/GIAP/ FUORILEGGE, VITALIANO DENUNCIATO!
 

Scusate, ma gli eventi incalzano. Prima della notizia proveniente da Perugia, una

NOTA PER I LETTORI.

Da ieri siamo tutti fuorilegge. E' entrata in vigore la nuova, incredibile, orrorifica legge liberticida sull'editoria, approvata di soppiatto nonostante i moniti e le proteste.

La mobilitazione non e' riuscita a fermare questa schifezza, la cui approvazione non ha visto distinzioni tra centrodestra e centrosinistra, e secondo cui ogni sito italiano destinato alla "diffusione di informazioni presso il pubblico" va considerato "prodotto editoriale"  ed e' soggetto alle disposizioni sulla stampa contenute nell'obsoleta legge 8 febbraio 1948, n. 47. Vale a dire: obbligo di indicare l'indirizzo dello stampatore e dell'editore, di nominare un direttore responsabile iscritto alla corporazione dei giornalisti, di spedire copia di ogni numero alla Prefettura di competenza etc.

C'e' gia' stato un ricorso alla Corte Costituzionale (temporaneamente respinto con richiesta di riformulazione del quesito), e il testo della legge e' talmente assurdo e contraddittorio da rimanere con tutta probabilita' lettera morta nella maggior parte dei casi.

In teoria, una copia di qualunque informazione diffusa su web dovrebbe essere spedita in anticipo alla Prefettura locale. Immaginatevi l'intasamento e il collasso dei server istituzionali! Se da oggi cominciassimo a spedire all'e-mail del Prefetto di Bologna copia di qualunque aggiornamento del nostro sito, anche minimo, e copia di ogni numero di /Giap/, non crediamo gli farebbe molto piacere, ma la legge sarebbe dalla nostra parte :-)

Per non dire che nel caso dell'informazione telematica risulta arduo definire chi sia lo stampatore e dove si trovi la sua sede legale. Nel caso si tratti del server che fornisce l'hosting, s'introduce un elemento gravissimo, che potrebbe spingere i fornitori di servizi Internet a rifiutare determinati contenuti. Il trionfo della censura preventiva e dell'autocensura. Ma il quadro e' ancor piu' complicato: moltissimi siti italiani (compreso wumingfoundation.com) sono ospitati su server stranieri (statunitense, nel nostro caso), non soggetti alla legge italiana. Come far applicare il principio della responsabilita' se non impedendo di aprire siti su server stranieri? Quest'ipotesi ci allontanerebbe anni-luce da tutti gli altri paesi occidentali e ci accomunerebbe a certe dittature asiatiche, alla faccia dei nostri politici che si riempiono la bocca di "new economy" e delle "grandi opportunita'" offerte da Internet.

E nel caso frequentissimo di un cambio di server? C'e' l'obbligo di darne comunicazione preventiva alle autorita'. Dunque la Rete dovrebbe sottostare ai tempi brachicardici della burocrazia statale. Un incubo.

E l'editore chi e'? Se l'editore non esiste entra in vigore  una legge fascista in senso stretto, la n.374 del 2 febbraio 1939, n. 374, art.9, ultimo comma: "Si considera editore l'autore che curi direttamente la pubblicazione dell'opera." E cosi' anche noi dovremmo sottostare a questi obblighi.

E chi non sottosta' ? E' punibile con la reclusione fino a due anni o con un'ammenda penale di 500.000 lire. Fantascienza. Non ci sono abbastanza penitenziari, e vogliamo vedere chi sara' disposto a pagare le multe.

Si toccano punte di grottesca idiozia. In alcuni casi, come ha osservato Mario Cammarata di Interlex, "l'estensione all'informazione telematica di questa vecchia legge comporta, in determinati casi, anche l'applicazione del Regio D. L. 31 maggio 1946 'Norme sul sequestro dei giornali e delle altre pubblicazioni'. Il quale, all'articolo 1 parla "dei giornali o di qualsiasi altra pubblicazione o stampato, contemplati nell'Editto sulla stampa 26 marzo 1848, n. 695": si tratta dello storico editto del Re del Piemonte, Carlo Alberto, che introduceva per la prima volta una assai                      limitata libertà di espressione..."

Per questo diciamo che, *nella maggior parte dei casi*, questa legge restera' lettera morta...

...se non finira' prima nella pattumiera del Diritto, e si badi bene, non perche' platealmente contraria al dettato costituzionale (art.21, comma 1 e 2) e alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (art.19: "Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere."), ma perche' *troppo* disfunzionale, anticapitalistica, "antieuropea", antiglobale.

Gia', ma nella *minor parte* dei casi? FInche' c'e' le autorita' potranno usarla come miniera di cavilli, farla osservare per giustificare soprusi e arbitrii, far tacere le voci scomode.

In attesa di sviluppi, d'ora in avanti /Giap/ rechera' la seguente dicitura:

<</Giap/ e' la lettera circolare di Wu Ming. E' aperiodica, gratuita, diffusa a titolo volontario e non retribuito da Wu Ming Foundation, via Zamboni 59, 40126 Bologna, Italia.  Non e' un organo di stampa, ma una lettera interna alla comunità dei lettori dei nostri libri. Poiché in senso stretto non fornisce regolarmente informazioni bensì garantisce altro genere di servizio (il contatto diretto tra noi e i lettori), riteniamo non rientri nelle fattispecie della legge n.47 dell'8/2/48 ("Legge sulla stampa"). Qualora il Partito Nazionale Fascista e/o la Casa Reale fossero del parere opposto, possono contattarci scrivendo al mittente di questa mail. >>

Sulla homepage del sito scriveremo invece:

<<wumingfoundation.com è il sito di Wu Ming Foundation, via Zamboni 59, 40126 Bologna, Italia.  Non e' un organo editoriale bensì un sito commerciale e di servizio, aggiornato aperiodicamente, finalizzato a vendere i nostri libri e garantire il contatto diretto tra noi e i lettori. Riteniamo non rientri nelle pur vaghe fattispecie della legge n.47 dell'8/2/48 ("Legge sulla stampa"). Hosted by XOT Communications, 11111 Sunset Hills Road, Reston , VA 20190-5339, United States of America, Tel: 703-547-2000, Fax: 703-547-2023>>
 

Siamo disponibili a qualunque iniziativa e protesta contro cotanto scempio.
 

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A proposito di Partito Nazionale Fascista, riportiamo (per ora senza commento) quanto scritto dal "Giornale dell'Umbria" in data 4 aprile 2001, pag.12. Manco a dirlo, si tratta di un giornale di destra. Per chi si fosse appena iscritto a /Giap/, rimandiamo al n.33 (finche' c'e' ancora permesso numerare la newsletter!)

"Sparategli addosso perché è una brutta razza"
Denunciato reduce protagonista di un libro
Il provvedimento dopo le pesanti affermazioni dell'uomo
 
L.P.

Le pesanti affermazioni di Vitaliano Ravagli gli sono costate una denuncia da parte di alcuni esponenti di Alleanza Universitaria. L'uomo sessantasettenne romagnolo, protagonista del libro Asce di Guerra, opera di quattro scrittori bolognesi che si celano sotto la sigla WU-Ming, è stato presentato venerdì scorso nel corso di un dibattito organizzato tra l'altro dall'associazione studentesca "L'altra sinistra", presso la facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di Perugia. Una lettera di Alleanza Universitaria giunta sabato scorso in redazione aveva messo l'accento sulle incredibili affermazioni sul suo passato da comunista e sulle possibili soluzioni di giustizia sommaria da applicare in seguito all'eventuale vittoria del centro-destra alle prossime elezioni, fatte da Ravagli, seguite sempre da calorosi applausi del pubblico presente. Ieri due esponenti dell'associazione studentesca "Alleanza Universitaria", hanno presentato una denuncia al contro Ravagli al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Perugia. I ragazzi si sentono sicuri delle loro affermazioni, anche perché hanno documentato la conferenza con una ripresa video. Pubblichiamo il testo integrale della denuncia, che contiene anche alcune delle pesanti affermazioni dell'uomo.

<<In data 23/03/2001 alle ore 16 presso la facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Perugia, si è tenuta una conferenza-presentazione del libro "Asce di Guerra" dell'autore Vitaliano Ravagli; la conferenza, di cui è stata data pubblica conoscenza mediante affissione di manifesti nella città di Perugia, è stata organizzata dall'associazione "L'altra sinistra" e dall'associazione culturale "La luna e i falò". Nel corso della conferenza, tra gli altri relatori, è intervenuto lo stesso autore, Vitaliano Ravagli. Il sig. Ravagli si è prodigato in un eloquente intervento, del quale si allega registrazione e trascrizione, nel corso del quale ha illustrato, con dovizia di particolari, alcune vicende di cui agli stesso si era reso protagonista e delle quali, riteniamo debba rendere conto all'Ufficio a cui scriviamo. Il sig. Ravagli, dopo aver ricordato le violenze perpetrate in periodo bellico da parte delle milizie fasciste e naziste sulla popolazione civile, e dopo aver menzionato alcuni episodi di particolare cruenza verificatisi ai danni di vittime innocenti, come purtroppo assai di sovente si verifica nel corso di conflitti armati, non ha resistito alla tentazione di confessare di fronte ad un pubblico in visibilio, le reazioni che, anche a distanza di anni, tali episodi hanno spinto ad adottare. Il sig. Ravagli "da buon militante comunista", come ha amato definirsi, ha asserito di aver avuto bisogno, ad un certo punto, "di ammazzare qualcuno di quelli che mi avevano causato tutto 'sto dramma". Il Sig. Ravagli ha sostenuto, nel corso del suo intervento, di aver ripetutamente commesso omicidi, a guerra terminata da anni, in ritorsione rispetto a quanto subito nel contesto del periodo bellico. Egli, dopo essersi vantato di aver ucciso numerose persone, ha affermato di non voler rivelare il nome delle stesse "perché non li hanno mai trovati, perché si può fare un lavoro fatto bene: gli cacci due metri di terra sopra, in un posto un po' isolato...". In un momento di ritrovata calma, nel corso del concitato intervento, il sig. Ravagli ha persino osservato: "io so che non lo dovrei dire ... beh, che mi mettano in prigione". Altro momento che, dell'intervento del sig. Ravagli, merita espressa menzione è rappresentato dalle parole conclusive dello stesso. Senza mezzi termini il sig. Ravagli ha invitato i presenti ad adottare gli stessi provvedimenti, che in altri tempi egli adottò nei confronti di persone dalle opposte idee politiche: "sparategli addosso perché è una brutta razza. E torneranno su". Queste parole si sono trovati ad ascoltare gli scriventi che, attirati per l'interesse culturale che suscitava un'iniziativa apparentemente improntata al revisionismo storico, hanno assistito di contro ad una vera e propria istigazione all'odio ed alla violenza.>>

To be continued...