Indice di /Giap/#36 - Dai lager nazisti al G8 di Genova - 8 aprile 20011- Novita' sulla denuncia fascista a Vitaliano
2- "Asce di guerra" e lager nazisti: una perplessita', una questione spinosa
3- Contro la nuova legge sull'editoria: firmate la petizione
4- Genova come Quebec City
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Quello che segue e' il comunicato-stampa delle associazioni "L'Altra Sinistra" e "La Luna e i Falò" di Perugia, in merito alle vicende spiegate in /Giap/#33 e #35. Si vocifera che AN intenda far ritirare la denuncia ai suoi zelanti bambocci, il cui agire, oltre a essere un lapsus , potrebbe rivelarsi un boomerang: sentendo parlare Vitaliano Ravagli, si sono identificati tout court coi torturatori della Brigata Nera, per questo si sono sentiti in pericolo fisico e sono corsi dagli sbirri. Alla faccia della svolta di Fiuggi! Ben vengano altri attacchi di panico, a confermarci di che pasta son fatti costoro. Cogliamo l'occasione per ringraziare chi ci ha spedito messaggi di solidarieta' a Vitaliano, e ricordiamo che la sua e-mail e': <vitaliano_ravagli@hotmail.com>.
<<Perugia, sabato 7 aprile 2001
Ai sensi della normativa vigente in materia di diritto di replica relativamente a notizie pubblicate su organi di stampa si chiede la pubblicazione della seguente dichiarazione.
In merito alle recenti notizie apparse su organi di stampa nazionali e regionali relative all'iniziativa intitolata "Letteratura, Resistenza e Revisionismo storico", svoltasi venerdì 23 marzo 2001, alle ore 16, presso la facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Perugia le associazioni La Luna e i falò e L'Altra Sinistra tengono a precisare che l'iniziativa, che si è svolta davanti ad oltre cento persone, ha avuto una durata di oltre tre ore, delle quali l'intervento di Vitaliano Ravagli rappresenta solo una parte estremamente ridotta; all'iniziativa erano presenti due degli autori del libro "Asce di Guerra" (Marco Tropea editore) e due rappresentanti delle associazioni organizzatrici dell'iniziativa.
Il dibattito seguente alle relazioni degli oratori è stato molto partecipato ed appassionato ed ha spaziato su moltissimi temi: dalla Resistenza a vicende del secondo dopoguerra (come le foibe o l'amnistia di Togliatti), per passare poi a temi del tutto estranei a questi ultimi come la situazione politica dell'America latina o il movimento di opposizione al processo di globalizzazione dell'economia.
Nel corso del dibattito sono intervenuti sia studenti universitari che altre persone interessate agli argomenti oggetto dell'iniziativa. Quando il dibattito si è spostato su temi più "attuali" - in particolare sugli episodi di violenza verificatisi a Napoli durante il "Global Forum sulle nuove tecnologie applicate alla P.A - a fianco alle critiche alla violentissima repressione da parte della polizia, molte sono state le critiche sollevate in merito ad alcune frange del c.d. "movimento antiglobalizzazione" che, secondo gli oratori, con un comportamento irresponsabile, hanno concorso a generare il clima di tensione che ha causato le violenze.
La consegna di tutta la registrazione dell'iniziativa da parte dei denuncianti, avrebbe permesso ai lettori ed ai redattori degli articoli di avere una visione completa e veritiera dei fatti. La consegna di una sola parte dell'intervento di Vitaliano Ravagli è manifestamente pretestuosa e finalizzata a gettare discredito sull'iniziativa e sulle associazioni che l'hanno organizzata. Non a caso i noti esponenti di Alleanza Universitaria, si sono presentati all'iniziativa "armati" di registratore tascabile, accuratamente nascosto per tutta la durata del dibattito, e si sono ben guardati dal dare il proprio contributo con un intervento che, per la verità, tutti gli oratori si aspettavano. Tutto ciò, vista la premura con cui i denuncianti hanno inviato alla stampa le trascrizioni di questa fantomatica registrazione (fatto che peraltro solleva alcuni dubbi di violazione del segreto istruttorio), acuisce il sospetto che tutta questa vicenda sia strumentale ad una campagna elettorale in corso ormai da alcuni mesi e che ha visto livelli di scontro molto alti.
A proposito delle imminenti elezioni politiche, le associazioni l'Altra Sinistra e La Luna e i Falò smentiscono con decisione che, nel corso dell'iniziativa, vi siano state esortazioni da parte di Vitaliano Ravagli "a sparare" contro chicchessia in caso di vittoria del Polo delle Libertà. Senza dubbio Ravagli ha esortato i presenti a ribellarsi nel caso in cui nel nostro Paese dovesse essere instaurata una dittatura fascista. A questo proposito, se è vero che la destra italiana ha troncato le proprie radici con la storia e il pensiero fascista, stupisce il fatto che i giovani rampolli del Partito guidato da Gianfranco Fini si siano sentiti tanto offesi dall'invito a lottare per la libertà dal fascismo fatto (peraltro in un momento di grande concitazione) da Vitaliano Ravagli.
Le associazioni L'Altra Sinistra e La Luna e i Falò hanno deciso di organizzare l'iniziativa "Letteratura, Resistenza e Revisionismo storico " con l'intento, tra gli altri, di riportare al centro del dibattito storiografico e politico la storia del secondo dopoguerra. In particolare era intenzione delle due associazioni riflettere, tra l'altro, sulla "normalizzazione" del nostro Paese avvenuta con l'insediamento dei primi governi dell'Italia post-fascista e dello strascico di odio e violenze che questa normalizzazione ha portato. In questo quadro si inseriva la figura e la storia di Vitaliano Ravagli come testimone di quegli anni e del sentimento di profonda delusione, se non propriamente di odio, che attraversava buona parte della popolazione, specie coloro che, durante la guerra di Resistenza, avevano rischiato la propria vita per la libertà dal nazifascismo.
Pur dovendo un ringraziamento ai giovani militanti di Alleanza Universitaria che, probabilmente loro malgrado, hanno dato al libro "Asce di Guerra", all'iniziativa ed agli argomenti oggetto del dibattito un'inaspettata e gradita notorietà, le associazioni L'Altra Sinistra e La Luna e i Falò stanno valutando l'ipotesi di sporgere querela, contro "Il Giornale" per diffamazione a mezzo stampa e, contro gli autori della denuncia - naturalmente - per calunnie.
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Kirillov ci ha posto una spinosa questione:
<<In Asce di guerra:
"Le poche che ebbero la forza di comunicare ci spiegarono come mai anche le bambine di dodici anni fossero gravide. I nazisti non ne risparmiavano una."
Ebbene. Per quanto questa affermazione alla prima lettura mi era sembrata del tutto verosimile, proprio ieri in un dialogo che ho avuto con una anziana reduce dal campo di Birkenau (prigioniera negli ultimi quattro mesi di guerra) ne ho avuto smentita. Lei affermava che i tedeschi non osassero nemmeno toccare le donne ebree per lo schifo che in loro suscitavano (più o meno alla lettera).
Sono rimasto piuttosto confuso. Chi ha ragione?
K.>>
[wmy:]
Da decenni, sulle testimonianze ("a caldo" e "a freddo") degli ex-internati nei lager e' aperto un dibattito storiografico e anche politico lacerante e a tratti furibondo, durante il quale si e' anche arrivati alle mani (e alle spranghe).
Fu Paul Rassinier - socialista francese, partigiano, internato a Buchenwald, invalido per via delle torture inflittegli dalle SS - a parlare per primo (1950) di "menzogne d'Ulisse", a proposito di certe esagerazioni presenti nei resoconti degli ex-internati. Per questo fu accusato di filo-nazismo dai suoi contemporanei (nel '52 fu espulso dalla SFIO, il vecchio partito socialista) e soprattutto dai posteri: oggi lo si ricorda quasi unicamente come antesignano delle polemiche sulle "camere a gas", polemiche che su entrambi i fronti (quello dei "negazionisti" e quello dei cacciatori di negazionisti) sono sfociate nella monomania, e c'e' gente ormai incapace di occuparsi d'altro.
Effettivamente Rassinier fu usato da circoli e autori di estrema destra e si ridusse (o fu ridotto?) a scrivere su riviste cripto-fasciste e antisemite. Lungi da me condividere tali scelte e frequentazioni. Ma la questione e' piu' complicata, alcune sue ricostruzioni non si discostano moltissimo da quanto scrissero Jorge Semprun in diverse opere e lo stesso Primo Levi in *Se questo e' un uomo*. Non parlo certo di quelle sulle camere a gas (tema del quale si occupo' marginalmente, tutto sommato), ma di quelle sugli abusi dei Kapo (Konzentrazionslager Arbeit Polizei), detti anche *Haeftlingsfuehrung* (autoamministrazione, il "ceto" delle guardie scelte nel novero dei prigionieri), e sul sistema che alimentava tali abusi.
Del primo Rassinier - se si ha lo stomaco di leggerlo e si e' in grado di farlo senza pensare al contesto in cui sono stati re-inseriti i suoi libri - e' interessante la decostruzione di certe testimonianze di ex-internati (tra cui svariati preti), palesemente incongrue ed esagerate. Per esempio, l'abate Jean-Paul Renard scrisse di aver visto migliaia di prigionieri entrare nella camera a gas di Buchenwald. Ebbene, non vi e' ombra di controversia sul fatto che a Buchenwald non vi siano *mai* state camere a gas. Rassinier, anch'egli ex-internato in quel campo, scrisse all'abate, chiedendogli il motivo di una simile panzana, e quegli rispose: "E' soltanto una forma letteraria... e dato che queste cose sono pure esistite in qualche posto, cio' non ha grande importanza".
Rassinier non era uno psicologo e non indago' a fondo il (comprensibile) meccanismo per cui certi testimoni, nel descrivere l'orrore concentrazionario, finivano per "ricamarci" sopra. Bisogna tenere conto dello shock, del risentimento, della sete di giustizia, del bisogno di essere riaccettati nella societa' e considerati di nuovo esseri umani. Ma "tenere conto" non significa far finta di niente, accettando in blocco quanto ci viene raccontato. O meglio, come suggerisce Alessandro Portelli, si possono accettare le distorsioni a patto di considerarle come tali, trasformando il ricordo stesso (e i *limiti* del ricordo) in un evento da studiare.
Ovviamente, mettere in questione non significa rifiutare ne' tantomeno *sminuire*. Il nazifascismo e l'universo concentrazionario *erano* orridi (e, va detto, lo sarebbero stati anche senza camere a gas). Erano orridi il principio secondo cui si internavano le persone, l'atto medesimo di internare, lo sfruttamento coatto, la connivenza delle popolazioni dei villaggi limitrofi, la prevaricazione etc.
Questa lunga serie di distinguo per dire che molte cose possono non essere come sembrano. Sul caso specifico: davvero non so, io ricordo che il gruppo musicale Joy Division prendeva in prestito il nomignolo dato dagli ufficiali SS di non so quale campo, al gruppo di ragazze ebree scelte per il loro sollazzo. Verita' storica? Mitologia? Lo dica che ne sa di piu'.
Puo' darsi che a Birkenau, dov'e' stata la donna con cui hai parlato, la situazione fosse del tutto diversa. In effetti ogni campo di concentramento sembra fare storia a se', se pensi che in alcuni i Kapo commisero piu' crimini e abusi degli stessi nazisti.
Non diamo niente per scontato, puo' darsi che quelle bambine gravide viste da Vitaliano fossero state violentate dalla "autoamministrazione" anziche' dalle SS... o addirittura dai "liberatori", perche' escluderlo?R.
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A questo indirizzo si puo' (anzi, si deve!) firmare la petizione contro la nuova legge sull'editoria, cfr. /Giap/#35:
http://www.punto-informatico.it/petizione.asp
C'e' anche la possibilita' di copiare un banner animato e metterlo sul proprio sito, linkandolo alla pagina della petizione.
Chi volesse informazioni piu' approfondite su questo aborto giuridico, trovera' tutte le spiegazioni qui: http://www.interlex.it
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<<Cari amici di GIAP,
vi seguo sempre con attenzione sin da quando eravate Blisset, avete tutto il mio sostegno nelle vostre battaglie e nella vostra attività di controinformazione.
Volevo, prendendo spunto dal numero 34 del vostro bollettino, segnalare una cosa relativa al vertice dei G8 che si terrà qui a Genova a luglio.Dunque, sappiate che se a Quebec City "La città sarà militarizzata oltre ogni immaginazione"
....anche a Genova sembra che sarà così. Addirittura i poliziotti alloggeranno nei padiglioni della fiera del mare (anche loro però, poveracci..... ma state certi che questo contribuirà a farli incazzare al punto giusto) dal momento che la capienza delle caserme genovesi non è sufficiente e tutti gli alberghi nel raggio di 30 Km sono da mesi prenotati
dai giornalisti e dai lacchè della Banda Bassotti.Se a Quebec City "Il centro sarà chiuso da una cancellata lunga 4 km e alta più di tre metri, a cui non sarà possibile avvicinarsi. Ottomila persone tra residenti, esercenti e lavoratori saranno costretti a esibire un pass per entrare nella zona proibita."
.....a Genova i fortunelli non avranno bisogno di recintare l'area Expo dal momento che le cancellate esistono già, basterà chiuderle. All'interno dell'Expo non vi sono residenti, ma anche qui esercenti e lavoratori saranno costretti ad esibire un pass per entrare nella zona proibita, che tra le altre cose è un'area di ritrovo molto frequentata dagli abitanti del centro storico genovese, anche perchè è l'unica.
Se a Quebec City "I residenti non potranno ricevere visite per tutta la
durata del summit.".....di fatto a Genova sarà molto difficile per chi non è residente in centro circolare per la zona Palazzo Ducale - Duomo (via S. Lorenzo) - Expo, dal momento che sembra siano previsti controlli ad ogni angolo di strada: chi non c'entra un cazzo verrà "gentilmente" invitato a togliersi di torno.
Se a Quebec City "Quasi tutti gli appartamenti sfitti della zona proibita sono stati temporaneamente requisiti per impedire la presenza di elementi indesiderati."
.....a Genova sembra si sia fatto di meglio, requisendo per precauzione anche tutti gli appartamenti affittati a studenti che si affacciano su Via S. Lorenzo.
Aggiungo inoltre che a Genova il timore di incidenti è molto alto, fomentato da articoli allarmistici sui quotidiani locali e da iniziative come quella dei commercianti che hanno chiesto al comune di rimborsare le vetrine che - loro ne sono sicuri - finiranno in frantumi.
Infine, tanto per contribuire a creare distensione, il responsabile della sicurezza del summit ha invitato "informalmente" i genovesi ad andarsene in vacanza nei giorni in cui si svolgerà il vertice.Io che abito proprio in quella zona, francamente, oltre alle convinzioni ideologiche
che mi portano a deprecare questo genere di riunioni, mi sto vivendo il tutto come una grandissima rottura di coglioni. Ma state certi che non me ne andrò in vacanza.Ciao a tutti
Raoul>>