"Quasi Giap" - Cani e mucche - 30 settembre 2005
The Hardest Working Men in Pop Culture
"New Thing" un anno dopo. Intervista-fiume a cura di...
VMO, la pernacchia necessaria
"Cat Chaser" di Elmore Leonard
"Free Karma Food" di Wu Ming 5
Su "Asce di guerra"
L'acrobata
Giapsters della prima e primissima ora: presenti!
THE HARDEST WORKING MEN IN POP CULTURE
L'abbiamo presa molto sul serio, questa storia del Sabbatico 2005-2007. Riunione tutti i giorni, brainstorming e scrittura, compiti a casa, lettura ad alta voce l'indomani, l'avverbio NON è tuo amico, il cestino della spazzatura invece sì. Cavillare mezz'ora su un pronome, riscrivere, ritorno alle fonti, ordinare altri libri, e di nuovo a testa bassa nel gioco di ruolo, improvvisazione collettiva su appunti selvaggi. C'è della follia, in questo metodo. Al momento, è l'unico possibile.
Scriviamo dall'altro capo del tunnel che, passando sotto l'Atlantico, porta al XVIII° secolo. In questi giorni siamo in Québec, tra battaglie campali, fortezze sotto assedio e agguati nelle foreste. Ben presto riattraverseremo l'Oceano, stavolta a pelo di mare. Scriveremo dal ponte della nave, poi da Londra, dove ci occuperemo di pirotecnia. Una nuova traversata, stavolta all'indietro, al punto d'origine, risalendo i fiumi del sangue, incontro al destino dei popoli. Scriveremo dall'ultimo millimetro dell'orlo del baratro.
Quale baratro? Lo stesso di adesso, siamo lì tutti quanti, nessuno escluso.
"A rigore, tutti gli scrittori raccontano il loro presente, anche quando scrivono di medioevo o di un futuro post-atomico. Il presente fa irruzione in ogni riga, in ogni scelta linguistica e narrativa, in ogni emozione che si deposita sulla pagina. Il presente lascia tracce di sé, si racconta tramite l'autore (che è qualcosa di simile a un medium, salvo che il processo non ha nulla di soprannaturale). Il presente influenza in modo decisivo il modo di raccontare il passato, anche al di là dell'intento allegorico (che può esserci oppure no). Ogni romanzo si rivolge all'oggi (e al domani, ma questo è un altro discorso) [...] La scelta di quale periodo parlare non è automaticamente 'responsabilizzante' o 'deresponsabilizzante'. Non necessariamente chi ambienta un romanzo nel 2005 racconta il presente più di chi lo ambienta nel Settecento, e nemmeno si assume più responsabilità. Il "Salò" di Pasolini (ebbene sì, lo tiro in ballo) si svolgeva nel 1944 o giù di lì, ma non si può dire non affrontasse di petto gli anni Settanta! Il passato non è un rifugio. E' il punto d'origine del presente." (WM1, commento al post "Guardare indietro" sul blog
Lipperatura)
In parole povere, siamo troppo impegnati col romanzo collettivo per scrivere un numero di Giap vero e proprio, di quelli belli tesi, coerenti e coesi.
Per il momento: segnalazioni, novità, pensieri sparsi.
NEW THING UN ANNO DOPO. INTERVISTA-FIUME A CURA DI...
...un celeberrimo personaggio della rete. Buona occasione per togliersi macigni dagli anfibi. Risposte visionarie e impregnate di verità. Personaggi nominati: tanti. Da Miles Davis a Renato Pozzetto, da Beppe Fenoglio a Fred Astaire.
E' tutto qui e potete lasciare commenti. Potete? Dovete!
VMO, LA PERNACCHIA NECESSARIA
Articolo a cura e firma dell'intero collettivo, apparso su
L'Unità il 27 settembre scorso. Tratta del misterioso blog letterario VMO, neo-surrealismo made in Cagliari (forse). Ogni parola si fa precaria, oscilla e non si ferma. Ogni frase è un sasso scagliato in più direzioni. Si può benissimo conoscere la parola "buongiorno" e dire "addio" a una donna che ritroviamo dopo un anno di assenza. Dopotutto, è innegabile che vi sia più lingua in una pernacchia che sulla "bella pagina" di un letterato.
CAT CHASER DI ELMORE LEONARD
Esce a ottobre per Stile Libero Noir. Traduzione di
Wu Ming 1.
- Non solo hai uno stile fuori moda, vecchio di trent'anni, ma reciti la parte sbagliata. Ti presenti che sembri Fernando Lamas da giovane, ma oggi è tutt'altro tipo a vendere i biglietti.
- Quali biglietti?
- Stammi a sentire: cosa sta succedendo in Caribe, in Centro America, in Salvador? Ci sono le rivoluzioni, amico, è da quella di Cuba che va così, ma adesso ce ne accorgiamo di più, sono cose più vicine. Un'ora o due di volo e ce le troviamo in casa. La gente si caga sotto dalla paura. Guarda quel che succede a Miami coi cubani, gli haitiani, i colombiani... Narcotraffico e politica internazionale, terroristi che usano bombe e armi automatiche, tutto mescolato, tutto vero e sta accadendo proprio qui. Hai capito cosa voglio dire? Se al giorno d'oggi vuoi fare le cose per bene, devi capire la mossa e spargere un po' di terrore.
- Ah, sì? E come?
- Mi fa piacere che tu lo abbia chiesto. Le basi le hai, il sangue caliente e tutte le altre cazzate. Un po' di dritte, uno slogan come si deve, e puoi passare per un rivoluzionario. Viva la libertad, insomma, si fa un po' di casino...
- Vuoi fare la rivoluzione?
- No,
tu vuoi fare la rivoluzione. Devi spacciarti per un membro di un movimento rivoluzionario, gente dura. Sei un terrorista coi controcazzi, venuto qui per una missione. Sei un fanatico, non vedi l'ora di far saltare in aria qualcuno. Ma prima vuoi che lui lo sappia, deve sapere che è nel mirino di un intero movimento, non di un delinquentello. Mi segui? Gente che fa sul serio, che mangia il fuoco...
- E chi sarebbe il bersaglio?
- Da non crederci. Ce l'hai di fronte agli occhi e non lo vedi.
FREE KARMA FOOD DI WU MING 5
Uscirà per Rizzoli nel marzo 2006. Copyleft, carta ecologica. Tre anni di lavoro, cinque riscritture radicali (modifiche
alla radice).
Attendetevi una primavera di visioni.
WM5 è in India, in questi giorni. Non vi diciamo a fare cosa. Torna tra un mese. Finora abbiamo ricevuto un solo sms. Diceva: "Cani e mucche. Pesissimo".
SU ASCE DI GUERRA
Vorrei rispondere alla domanda che si fa WM2 nell'ultimo Giap.
"Asce di guerra" è una sfida davvero vinta?
Pur condividendo alcuni dei suoi dubbi io ritengo che sì, dal mio punto di vista lo è stata.
Lo dico per via di quello che è accaduto intorno a me, quando ho cominciato a "divulgarlo" tra i miei amici . "Vu che?" mi sentivo chiedere con aria smarrita dalla persona che avevo davanti che non vi aveva mai sentito nominare. E io giù a spiegare, ad infervorarmi, a prestare a destra e a manca il mio libro perchè in libreria non si trovava più, tra mille raccomandazioni di trattarlo con il massimo rispetto.
Le reazioni che ha suscitato sono state inaspettate anche per me. Chi ha iniziato una ricerca disperata nelle librerie di Bologna o di Milano perchè voleva avere il libro a casa propria , chi si è andato a documentare sulle guerre in Indocina, chi è corso al Cidra di Imola a vedere il museo della Resistenza...e tutti, dico tutti, mi hanno detto di essere indignati del fatto che un'opera del genere non fosse mai stata pubblicizzata a dovere.
Se un libro ha il potere di svegliare la coscienza anche di un solo uomo, io penso che sia una cosa grandissima, soprattutto in periodi tristi e cupi come questo, in cui la parola "resistenza" troppo spesso è velatamente o meno associata a "terrorismo".
AdG ha fatto riflettere, arrabbiare, piangere, discutere gente che sapeva poco o niente della storia dei nostri partigiani ed al di là di qualsiasi credo politico o ideologia Vitaliano è oggi nel cuore di tantissime persone. So che questo non gli renderà più facile vivere con la pensione minima, ma almeno potrà dargli la certezza di non aver combattuto invano.
Per questo il vostro libro è una sfida vinta.
Ciao, Annalisa-Forlì
[WM:] Grazie. Quanto alla pensione minima, può darsi che l'operazione Einaudi, trasformando il libro in long-seller, abbia in parte risolto il problema :-)
L'ACROBATA
Cari i miei Wu,
la sofferta decisione di scrivervi nasce da un impulso a lungo represso, mentre fiancheggio la strada maestra che state percorrendo con trionfale scioltezza. Amo le opere vostre e adoro quelle altrui che avete la magnanimità di recensire in Nandropausa e altrove. WM1 mi ha riabilitato Stephen King, autore archiviato decenni or sono tra i pennivendoli, con la solita montatura che snobba chiunque abbia il torto di essere tanto gradito all’umanità. Anche le succulente pagine di Ellroy, Leonard e Fenoglio sono da ascrivere alla fortunata frequentazione delle vostre menti, e già solo per questi piaceri dovrei riconoscervi un vitalizio perenne. La pavida clandestinità che durante l’età dell’oro m’inchiodava sui marciapiedi mentre sfilavano i cortei studenteschi, e mi faceva scappare a metà film dai cineforum, in preda al panico di restare invischiato nel dibattito, mi aveva permesso sinora di fare il guardone (alla Wayne Tedrow Junior per intenderci), senza gravi lacerazioni. Tante volte avrei voluto urlare ai compagni - ma non ci sono mai riuscito, che i mattoni nelle vetrine non avevano nessun potere sui golpisti cileni, oppure che sproloquiare sullo spessore della filmografia tibetana solo per fare la ruota alle gnocche, era solo uno spreco di materia grigia, nonché un sistema sicuro per continuare a farsi le pippe. Nella vostra confortevole taverna, alla soglia dei cinquanta, ho finalmente ritrovato le pietanze che mi sono sempre piaciute, (ma di cui mi sono spesso vergognato) e persone che le offrono e le consumano senza complessi di colpa. In tempi certo più luminosi dei correnti, il micidiale aggettivo commerciale ispirava un Battisti (Lucio) fascista, un Endrigo servo dei padroni ed un “riprendiamoci la musica” che spinse gli immensi Led Zeppelin, mentre rincasavano dalla guerriglia all’idroscalo di Milano, a chiamare gli amici per avvertirli che in Italia non si poteva proprio più suonare, lasciandoci soli con la musica disco. Poi, proprio durante gli anni del regime del bassotto, che annienta ogni forma di tutela e legalizza la censura delle idee, arriva inaspettata la folgorazione: i protagonisti di Lavorare con lentezza sbeffeggiati e censurati dai compagni appena mettono su Kung fu fighting a radio Alice, i Wu Ming, arditi romanzieri moderni, che elogiano la supremazia della storia su ogni altra finalità letteraria, i giapster pellegrini ai campi di concentramento, i miei figli presi in mezzo tra Porci con le ali, Cristiana F e la musica dei sessanta da un lato ed il volontariato, l'impegno ambientalista e i dubbi sulle foibe dall’altro! Ma vuoi vedere che questi si svegliano ora che sono vecchio e moscio e mi perdo ancora una volta la ricreazione, solo perché non guardo più nemmeno dal buco della serratura? Eh no, stavolta non mi faccio fregare dall’inadeguatezza e dai sensi di colpa: ci sono anch’io e non ho alcuna intenzione di scendere!
Ari Cari i miei Wu,
cos’altro dirvi, se non che mi procurate una bile della madonna, chiusi dalle 9 alle 18 in qualche antico salone bolognese a progettare le curve del nuovo romanzo, a correggervi le bozze, ad inventare, cesellare e navigare alla ricerca di riscontri, con la consapevolezza (gravosa, lo so) che là fuori un popolo di giusti vi attende speranzosa. Privi del vostro impegno, vivere nell’hinterland di una città a sud di Orte, senza diritti, senza prospettive e senza droghe, equivale a fare l’acrobata appeso ai peli del buco di un culo. In verità, più che invidiarvi per il lavoro e la stupenda vita di relazione che menate innanzi, mi rode il coraggio con cui vi spendete contro il diritto d’autore, le foibe, la mistificazione del ventennio e compagnia cantando, questioni che nemmeno con delle foto porno risulterebbero interessanti per i fighetti della De Filippi o, peggio ancora, per i furbetti del quartierino che tanto arrapano le folle di questi tempi cupi.
Grazie di esistere e cari saluti.
Un vostro umile e grigio cinquantino.
[WM1:] Troppo buono, troppo buono... Comunque, non è un antico salone bensì un normalissimo appartamento alla periferia est di Bologna.
GIAPSTERS DELLA PRIMA E PRIMISSIMA ORA: PRESENTI!
Ricevevo le mail dal LBP-Bologna nel '99, poi sono stato iscritto a GIAP d'ufficio, quando la mailing list fu creata. E' stato un piacere leggervi in questi anni, mi avete sempre dato molto da riflettere, spunti per discussioni interminabili. Spesso avrei voluto intervenire in mailing list, raramente l'ho fatto. Vivo a Berlino dal 2000 e abbiamo provato gia' un paio di volte a organizzare una presentazione con voi quassu'. Non ha funzionato. Speriamo di farcela per il prossimo libro!
Tiziano
Buon Giorno Wu Ming
Il compagno B****** da Milano è uno degli iscritti della prima ora. Almeno credo. Quindi, essendo anche un adetto ai lavori, ci tengo particolarmenete a dirvi quanto apprezzi l'operazione glasnost-trasparenza, una delle iniziative più interessanti, sollazzevoli ed eversive che io ricordi nell'asfittico mondo della narrativa italiana, basata nostro malgrado sulla menzogna, sul petegolezzo e sulla delazione. Bel derby di vendite fra le copie dei romanzi solisti.
Saluti
Alessandro
Io c'ero di sicuro nel 2001. Prima non so, troppa acqua sotto i ponti e troppi computer sulla mia scrivania. Comunque faccio atto di presenza e spero di non intasarvi inutilmente. Ne approfitto per un esercizio nostalgico ricordando gli interventi di Sbancor, che in principio sembravano gli sbrachi di un folle studente fuori corso di economia con la fissazione della teoria del complotto e a poco a poco si rivelavano profezie di agghiacciante puntualità. Com'è che tace da tempo? Lo hanno fatto sparire i servizi ;) ? Bello se ci dicesse qualcosa su bankitalia,
intercettazioni, furbetti der quartierino e compagnia, no?
Guglielmo
Cari WuMing,
approfitto del mio essere un giapster della prima ora (se non ricordo male quando mi sono iscritto si era intorno a quote "prealpine", 1500 circa) per esaltare la premessa alla "Operazione trasparenza". Per chi come me si guadagna da vivere con lo "spaventoso mestiere" (Maupassant) di pubblicare e vendere libri, sono parole preziose, oltre che divertenti. Vi ringrazio, quindi, per questo e per tutti i giap che lo hanno preceduto in questi anni.
Ciao
Giovanni
Avevo conosciuto il fenomeno Luther Blissett durante gli ultimissimi mesi prima del seppuku, andando quasi per caso ad una presentazione di Q.
Fui tra quelli che rispose "Vo Nguyen Giap" ad uno degli ultimi bollettini del LB project, così ho tutta la collezione completa di Giap, sotto forma di files Eudora, sopravvissuti a vari collassi informatici grazie a travasi da hard disk, floppy e CD.
Pur facendo l'edicolante, Giap e' tuttora l'unico periodico che leggo pressochè interamente.
Il mio incontro col quartetto poi quintetto avvenne mentre avevo iniziato a scrivere ed interessarmi di scrittura, Giap è stato perciò come una bussola unica ed insostituibile in tema di letteratura, ruolo della letteratura e tutto ciò che ci gira intorno.
Ma, soprattutto nei periodi g8 --9/11 -- Afghanistan -- Iraq, è stato una bussola anche per tutto il resto.
Da circa metà luglio ho iniziato un esperimento: non sottopormi, nemmeno per un minuto, ad alcun TG italiano. Così, come in altri passati periodi del genere, le mie quasi uniche stelle polari per la penisola sono Giap ed un amico di Pistoia che mi riassume per sommi capi quello che succede intorno a quel bizzarro fenomeno che va sotto il nome di politica italiana.
Grazie!
Buon periodo sabbatico.
Caliban Meticcio II
Maresca (PT)