, di Joyce, è una delle migliori
prodotte in tutto il Novecento", con buona pace del vecchio Dashiell.
E forse anche su questo non ci troveremmo d'accordo...
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[Wu Ming Yi fornisce qualche esempio di incipit di Dashiell Hammett (1894-1961; "He screwed up a style so taut that it twangs between the paragraphs"):]
"Un telefono squillò nel buio. Dopo tre squilli
molle di letto cigolarono, dita andarono a tentoni su un piano di legno, un oggetto
piccolo e solido cadde sulla moquette, di nuovo molle cigolarono e la voce di un uomo
disse:
'Pronto? Sono io... Morto?... Sì... Quindici minuti.
Grazie.' "(The Maltese Falcon, cap.2)
"Mi avevano detto che l'uomo che cercavo viveva in un certo isolato di Turk Street, ma il mio informatore non sapeva a quale civico. E così, in un tardo pomeriggio piovoso, me ne andavo ispezionando quel tale isolato e suonavo a tutti i campanelli ripetendo questo discorso: [...]" (The Girl with the Silver Eyes)
"Trovai Paddy il messicano nella pidocchiera di Jean
Larrouy. Paddy, una simpatica carogna che s'atteggiava a re di Spagna, sfoggiò le zanne
bianche in un gran sorriso; con un piede scostò la sedia e disse alla ragazza seduta al
suo tavolo: [...]" (The Big Knockover)
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Ricordiamo che entro la fine del mese sarà visitabile su
wumingfoundation.com la sezione speciale dedicata ad "Asce di guerra", con
enorme galleria d'immagini (personaggi, luoghi, situazioni del libro).