Giap #8, VIIIa serie - La Grande Pace - 6 marzo 2007 A Osvaldo Cavandoli 00. "Deganawidah", ultimo racconto d'avvicinamento a Manituana + Novità dentro e intorno a manituana.com 01. La bottega di "Toni e falgném" (vedi Asce di guerra) 02. Ancora Asce di guerra: il diario indocinese di Derino Zecchini 03. La "terra di nessuno" del pop e altri scritti 04. L'ipotesi è: le declamazioni del compagno Paolo Vinti 05. Guido Chiesa: "Mi ispira il lento sgretolarsi di Bologna" 06. Kai Zen e la strategia dell'ariete, da oggi in libreria 07. L'uscita di Old New Thing è rinviata ad aprile 08. Chi ci diede questa foto a Mestrino (PD)? Siamo grati a tutti coloro che, dopo la messa on line di manituana.com, ci hanno mandato commenti, complimenti e suggerimenti. Abbiamo avuto qualche problema tecnico, nei giorni scorsi qualche visitatore ha trovato il server sovraccarico, ma stiamo lavorando tutti i giorni perché il sito sia "ben temperato" nei giorni dell'uscita del romanzo. Possiamo già segnalare alcune novità. Da Asce di guerra, cap.7, prima parte: Nel '43 mia madre mi trovò lavoro come fattorino da un falegname, un certo Domenico Ramenghi, detto "Toni e falgném". La mattina andavo a scuola, e il pomeriggio lavoravo fino alle otto di sera. Fu in quella bottega che imparai a odiare il regime, perché Toni era un socialista convinto. Spesso venivano a trovarlo due signori anziani reduci da anni di confino e sorvegliati dai carabinieri. Sedevano sulla panca di fronte al banco e conversavano con Toni. Raccontavano dei processi, degli anni di carcere e di confino, della guerra di Spagna. Erano storie affascinanti, eroiche, storie di tentativi di riscatto, di poveri che si ribellavano alla miseria e alla tirannia. Decisi che "da grande" avrei fatto parte di quella schiera. La schiera dei ribelli. Io, Fabio Grassi, abito da sempre a Cesenatico e mi ha sempre affascinato il nome vero di mia nonna Lia, ATEA Ramenghi, scomparsa 15 anni fa. Antifascista, anticlericale (ma proprio anti eh?), Atea è nata a Imola nel 1908 e si sposò con un maresciallo di finanza. Nel '29, coi Patti Lateranensi, ha dovuto cambiare il nome in Cecilia, Lia per noi. Nel '32 nacque mia madre, Giovanna. Uno dei suoi ricordi, lei bambina nel '43, era che avevano una cantina e "ogni tanto entravano degli uomini che poi uscivano... con delle armi". Ma mia madre non mi ha mai raccontato null'altro (forse anche perchè non le ho mai chiesto nulla di preciso al riguardo) E leggendo Asce di Guerra, oggi su una sdraio al primo sole di marzo in riva al mare, ho scoperto che quei meravigliosi mobili che ho ancora in casa, fatti dal mio bisnonno Toni e falgnèm, hanno moooolto ancora da raccontarmi. Grazie! IL DIARIO INDOCINESE DI DERINO ZECCHINI Un'altra vicenda incastonata in Asce di guerra è quella di Derino Zecchini, ex-partigiano friulano (Gradisca di Spilimbergo, provincia di Pordenone) che all'inizio degli anni '50, via Marsiglia, finisce in Indocina con la Legione Straniera. Quivi diserta e passa con la guerriglia Vietminh, che lo integra in una brigata di educazione e propaganda. Zecchini gira per i villaggi, come esempio di bianco europeo che non sta coi colonialisti francesi. E' l'inizio del 2000 quando scopriamo la storia di Zecchini e decidiamo di inserirla in AdG. Più tardi uno di noi lo conoscerà di persona. Nel giugno 2005 AdG (nuova edizione) viene presentato alla Casa dello Studente di Spilimbergo. In realtà il libro è un pretesto, la serata è concepita come esplicito omaggio a Derino, ospite d'onore, che attacca il suo intervento con questa frase: "Mah, io dirò pochissime cose... In realtà non volevo neanche parlare, poi hanno insistito...", e subito dopo scatena una lunga bufera di aneddoti, che accendono la sala e ricadono sul pubblico come fulmini. Una serata indimenticabile, organizzata tra non poche difficoltà e ostacoli (compreso il rifiuto di patrocinarla da parte del Comune di Spilimbergo), grazie all'olio di gomito del circolo ARCI "Virginia Tonelli" di Castelnuovo del Friuli e dal circolo culturale "Il Tagliamento" di Spilimbergo[*]. Qualche mese fa ci contatta Sabrina Benussi, autrice del documentario Ri-conoscenza. Voci della Resistenza nel Pordenonese (2005), e ci racconta ancora un'altra storia. Tra i partigiani intervistati per quel video c'è anche Derino, che Sabrina ha conosciuto sulle pagine di AdG. Durante la conversazione, Sabrina scopre che, in un cassetto di casa Zecchini, giace il diario del periodo 1946-1958 (in tutto tre taccuini), quindi comprensivo dell'avventura vietnamita. Sabrina si mette in testa di curarne una pubblicazione e ne discute con l'IRSML (Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione) del Friuli Venezia Giulia. Non paga, decide di realizzare un DVD da allegare al libro, in cui Derino racconta le sue esperienze, in montaggio alternato con filmati storici (es. cinegiornali dell'Istituto Luce sulla battaglia di Dien Bien Phu). Ciliegine sulla torta: Sabrina contatta pure Moni Ovadia per fargli leggere alcuni brani del diario, e il compositore Carlo Boccadoro perché realizzi un commento musicale. Quel libro + DVD oggi esiste e Sabrina ce l'ha spedito. Il testo è annotato e spiegato dall'autore, che si fa il contrappunto a cinquant'anni di distanza. Ci sono anche fotografie delle pagine originali dei taccuini, decorate da (notevoli) disegni e ghirigori. Si compone sotto gli occhi del lettore un'odissea raccontata per frammenti, tra epidemie, nostalgie, euforie, pessimismi, il tutto come preludio a un nòstos, un ritorno a casa dell'eroe, che a stento viene riconosciuto dal fratello e dalla madre. Un inatteso ritrovamento, una testimonianza importante, una lettura che sicuramente coinvolgerà chi ha amato AdG. Derino Zecchini, Dietro la cortina di bambù. Dalla Resistenza al Vietminh, diario 1946-1958, a cura di Sabrina Benussi, Associazione culturale Fuoritesto / Quaderni dell'IRSML Venezia Giulia. Per contatti: sabrinabenussi@libero.it * WM1 saluta Bianca Minigutti, Alfredo Pecile, Gigi Bettoli, Pablo Garelli, la cagnolina Matilde e tutti i rospi di marmo. APPENDICE. A proposito di Legione Straniera, nei mesi scorsi abbiamo ricevuto altre due mail interessanti. La prima era proprio di Gigi Bettoli, uno degli organizzatori della serata di Spilimbergo. Gigi segnalava che su un numero recente di "Altreitalie" (rivista della Fondazione Agnelli che si occupa di emigrazione) è apparso un articolo sui clandestini italiani arruolati a forza nella Legione per combattere in Indocina contro il Vietminh. Gente che aveva l'unico torto di essere povera nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. L'articolo è di Sandro Rinauro, è uscito sul numero 31 (luglio-dicembre 2005) e si intitola "Percorsi dell'emigrazione italiana negli anni della ricostruzione: morire a Dien Bien Phu da emigrante clandestino". Il sito di Altreitalie è, piuttosto miopemente, strutturato in modo da impedire o comunque rendere difficile il deep linking, comunque basta seguire il percorso "La rivista" > "Numeri arretrati" > "Altreitalie 31". La seconda mail era di Renzo Vermicelli, che invece segnalava un documentario (in francese) sui legionari tedeschi e austriaci in Indocina, i cui ranghi comprendevano ex-SS ed ex-aguzzini nazi. Arruolatisi nella Legione, costoro finirono in Indocina, dove la loro expertise era molto richiesta per puntellare un impero coloniale traballante. C'è solo da esser contenti che Giap (il generale, non la newsletter) abbia liberato il pianeta dalla presenza infestante di simili soggetti, impartendo loro (senza saperlo) la punizione che erano riusciti a evitare in Europa. LA "TERRA DI NESSUNO" DEL POP E ALTRI SCRITTI Ha stimolato molte reazioni e discussioni l'intenso ragionare sulla popular culture che ha preso forma negli ultimi quattro-cinque mesi tra carmilla, wumingfoundation e lipperatura. Il recente "trittico sul pop", nel quale Wu Ming 1 e Wu Ming 2 cercavano di trarre indicazioni concrete su fandom, mito contemporaneo e narrazioni transmediali, ha aperto un vaso di Pandora di commenti. Idem lo speciale a cura di Vittore Baroni "Che fine ha fatto la controcultura?", apparso sulla rivista Rumore e in parte ripreso su Carmilla. Tra i testi pervenuti ai vari autori, spiccava uno di Claudio Coletta , che aveva il merito di affrontare la questione da un punto di vista inatteso, quello... della provincia. A pensarci, è l'imprevedibilità delle uova di Colombo, le cose ovvie a cui nessuno pensa finché non vengono segnalate in modo plateale o vi si inciampa per caso. Lo abbiamo proposto su Carmilla (vedi anche la "linkografia" in calce al testo). L'IPOTESI E': LE DECLAMAZIONI DEL COMPAGNO PAOLO VINTI Chiunque abbia partecipato a un'assemblea di movimento a Perugia, o a un'iniziativa controculturale, lo conosce. Paolo Vinti, figura di spicco della sinistra cittadina, oratore lirico e immaginifico, performer dai toni profetici. I suoi interventi pubblici sono costruiti su un selvaggio ricorso all'anafora e su una sapiente "poetica dell'elenco", molto beat nei risultati espressivi. Lo abbiamo visto in azione tre o quattro volte, nel periodo 2000-2002, quando abbiamo presentato nostri libri nel capoluogo umbro. Siamo rimasti colpiti ai limiti dell'ipnosi. Dj Prinz aka Prince (!) ha registrato, remixato e musicato alcune declamazioni del 2006. Ne è nato un cd dal titolo Cosmo rosso. Ne siamo rimasti entusiasti, tanto da avere scelto due tracce ("La pace" e "Lo spazio") per la nostra audioteca/podcast. Una terza traccia ("L'ipotesi è sempre la rivoluzione") l'abbiamo proposta su Carmilla, perché poche persone più di Vinti incarnano il messaggio che quel sito si è scelto come sottotestata: "Letteratura, immaginario e cultura di opposizione". Il brano è quello che conclude l'album, e si intitola "L'ipotesi è sempre la rivoluzione". LA PACE - mp3, 160kbps, 4:45 Qui una recensione dell'album e un ulteriore brano da ascoltare, "La meraviglia cubana" (forse il migliore dell'album) . Cliccare sull'immagine in alto a sinistra per ingrandirla. Torna a girare a Bologna Guido Chiesa. A tre anni dall'uscita di "Lavorare con lentezza- Radio Alice 100.6 Mhz" e a cinque dall' inizio delle riprese del film-manifesto sul Movimento del ‘77, il 47enne regista torinese che, ammette, non ne può più dell'etichetta di "quello dei film impegnati", riparte dalla tv. Sarà Chiesa, infatti, a dirigere la fiction in sei puntate di 90 minuti ognuna ispirata al film "Quo Vadis Baby?" di Gabriele Salvatores tratto dall'omonimo romanzo della scrittrice bolognese Grazia Verasani. L'annuncio è stato dato dai vertici di Sky, precisando che il regista premio Oscar, per la prima volta impegnato in una avventura televisiva, avrebbe curato la direzione artistica della serie. La proposta è arrivata subito dalla Colorado Film , la società di produzione di Salvatores a Chiesa, che ha deciso di accettare e inizierà le riprese questa estate. |