da L'Unità - Bologna, 12 maggio 2004, pag.VII, rubrica "Librintorno" di Stefano Tassinari:

WALDEN, FUGA DALLA CITTA'

Nell'immaginario collettivo, guardare il mondo contemporaneo da dietro l'apertura di una grotta equivale a non vederlo, forse perché si ritiene impossibile osservare la vita se non la si vive direttamente. Il ragionamento, di per sé, non fa una piega, solo che è falso. Il nostro ambiente, infatti, è talmente antropizzato da impedirci, materialmente, di metterci in disparte, anche quando siamo mossi dalle migliori intenzioni.
Capita così anche a Marco Walden, l'aspirante supereroe protagonista del romanzo "Guerra agli umani" (edizioni Einaudi, pagg. 318, euro 14,50), scritto da Wu Ming 2, storico componente del famoso collettivo letterario bolognese fin dai tempi di Luther Blissett. Incentrato su uno dei temi decisivi della nostra epica - il conflitto tra gli umani e ciò che non riescono del tutto a dominare, a partire dalla natura e dagli animali - il romanzo, in pieno stile Wu Ming, è una miscela ben dosata di generi letterari, anche se lo si può far rientrare nella categoria del nuovo romanzo d'avventura, a suo tempo lanciata da alcuni scrittori latino-americani.
Anche sul piano dell'intreccio narrativo l'autore ha mantenuto la tradizione Wu Ming, scegliendo di mettere in campo tanti personaggi (ognuno dei quali legato a una storia diversa) i quali, alla fine, si trovano a condividere la stessa situazione narrativa. E se le caratteristiche strutturali possono essere considerate - in senso positivo - "prevedibili", lo stesso non si può dire per gli argomenti trattati nel libro, decisamente singolari se li si rapporta a quelli affrontati, di norma, dalla letteratura italiana degli ultimi anni.
Il romanzo si apre con un'inquadratura su una una banda che organizza "gare" tra cani feroci e uomini (rigidamente di colore), per poi spostarsi, come in un film, su diversi set, nei quali, volta per volta, incontriamo una ragazza alla ricerca del suo San Bernardo rapito, alcuni cacciatori pronti a sparare anche alle ombre delle prede, un trio di ecoterroristi piuttosto cruenti, gruppi che si addestrano alla sopravvivenza, presunti satanisti, concreti neonazisti e, ovviamente, Marco Walden, testimone diretto dei traffici di tutti gli altri.
Walden, giovane uomo in fuga dalle tensioni della città-Babilonia, decide di trasferirsi in una grotta dell'Appennino bolognese per ritornare alla dimensione del troglodita, anche se non riesce a rinunciare al walkman e al desiderio di fumare. Privo di denaro e di conoscenza del territorio, Marco viene visto con sospetto da quasi tutti gli altri personaggi della storia, i quali, evidentemente, non sopportano la sua scelta di violare le regole, e dunque di "tradire".
In parallelo alla sua vicenda - condivisa, a vari livelli, dalla rabdomante Gaia e dall'immigrato clandestino Sidney - se ne sviluppano molte altre, tra cui quella relativa a cinghiali impazziti (a causa di una specie di BSE) e agli ecoterroristi decisi a difenderli ad ogni costo, in primo luogo dichiarando una guerra agli umani, sulla scorta di quanto raccontato dallo scrittore sudafricano Emerson Krott in un romanzo.
Quello stesso romanzo (non cercatelo in libreria perché non esiste) si trasforma a sua volta in un soggetto/oggetto della storia (un po' come il televisore di "54"), finendo con l'assumere, contemporaneamente, un ruolo autonomo e uno di sostegno alla trama.
In "Guerra agli umani", quindi, gli oggetti e gli animali si esprimono direttamente (pur in forme particolari), il che caratterizza il romanzo anche come un apologo, in grado di farci riflettere - divertendoci - sull'autolesionismo di molti nostri simili e sulla necessità di contrastarlo anche (ma non solo) attraverso la correttezza dei comportamenti personali. Senza integralismi, però!

 


Sezione "Guerra agli umani"
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