Corriere della Sera, giovedi , 11 ottobre 2001
Chiamatelo Wu Ming, domani forse sarà il vostro logo
La musica di Bowie, un' arma più efficace dell' atomica
Carlo Formenti
SFIDE / Il gruppo che aveva già sfondato come «Luther Blissett» cambia nome e lancia un nuovo romanzo. Ma resta fedele alla provocazione e al paradosso Chiamatelo Wu Ming, domani forse sarà il vostro logo
Gli individui e i gruppi che, a partire dalla metà degli anni 90, hanno firmato le loro azioni (pubblicazioni, performance, diffusione di "notizie bufala", ecc.) col nome «Luther Blissett» - ex calciatore nero e un po' bidone del Milan - hanno sempre affermato di non essere un' identità collettiva bensì una "molteplicità singolare", per spiegare che la sigla non rappresentava un gruppo ma un contenitore di cui ognuno poteva appropriarsi. L' esperienza è nata, non a caso, parallelamente all' esplosione della Rete, un fenomeno che ha esasperato le contraddizioni dell' industria culturale: da un lato, superando la figura dell' autore attraverso pratiche di tipo combinatorio e plagiario, dall' altro, tenendola in vita al solo scopo di tutelare il monopolio della proprietà intellettuale e reprimere i reati di opinione. Luther Blissett ha incarnato la contraddizione diventando un simbolo della lotta contro la censura e il copyright. Poi è arrivato il successo, 80 mila copie vendute solo in Italia, di Q , il romanzo storico pubblicato due anni fa con Einaudi, che ha scompaginato il gioco. A quel punto, se Roberto Bui, Giovanni Cattabriga, Luca Di Meo e Federico Guglielmi avessero decisero di restare anonimi, avrebbero condannato Luther Blissett a una fine ingloriosa, facendone un "vero" autore (poco importa se collettivo). Quindi hanno preferito "suicidarlo" per indossare i panni di Wu Ming, la nuova sigla collettiva - Senza Nome in cinese - che abbiamo visto l' anno scorso sulla copertina di Asce di guerra (Editore Tropea) e che rivedremo in primavera su quella di 54 (un nuovo romanzo Einaudi). Ma la soluzione è debole: cambiando sigla non si esorcizza lo spettro dell' autore collettivo. Ecco allora la nuova invenzione: Wu Ming diventa un marchio di garanzia, uno "stampo" per la moltiplicazione dei Wu Ming, tanti cinesini da infilare nella testa di una macchina da guerra narrativa. Alla "recluta" Riccardo Pedrini (autore del romanzo fantapolitico Libera Baku Ora , uscito da DeriveApprodi) cooptato nel gruppo l' anno scorso, tocca sperimentare la nuova formula: sulla copertina di Havana glam , appena uscita nella collana AvantPop di Fanucci, campeggia la firma Wu Ming 5. Le idee, dicono gli altri, le ha "trovate" lui (il verbo fra virgolette allude alla natura costitutivamente collettiva della produzione letteraria), ma il libro è un Wu Ming D.O.C. A dire il vero, chi ha letto il precedente romanzo, sarà indotto a riconoscere una certa coerenza "autoriale". Non solo dallo stile, che privilegia il dialogo, e dal ritmo, che resta serrato malgrado le dimensioni (400 pagine), ma anche perché ci si trova di fronte a una sorta di continuazione: a metà del XXI secolo il mondo appare devastato dal catastrofico conflitto mondiale provocato dal bizzarro regime totalitario descritto in Libera Baku Ora (istaurato in Italia da un ex leader dell' 'autonomia). Il governo americano, ridotto a vivere nel sottosuolo ma tuttora dotato di poderose tecnologie (fra cui una macchina per viaggiare nel tempo), invia degli agenti nel passato nella speranza di cambiare il corso della storia e scongiurare l' apocalisse. Rispettando i dettami del genere, il tentativo genera invece una serie di paradossi e un universo parallelo, nel quale la guerra fredda - siamo fra la fine del secondo conflitto mondiale e l' inzio degli anni Settanta - si avvia verso esiti paradossali, con la musica di David Bowie che si rivela un' arma più efficace della bomba atomica per destabilizzare il regime cubano. Il "marchio" Wu Ming è in ogni caso evidente. Come in Q , per esempio, riconosciamo anche qui, dietro i cliché del romanzo d' avventura, lo sforzo di rileggere la storia dei movimenti sociali alla luce degli esiti imprevedibili (spesso opposti a quelli progettati) di scoperte tecnologiche e utopie politiche. Inoltre entrambe le vicende ruotano attorno a una coppia di antagonisti dotati di identità plurime che solo alla fine riescono a "conoscersi": in Q la partita oppone un eretico dai mille volti alla spia senza volto dell' inquisitore Carafa, qui si fronteggiano Kurtz, ex spia nazista dal nome conradiano passata ai russi, e i tre agenti americani venuti dal futuro - che rappresentano in qualche modo una sola entità, anche se composita. I nostri eroi si preparano dunque a invadere il pianeta letterario imitando gli ultracorpi d'un famoso film di fantascienza, e a utilizzare l' intera gamma dei generi avventurosi - fantascienza, giallo, cappa e spada, horror e fantasy - per contaminare i lettori con le loro idee. Ce la faranno? Chissà. Il vero pericolo, per i "cinesini", è che la sigla funzioni tanto bene da diventare un logo editoriale. Ma tutto sommato, Edizioni Wu Ming non suona male.
Carlo Formenti Il libro: Wu Ming 5 (Riccardo Pedrini ), Havana glam , Fanucci Editore, pagine 407, lire 29.000