A proposito dell'articolo apparso a tutta pagina nella sezione "Cultura" del quotidiano "La Repubblica" di oggi (venerdì 8 marzo 2002), a firma Simonetta Fiori, qualche precisazione a uso dei /giapsters/:

 

- molte delle affermazioni virgolettate non corrispondono a quanto abbiamo dichiarato alla giornalista; alcune sono addirittura brani del romanzo! L'intervista è stata da noi registrata, e riascoltandola la differenza tra il detto e il riportato è grande e vasta come il lago Lacar in Patagonia.

- purtroppo la giornalista rivela diverse sorprese contenute in 54. Per fortuna dei lettori ce ne sono molte altre.

- ce ne scusiamo con l'interessato, ma davvero non abbiamo la minima idea di chi sia questo "Esteban Echevarria". La frase su di lui (come del resto altri passaggi dell'intervista, tipo lo scambio su Breton con tanto di "sorriso mite" durante l'ascesa a Villa Spada) e' inventata di sana pianta. Noi abbiamo nominato Daniel Chavarria, scrittore uruguayano residente a Cuba;

- le notizie biografiche su Wu Ming 1 e Wu Ming 2 non sono state da noi proferite durante l'intervista; non si tratta di segreti ma sono cazzi nostri, e del tutto ininfluenti sull'apprezzamento dei nostri libri e di 54 in particolare.

- non ci è ben chiaro chi sia questo "nonno contadino" e da dove sbuchi. Nulla di male ad avere un nonno che fa il contadino, ma se non ce l'hai devono per forza appioppartene uno?

- 54 non è un libro PCI-ista, la cosa salta all'occhio leggendolo, e durante l'intervista è stata ribadita in tutte le salse. Di tali salse, nell'intervista non è rimasta nemmeno una goccia.

- solo un membro di Wu Ming su 5 ha un retroterra familiare collegato al summenzionato partito;

- il tono dell'articolo è untuosamente paternalistico e non corrisponde per nulla a quello da noi impiegato durante l'intervista

- Bene abbiamo fatto a non dar l'esclusiva a Repubblica (in contemporanea, oggi stesso, sono usciti articoli su diversi quotidiani nazionali).

- non c'è da scandalizzarsi, ma le precisazioni erano doverose.

- prime contromisure. il 9 novembre scorso, dopo un articolo sensazionalistico del Venerdì di Repubblica (sempre loro!), il sottoscritto è entrato in silenzio-stampa per quel che riguarda le questioni di movimento. Da oggi entra in silenzio-stampa totale. L'opera è importante, l'autore no. Scrivere è bello, rilasciare interviste è attività disgustosa e fors'anche disdicevole. Incontrare i lettori è gioia allo stato puro, incontrare i cronisti culturali è il più delle volte faticosa incombenza e malessere ulcerante che si protrae per giorni. Il sottoscritto non è abbastanza forte per una cosa del genere.

Dixi.

WM1, 8 marzo 2002