da L'Unità, domenica 25 aprile 2004:
Nostalgia di un passato inevitabile
E' un romanzo d'avventura globale la prima prova narrativa "solista" di Wu Ming 2Stefania Scateni
C'è sempre profumo di muschio e di sangue in Guerra agli umani. Muschio inutilmente calpestato e sangue inutilmente versato. E un senso di smarrimento che nasce da una "sensazione" già provata ma che ormai è un dato di fatto: molte delle cose che ci farebbero felici le stiamo distruggendo. In altre parole, la terra prima o poi ci butterà fuori di casa. Ovvero, il genere umano è agli sgoccioli, in via progressiva di autoeliminazione, estinzione. Parte da una nostalgia il primo romanzo "solista" di Wu Ming 2 e nella nostalgia si bagna. ("Non commuovono i ricordi, piuttosto quello che non potrai ricordare. Un prato oltre la massicciata dove sdraiarti, annusare l'erba e osservare il tramonto. Un campo da calcio fangoso e una partita di terza categoria che avresti voluto giocare"). Nostalgia del futuro contro la quale combattono, a modo loro, alcuni dei protagonisti del romanzo. Il "waldeniano" Marco, trentenno solo e disoccupato, che decide di lasciare il mondo per vivere una vita nei boschi come un troglodita del terzo millennio (una caverna come casa e bacche come cibo ma anche walkman, libri e marijuana come cibo per lo spirito) e il trio degli ingenui terroristi ecologici che prendono di mira i cacciatori di cinghiali facendo, quasi inconsapevolmente, un mare di danni alle stesse creature che intendono proteggere. Nella storia si muovono anche: una banda di malviventi che tra le varie attività illegali annovera l'organizzazione di combattimenti con i cani (cane contro cane e cane contro uomo) e lo sfruttamento degli immigrati clandestini; Gaia, una barista con la passione per la lettura in cerca del suo Sambernardo scomparso; i carabinieri, i cacciatori e i bracconieri di Castel Madero, il paesino teatro della vicenda insieme ai suoi boschi sul Monte Budadda. Non basta. Ai protagonisti e coprotagonisti "reali" della storia se ne aggiungono altri "fantastici", usciti dalle pagine di un vecchio libro di fantascienza, L'invasione degli Umani di Emerson Krott, i cui capitoli compaiono ogni tanto tra i capitoli della storia. Il romanzo è un racconto corale, dove ognuno canta la sua storia, e le storie si incontrano, si intrecciano, si fondono in altre storie e in un unico affresco. Epica e ironica insieme, Guerra agli umani tratta la nostalgia come spinta a trovare il proprio stile di vita - fosse anche bislacco e perdente come quello di Marco - e modella la denuncia dello scempio che il genere umano perpetra nei confronti della natura e dei propri simili come creta per dare forma a personaggi e vicende in un plastico fantastico, un po' reale e un po' surreale, dove fanno capolino il primo cantore dell'ecoterrorismo, Edward Abbey, e Henry David Thoreau, fantascienza e sit-comedy, noir e commedia. Un mix di generi - stile degli stili che caratterizza le opere di narrative nate dal lavoro del collettivo Wu Ming, prima Luther Blissett (54 e Q) - che dà vita a un racconto vivo, a un "romanzo d'avventura globale" - come lo definisce lo stesso autore - che è anche una critica feroce alla "nostra" civiltà fagocitante e autofaga. (Insieme alle teoria, e alla fantasia, la pratica: Guerra agli umani è stato stampato interamente su carta ecosostenibile, con fibre riciclate e sbiancate senza uso di cloro).
Racconta Wu Ming 2 che la scintilla che ha innescato la nascita della sua storia arrivò dall'acquisto, a una festa dell'Unità, del libro di G. Dalla Casa, Guida alla sopravvivenza. Imparare ad essere autosufficienti alle soglie del crollo della civiltà tecnologica, Meb 1983. "Lo apro - scrive l'autore nella lunga e articolata appendice, Titoli di coda, nella quale riporta tutti i suoi credits -. L'introduzione comincia così: 'Non occorre una grande fantasia per rendersi conto che l'odierna civiltà industriale è un fenomeno impossibile sulla terra'. E finisce consigliando di apprendere l'arte dell'autosufficienza e pensare fin da subito a un luogo appartato dove ricominciare..." Il kit di sopravvivenza che Marco "Walden" porta con sé sulla montagna viene da lì. Il resto è farina del sacco di Wu Ming 2 il quale, pur intraprendendo la sua prova letteraria solista, non ha abbandonato il grippo e il lavoro collettivo che contraddistingue lo stile di lavoro e di vita dei Wu Ming. E che ritroviamo anche nel romanzo. Perché, in fondo, Guerra agli umani è un'apologia dell'interdipendenza. Dell'uomo con la sua casa Terra e dell'uomo con gli altri uomini. Marco si sente un niente ma incontra Gaia e Sidney e un cane... e capisce che tutti sono niente ma ci si può parare il culo insieme.Guerra agli umani, di Wu Ming 2, Einaudi, pagg.318, €14,50
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