di CARLO DONATI Adesso è uscito un altro solista. Titolo Free Karma Food e lo pubblica Rizzoli. L'autore è Wu Ming 5, al suo terzo romanzo. Il tema si sviluppa attorno a un possibile tracollo del Pianeta, i fallimenti e i rovinosi contraccolpi di certe utopie rivoluzionarie, i sogni dei movimenti sociali trasformati in incubi, l'imperversare inarrestabile di droghe chimiche e tecnologiche. Insomma diciamo fantascienza o fantapolitica. La scena è il mondo, due le potenze sopravvissute, America e Cina, più varie mafie e varie multinazionali sullo sfondo di una catastrofe sanitaria, la grande Morìa. A causa di qualche ennesima violenza all'ecosistema si è sviluppata una malattia contagiosa per cui si sono dovuti abbattere buoi, vitelli, mucche, maiali e molti altri animali da carne. Tutto finisce in enormi roghi purificatori. Restano le carni alternative, pesce, conigli, piccioni, ma soprattutto cani e gatti di cui la Cina è grande produttrice e a basso prezzo. Ma è nei piccoli particolari che si annida il grande disegno. Nonostante le cure e gli allevamenti mirati la carne di cane e gatto è sempre troppo magra. Sicché, sulla griglia, gli hamburger privi di grasso si sbriciolano. Niente grasso nessun barbecue, nessun barbecue niente America, pensano ai piani altri di una multinazione dei dadi da brodo, che inventa subito la soluzione: sarà il grasso umano fornito dalle cliniche che curano gli obesi a tenere insieme le polpette troppo magre. Protagonista di Free Karma Food è proprio il migliore dei cacciatori. Ma anche lui commette un errore imperdonabile. Per rifornire un ristorante d'élite cattura il figlio ben pasciuto di un potente della Terra. Da cacciatore diventa cacciato. Incomincia una fuga senza fine. Il rifugio potrebbe essere il Canada, dove i ricercati internazionali possono essere abbattuti, ma dove almeno vengono seppelliti e non mangiati. Nemici ed ex nemici sono sulle sue tracce, mercenari, poliziotti, cacciatori e cacciatrici. Molte storie si intrecciano, fra ribelli vegetariani, terroristi amici degli animali, gangster nell'anticamera dei salotti buoni, santoni indiani, superman cinesi e clochard sapienti. Lungo la strada ciò si ammazza in vari modi, il sangue scorre a fiumi insieme a schizzi di ogni genere di sostanza. Va detto. E' un grand-guignol profetico e millenaristico reso commestibile dalla scrittura e da buone manciate di ironia. Un mondo di maniaci e di scoppiati pieni di abiti firmati, di Cartier di platino, di Allen-Edmonds, di Mercedes e di Vespe da collezione. Una sequenza di capitoli brevissimi e terrificanti, ma titolati alla maniera dei romanzi d'appendice, stilemi ricercati, dialoghi impeccabili, si scontrano e fanno scintille. I Wu Ming sono notoriamente artigiani che lavorano con feroce snobismo, sorvegliatissimi e attenti al dettaglio e alla perfezione dell'incastro. E anche il solista Wu Ming 5 lo è. Esagera solo un po' con il linguaggio tecno-esoterico. Un dieci per cento del romanzo risulta perciò incomprensibile, ma non importa, la tensione non cede, si cammina spediti, poi si corre, anzi si rotola, letteralmente, verso la fine. Il 2025 non è poi tanto lontano. |