CANADA 2001: MISSION IMPOSSIBLE?

di Wu Ming Yi
 

Il 18 aprile 2001 una delegazione dell'associazione Ya Basta! italiana (e di Wu Ming) raggiungerà i militanti di Ya Basta!-New York a Burlington, Vermont, sul confine tra USA e Canada.
L'indomani, a Akwesasne, parteciperemo a un'azione diretta degli indiani Mohawk, che forzeranno il confine per riaffermare la loro antica sovranità su quel territorio e protestare per le condizioni in cui versa la loro riserva.
Grazie ai Mohawk passeremo in Canada e, 48 ore dopo, prenderemo parte al blocco del vertice pan-americano di Quebec City.

Si tratta del vertice che dovrebbe approvare la prima stesura dell'accordo sull'FTAA (Free Trade Area of the Americas), dopo un lungo negoziato (praticamente segreto) tenuto dai ministri del commercio di 34 paesi nord-, centro- e sud-americani.

Ci troviamo di fronte a un'espansione del NAFTA, il trattato del libero commercio tra Canada, Usa e Messico, peggiorato con nuove clausole volute dalla World Trade Organization e già previste nel famigerato  e a suo tempo accantonato - MAI (Accordo Multilaterale sugli Investimenti).
 
L'FTAA e' un passo decisivo nella strategia di controllo neo-liberista del pianeta e devastazione delle sue risorse umane e naturali. L'accordo prevede che in tutta l'area pan-americana (fatta eccezione per Cuba) le multinazionali possano investire e/o esportare senza incontrare ostacoli, scavalcare qualunque legislazione in materia di ambiente e diritti dei lavoratori, limitare drasticamente il potere legislativo e di controllo degli stati, far ricadere sui contribuenti i costi di investimenti falliti, rimuovere gli ostacoli alla brevettazione dei prodotti naturali, completare lo smantellamento della sfera pubblica e la privatizzazione totale di servizi quali istruzione, sanità, energia elettrica, sistema penitenziario etc.
E' il trattato più ambizioso mai concepito: lo scopo è recepire praticamente *tutti* gli input di Banca Mondiale, FMI e WTO per creare un sovra-governo continentale dell'economia, un ente pressoché invisibile, manovrato direttamente dai consigli d'amministrazione delle multinazionali, non eletto da nessuno né legalmente responsabile del proprio operato.

Occorre conoscere le conseguenze del NAFTA per farsi un'idea (approssimata per difetto) di cosa sta per succedere.
Dal 1994, molte imprese statunitensi si sono trasferite in Messico per approfittare di condizioni esentasse e manodopera sottopagata e priva di diritti. 395.000 lavoratori sono rimasti senza lavoro. La maggior parte ha trovato lavori meno sicuri e tutelati, con salari più bassi del 25-30%.
A sud del confine, tutte le promesse di maggiore sviluppo e prosperità si sono rivelate fallaci: sono aumentati (un milione in più rispetto al 1994) i lavoratori messicani che percepiscono un salario giornaliero inferiore a $ 3,40, ed otto milioni di appartenenti ai ceti medi sono scesi sotto la soglia di povertà.
Le aree lungo il confine hanno visto un aumento selvaggio dell'industrializzazione, con aumento dell'inquinamento (in assenza o grave carenza di controlli) e peggioramento delle condizioni di salute degli abitanti. Ogni giorno, vengono "smaltite" irregolarmente 44 tonnellate di rifiuti tossici. Sono aumentate le nascite di bimbi con varie malformazioni: in una contea texana a ridosso del confine la percentuale di neonati con malformazioni cerebrali e' +36% rispetto alla media nazionale. Lungo il confine la media dei casi di epatite e' tre volte superiore a quella nazionale, conseguenza dell'inquinamento delle falde e della deregulation nel settore della depurazione.
 
A dispetto dei tragici risultati, oggi si vuole estendere questo modello ai Caraibi e al subcontinente latino, con conseguente "presa in ostaggio" di 800 milioni di persone, piu' di un sesto del pianeta. Gli stessi lavoratori messicani potrebbero perdere la guerra tra poveri a "vantaggio" di lavoratori di altri paesi ancor più sfruttati e sottopagati (da Haiti, Guatemala etc.), oltre a tutti gli effetti deleteri che descriviamo più sotto.

E' un processo avviato al vertice di Miami del dicembre 1994 e riaffermato al summit di Santiago del Cile dell'aprile 1998, e dovrebbe giungere a compimento nel 2003.
La forza motrice è la Commissione Tripartita, formata dall'Inter-American Development Bank, dall'Organizzazione degli Stati Americani e dall'agenzia ONU per l'America Latina e i Caraibi. La Commissione ha lavorato gomito a gomito con 500 consulenti scelti dalle grandi multinazionali, tra cui spiccano i colossi del bio-tech: Monsanto, Cargill e ADM.
Non c'è stata nessuna trasparenza nel condurre le trattative, e fino a poco tempo fa molti membri del Congresso USA erano all'oscuro di tutto, in chiara violazione del dettato costituzionale. Quanto scritto sopra e a seguire è ricavato da commenti a documenti interni finiti nelle mani "sbagliate" dal 1999 a oggi.

Come già anticipato, rientra surretiziamente uno degli aspetti più aberranti del MAI, accantonato nel '98 dopo vivaci proteste internazionali. Mi riferisco alle cause civili "investitori vs. stato nazionale". In caso di investimenti non andati a buon fine per via di legislazioni restrittive o diretti interventi dello stato (come la chiusura di impianti nocivi), la multinazionale interessata potrà richiedere un risarcimento al governo responsabile, quindi ai contribuenti. Alla faccia del "liberismo", del "rischio d'impresa" e di tutte le mitologie "avventurose" sull'imprenditore.

Siffatti appigli erano già consentiti dall'articolo 11 del NAFTA, difatti esistono precedenti che fanno rizzare i peli della schiena:
1) Un tribunale del Mississippi ha trovato la multinazionale canadese Loewen (che si occupa di tumulazioni, pompe funebri, articoli per cimiteri) colpevole di frode e concorrenza scorretta nei confronti di una piccola impresa locale dello stesso settore. Appellandosi al testo del NAFTA, la Loewen ha sostenuto che L'"ingerenza" della magistratura aveva danneggiato i suoi investimenti, e ha citato in giudizio il governo USA chiedendo un risarcimento di 750 milioni di dollari.
2) La statunitense Ethyl Corporation ha costretto il governo canadese a pagare 13 milioni di dollari e a ritirare la moratoria su un pericoloso additivo della benzina, l'MMT, che contiene una neuro-tossina dannosa per gli esseri umani.
3) La statunitense Metalclad Corp. ha citato uno stato messicano perché una legge impediva di allestirvi una discarica di rifiuti tossici.
Immaginate una simile logica estesa a 34 paesi!

Per quanto riguarda le applicazioni del biotech all'agricoltura: gli Usa insistono perché il testo dell'FTAA imponga definitivamente gli OGM in tutto il subcontinente, obbligando i contadini a comprare semi sterili brevettati, distruggendo l'agricoltura di sussistenza.

Un altro rischio è quello della deforestazione senza limiti. Basta vedere cos'è successo dopo l'approvazione del NAFTA: Canada, Usa e Messico hanno rivisto le leggi che proteggevano le foreste e la biodiversità; quindici grandi imprese del legname hanno cominciato ad operare in Messico e una in particolare, la Boise Cascade, è sospettata di aver organizzato la persecuzione violenta di alcuni ambientalisti. E' la stessa multinazionale che ha cercato di costruire la più grande segheria del mondo al centro della foresta pluviale cilena, progetto sospeso grazie alla mobilitazione congiunta di ecologisti cileni e nord-americani. Grazie all'FTAA, i lavori potrebbero riprendere. E' evidente che le foreste del sub-continente sono in grave pericolo.

Ci sarebbe molto altro da aggiungere, ma non è questa la sede. In coda, un elenco di siti su cui trovare informazioni più approfondite.
Qui basti dire che l'FTAA sarebbe una vittoria della follia nichilista che sta portando alla catastrofe globale, la follia che ogni giorno rovescia in mare centinaia di tonnellate di greggio e materiali tossici, & rovescia alla Casa Bianca un rifiuto altrettanto tossico, un demente che si eccita friggendo la gente sulla sedia elettrica e dichiara il proprio amore per l'avvelenamento dell'atmosfera.

A Quebec City, per proteggere il summit e impedire uno showdown come quello di Seattle, si è allestita la più grande operazione di polizia e intelligence della storia del Canada.
La città sarà militarizzata oltre ogni immaginazione. Il centro sarà chiuso da una cancellata lunga 4 km. e alta più di tre metri, a cui non sarà possibile avvicinarsi. Ottomila persone tra residenti, esercenti e lavoratori saranno costretti a esibire un pass per entrare nella zona proibita. I residenti non potranno ricevere visite per tutta la durata del summit.
Una sfilza di macroscopiche violazioni alla libertà di movimento sancita da gran parte delle costituzioni occidentali e dalla Carta dei Diritti dell'Uomo, a cui va aggiunto che da diverse settimane si moltiplicano i casi di attivisti statunitensi respinti al confine (in un caso per sospetto di "contrabbando"!), e pochi giorni fa il leader dei contadini francesi José Bové è stato dichiarato "ospite sgradito" e verrà respinto al confine per via dei suoi "trascorsi criminali" (il celebre assalto a McDonald's).
Quasi tutti gli appartamenti sfitti della zona proibita sono stati temporaneamente requisiti per impedire la presenza di elementi indesiderati.
Alcune organizzazioni sindacali avevano prenotato (e in alcuni casi pre-pagato) camere d'albergo. Le autorità hanno costretto gli alberghi a disdire e restituire i soldi.
Saranno operativi dai cinquemila agli ottomila poliziotti, tra cui 800 in costoso assetto antisommossa (ogni "scafandro" costa 5000 dollari canadesi). Tanto per dare un'idea, a Seattle ce n'erano solo 1200.
Al confronto, impallidiscono anche le misure di sicurezza prese per le Olimpiadi di Montreal del 1976.
Le autorità hanno reso disponibili 600 celle nel carcere di Orsainville (trenta minuti a nord di Quebec City).

Tutto questo per garantire "democraticamente" che non subisca intoppi l'annientamento della specie umana da parte dei maniaci del profitto.

Eppure decine di migliaia di attivisti da tutto il Nord-America confluiranno su Quebec City per dire (e fare) la loro. Si dice che sarà l'evento anti-capitalista più grosso da Seattle in poi.
Noi ci saremo.
 
 

Siti sul vertice e sulla mobilitazione:
http://www.a20.org
http://www.oqp2001.org
http://www.alca-ftaa.org
http://www.stopftaa.org
http://www.alternatives-action.org