Indice di /Giap/ 29 - Cieli nuovi e terre nuove - 13 febbraio 2001
 

1- Bye bye Tropea
2- Un nuovo racconto scaricabile gratis: "Tomahawk"

3- "Asce di guerra" finalmente on line

4- Calendario AdG: date di marzo

5- Wu Ming, comunita' zapatista metropolitana di Bologna: missione in Messico

 

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BYE BYE TROPEA

Dopo mesi di tensione strisciante, incomprensioni e atteggiamenti da noi ritenuti platealmente scorretti, la Wu Ming Foundation ha troncato qualunque tipo di collaborazione con il gruppo editoriale Il Saggiatore e in particolare con Marco Tropea Editore.

La rottura non è in alcun modo rinegoziabile. Dato che si è verificata in pieno tour promozionale di Asce di guerra potrebbero esserci ripercussioni sulla diffusione del libro e sui tempi  - o addirittura sull'eventualità - delle ristampe. Ne siamo ben consci, e ci dispiace, ma la resa dei conti non era procrastinabile.

Da ogni punto di vista -  professionale ma soprattutto umano - quella con MTE e il suo titolare è stata un'esperienza negativa, da non ripetere nemmeno se l'unica alternativa fosse la fotocopiatrice, comunque utile come fase della nostra inchiesta militante sulla cultura e l'editoria in Italia.

Asce di guerra ha venduto quindicimila copie in meno di quattro mesi. Tenendo l'attuale ritmo, la ristampa di 5000 copie andrà a sua volta esaurita entro la fine di marzo, dopodiché... que será será. Se il libro è andato bene è stato unicamente per merito nostro (attraverso il sito, la newsletter Giap e i chilometri d'asfalto divorati su e giù per la penisola) e vostro (che avete acquistato, regalato, consigliato, organizzato e/o animato le presentazioni).

Fin dai primi giorni l'editore ha predisposto un incredibile "auto-boicottaggio",  reagendo scorbuticamente a qualsivoglia critica costruttiva o suggerimento gli facessimo pervenire, mostrando di non gradire la nostra strategia promozionale (fatta di contatto diretto con le situazioni più disparate), dileguandosi quando c'era bisogno di chiarimenti.
Già: gli autori devono stare al loro posto, zitti e mosca, giammai devono permettersi di insegnare il mestiere ai padroncini (soprattutto se questi ultimi hanno l'alibi della militanza "di sinistra").

Orbene, caratteristica principale di Wu Ming è proprio il rifiuto di rapporti subordinati con gli editori di riferimento. Non siamo autori "di scuderia", , scegliamo interlocutori e controparti a seconda del progetto, in piena autonomia, e cerchiamo di impostare un rapporto paritario, da impresa a impresa.. Proponiamo immagini per le copertine dei nostri libri, strategie per il lancio, aggiustamenti di rotta a operazione iniziata ecc. Lo facciamo perché giriamo per le librerie, abbiamo /Giap/ e il sito web,  incontriamo i lettori, e ci viene naturale trasmettere le istanze "dal basso" in uffici dove si tiene conto solo di simulacri quali classifiche, indagini di mercato, proiezioni statistiche ecc.

La Giulio Einaudi Editore, pur dopo alcuni equivoci, sembra aver compreso che con noi si avviano vere e proprie "co-produzioni". In via Melzo 9 non potevano né volevano capirlo. Cazzi loro. Noi leviamo le ancore, navighiamo a vista verso cieli nuovi e terre nuove.
 
 

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http://www.wumingfoundation.com/italiano/tomahawk.zip

Il seguito di "Benvenuti a 'sti frocioni 3": le disavventure dei Senza Nome alle prese con Mario Maratea, "spregiudicato editore"! (rtf + zip)
 

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Dall'1 marzo 2001, come annunciammo lo scorso autunno, "Asce di guerra" sara' interamente scaricabile dal sito, gratis.

[Prossimamente, i files oggi disponibili in .rtf saranno scaricabili anche in formato .pdf]
 
 

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ASCE DI GUERRA: LA CAMPAGNA DI PRIMAVERA


[26] FORLI' - 14 marzo - "A cena con l'autore"
A cura di Stefano Tassinari

[a seguire luogo e modalita' di partecipazione]

[27] LIVORNO - 21 marzo, h. 17.30
Biblioteca Labronica F.D. Guerrazzi

Via del Forte San Pietro, 15

Info: Libreria "Gaia scienza"

Tel. 0586-888322

[28] PERUGIA - 23 marzo, h.15.30
Aula Magna Facoltà di Lettere

Info: luca_ceccarelli@katamail.com

[29] PESARO - 28 marzo
"Scalo 6 Ore" - Fosso Sejore, Strada statale 24

Info: simone@fuorimargine.com

[30] BOLOGNA - 28 marzo
Biblioteca "Natalia Ginzburg", via Genova 8

Tel. 051/466307

[31] AREZZO - 6 aprile
Circolo culturale Aurora, p.zza S. Agostino

Info: tel.0575/357954

Donatella 0349/7154878

 
 

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MARCIANDO SULLA CAPITALE

di Wu Ming Si'

Il 25 febbraio 2001 la Comandancia dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, per la prima volta dopo sette anni, lascera' la Selva Lacandona nello stato del Chiapas, per marciare attraverso il Messico fino alla capitale. La', chiedera' di poter incontrare il Parlamento messicano e trattare la questione indigena intorno al tavolo delle trattative.
E' un evento epocale, anche perche' l'iniziativa di dialogo e' stata unilateralmente intrapresa dall'EZLN medesimo, spiazzando il nuovo governo e tutta la classe politica del paese.

La marcia, che durera' due settimane, prevede un percorso circolare intorno al Distrito Federal, toccando alcune delle comunita' indie piu' importanti.

In una localita' a nord-ovest della capitale si terra' anche un congresso indigeno, della durata di tre giorni, nel quale si discuteranno le istanze da presentare al governo centrale.

La Comandancia dell'EZLN, attraverso il suo portavoce, Subcomandante Marcos - forse memore del fatto che nella storia messicana quasi tutti i leader rivoluzionari sono stati eliminati proprio sulla via del tavolo delle trattative - ha richiesto la scorta di un contingente di osservatori internazionali, e in particolare la presenza di 111 "tute bianche", a simboleggiare le 111 comunita' "zapatiste" europee.

Dall'Italia, l'associazione Ya basta! ha organizzato alcuni voli, si conta che il contingente italiano sara' almeno di 2-300 persone.

Wu Ming ha deciso di inviare un suo membro al seguito della spedizione.

Le ragioni che ci legano all'esperienza dell'EZLN sono molte e hanno poco a che fare con lo spirito internazionalista classicamente inteso. La verita' e' che dal 1994 ad oggi sul piano teorico, simbolico e soprattutto strategico, abbiamo imparato piu' cose dagli zapatisti messicani, che da decenni di pratica movimentista europea. A nostro avviso, l'insurrezione zapatista del 1 gennaio 1994 ha simbolicamente segnato la fine del Novecento, ha superato e spazzato via ogni precedente concenzione in merito

alla lotta "rivoluzionaria", alla conquista del potere e alla comunicazione-guerriglia.

Si parva licet... forse non e' un caso che il nome multiplo Luther Blissett abbia cominciato a circolare proprio nel corso del 1994. E potremmo anche dire che senza il primo input degli zapatisti oggi non avremmo il movimento "anti-glob", le tute bianche, la "disobbedienza civile", non ci sarebbe

stata Seattle, etc. etc.

Quelli che seguono sono alcuni estratti da "Mind Invaders", un piccolo saggio uscito nel 1995 sotto lo pseudonimo Luther Blissett. Anche se con gli occhi di oggi possono suonare un po' confusi e abbozzati, li riproponiamo perche' fanno capire l'importanza che l'exploit zapatista ricopri' nell'immaginario di meta' anni Novanta e il tipo di "adattamento" che di certe tematiche di li' a poco sarebbe stato fatto.

<<[...] Il tema che [Marcos] sviluppo' fu quello della possibilita' di una lotta comune nel Nord e nel Sud del mondo per la creazione di uno spazio di discussione, di una rete d'opinione e d'azione che portasse avanti delle rivendicazioni libertarie. La sua analisi partiva dalla constatazione che la mondializzazione del potere capitalistico si e' ormai compiuta, cosi' come si e' compiuto il totale decentramento del potere stesso. Conseguentemente le strategie di lotta non potevano piu' basarsi su vecchi schemi
teorico-pratici. In America Latina, secondo lui, occorreva innanzi tutto riguadagnare spazi di discussione, riuscire a porre i problemi all'attenzione dei vari governi ubriachi di balle neoliberiste. Il suo

continente aveva visto generazioni intere di rivoluzionari scivolare nell'ombra della burocratizzazione e delle ideologie prese a prestito dal Nord sviluppato. Anche all'interno dei singoli paesi non era piu' pensabile una lotta di liberazione in senso classico.

Bisognava fare i conti con una nuova realta'.

[...] se il potere capitalistico era diventato fluido, non aveva senso cercare di costituire un fronte. Occorreva combattere in modo nuovo.[...] Non era piu' il vecchio internazionalismo, il gemellaggio tra partiti politici e roba del genere... Era andare direttamente al nocciolo della questione: linkare le attivita' mantenendo le necessarie differenze e potenziandone cosi' l'efficacia e l'originalita'.

Disse che era assolutamente stufo di petizioni di solidarieta' e di collette internazionaliste. Voleva vedere agire la gente nel posto in cui viveva, perche' la loro lotta poteva essere anche la sua e viceversa. Ognuno con le armi adatte al proprio mondo. [...]

Da quel che so nel Chiapas hanno adottato la pratica del multiple name secondo le esigenze locali, che sono chiaramente molto diverse dalle nostre. Credo sia un'esperienza di lotta interessante proprio perche' - come dice il Subcomandante Marcos - non ha niente a che fare con le passate guerriglie

rivoluzionarie dell'Amercia Latina. Trovo anzi patetico che molti intellettuali e compagni, in Europa, corrano a dare la propria solidarieta' nominale e a rispolverare le vecchie magliette di Che Guevara. [...] il Che - senza voler togliere nulla alla sua storia di rivoluzionario e combattente - e' quella che io chiamo un'icona chiusa, cioe' che ha gia' espresso quello che poteva esprimere, che ha percorso tutto il cammino classico: da simbolo di lotta libertaria per una generazione a icona pop per l'industria delle magliette.

[...] In realta' nella lotta dell'EZLN non c'e' niente del romanticismo che certa sinistra europea cerca. [...] C'e' invece una lucida analisi politica e sociale e un nuovo modo  di concepire la guerriglia, basato

sull'invisibile visibilita' dell'EZLN e sull'uso del multiple name "Marcos".

Non si tratta di una lotta di liberazione in senso stretto, gli zapatisti non vogliono conquistare militarmente un territorio per liberarlo. Non cercano nemmeno lo scontro aperto con l'esercito regolare... L'EZLN c'e' e basta. E questo e' gia' sufficiente a porre un problema all'ordine del

giorno: quello del Chiapas e delle aree sottosviluppate, problema che altrimenti verrebbe considerato secondario.

L'icona Marcos e' un'icona aperta, cioe' viva: i suoi contorni sono elastici e tratteggiati. Come dice lo stesso subcomandante in piu' di un'intervista, il passamontagna che i guerriglieri indossano non serve a celare l'identita' di chi combatte, quanto a permettere a chiunque, nel Chiapas e nel mondo, di

partecipare alla sua lotta: di spacciarsi per lui, di essere Marcos come lo e' lui. E' per questo che sfrutta le reti telematiche per lanciare messaggi verso l'esterno. Vuole costruire il network.>>

 

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/giap/ subscribers 13 febbraio 2001: 722